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Elena


«Ciao, newyorkese!»
Mi volto e vedo arrivare Cameron, sorridente.
Per fortuna stavolta ha solo il costume addosso, così posso godermi il suo bel fisico.
«Ciao.» lo saluto io, con i piedi che toccano l'acqua.
Io, Claire e le mie cugine ci siamo alzate tardi, così alla mattina siamo state un po' in piscina e nel pomeriggio siamo venute in spiaggia.
«Come stai?» mi chiede lui, arrivando accanto a me.
«Bene. Tu?»
«Bene.»
«Vieni a fare un giro?» aggiunge, squadrandomi e poi leccandosi le labbra, mentre mi guarda negli occhi.
«Sì.»
Avverto Claire, Maya ed Amy, poi m'incammino con Cameron.
«Sei qui da solo?»
«No, con due amici.»
«Allora stasera a che ora devo venire?» gli chiedo.
«Io sono solo dalle dieci in poi, vedi tu.»
«Okay.»
Mi guarda in un modo. Sembra che mi stia dicendo che quando arriverò a casa sua farò tutt'altro che suonare il pianoforte.
Ha quel sorrisetto malizioso che mi fa impazzire. Sto cercando di mantenere il controllo perché non voglio baciarlo in spiaggia. Cioè, in realtà lo voglio, ma non so se anche lui lo vuole.
«Non guardarmi così, ti prego.» gli dico voltandomi dall'altra parte, mentre siamo seduti sulla sabbia, dieci minuti dopo.
«Così come?»
«Con quel sorrisetto.»
Mi sta di nuovo guardando con quel sorrisetto malizioso.
Quella maledetta ciocca di capelli che gli ricade sulla fronte gli sta divinamente. Stavolta non ci penso un attimo di più e gliela sistemo.
Lui mi guarda e mi sorride, senza dire nulla.
«Le tue labbra... sono belle anche senza rossetto, ma sono sicuro che con il rossetto rosso sarebbero ancora più fantastiche.» afferma lui, fissandomi le labbra.
Le ho leggermente aperte e lo guardo negli occhi.
Un attimo dopo lui alza lo sguardo e mi sorride.
Un po' mi sento a disagio, però mi piace che lui mi guardi.
Pochi secondi dopo ci avviciniamo l'uno all'altra e ci baciamo. Sento ancora il sapore del fumo, nonostante lui non abbia fumato.
«Quella cosa con i capelli... falla ancora, ti prego.» gli sussurro io, appena stacchiamo le nostre labbra l'uno dall'altra.
Infila le dita fra i miei capelli, me li tira, così io tiro indietro la testa, proprio come ho fatto stanotte durante il nostro bacio.
Ho la bocca un po' aperta mentre sto ansimando, e lui mi guarda. Ha uno sguardo serio, che mi fa quasi paura, e quella ciocca di capelli è di nuovo sulla sua fronte.
«Ti piace questa cosa?» mi chiede.
«Sì.»
«Me lo ricorderò, allora.» afferma, poi mi bacia di nuovo.

«A che ora vuoi essere da Cameron?» mi chiede Claire, entrando nella stanza dell'hotel insieme alle mie cugine.
Siamo state a cena qui intorno e ora siamo tornate in hotel.
«Mi cambio vestito e scarpe al volo ed esco.» rispondo io.
«Pensi che scoperete?» mi chiede lei, mentre sto raggiungendo il bagno.
«Non lo so.» rispondo io, voltandomi per un attimo, per poi entrare in bagno.
Faccio pipì, poi prendo il vestito che avevo scelto e me lo infilo.
«Anche stasera tette in mostra, eh?» mi dice Maya.
«Sì.»
«Guardate il retro di questo vestito, ragazze.» aggiungo, voltandomi.
«Oddio, che bello!» esclama Amy.
«È bellissimo, Elena.» dice Maya.
«Lo so.» dico io.
«Poi tu che hai i capelli piuttosto corti ti si vede tutta la schiena.» afferma Amy.
Ho indosso un vestito bianco, con la scollatura sul davanti. Le maniche sono dei grossi fiori di pizzo che scendono fino al fondoschiena, formando una croce. Nonostante io non ami particolarmente il bianco amo questo vestito.
«Posso mettermi le tue zeppe turchesi, Claire?» le chiedo, vedendole accanto al letto.
«Sì.» mi risponde lei, così le prendo e mi siedo sul letto per mettermele.
Cinque minuti dopo saluto Claire e le mie cugine ed esco dalla stanza dell'hotel.

«Ciao.» mi accoglie Cameron, aprendo la porta.
Si è fatto la barba, quella poca che aveva. Sta meglio, mi piace di più senza barbetta.
Io lo saluto e poi mi fa entrare.
Quando arriviamo nella sala che ospita il pianoforte metto la borsa su un pouf azzurro ed esclamo:
«Stai bene senza barba.»
«Grazie.» dice lui, accarezzandosi il mento mentre mi guarda.
«Vuoi bere qualcosa?» mi chiede.
«Sì, dai.»
Lo seguo in cucina e dopo aver bevuto qualcosa, torniamo in sala.
«Allora... sentiamo questa suonatrice di pianoforte, dai.» esclama lui.
Io gli sorrido e mi metto al piano.
«Cosa vuoi che suoni?» gli chiedo.
«Quello che vuoi.»
«Okay. Vediamo se questa la conosci.»
Lo guardo e poi inizio a suonare.
«Oh sì, è Flashlight.» esclama lui, appoggiando le braccia al piano.
«Wow!» dice poco dopo, stupito.
«Sei davvero brava.» aggiunge.
Io gli sorrido, senza dire nulla, altrimenti mi distrarrei.
«Wow, Elena! Sei bravissima.» mi dice, quando ho finito di suonare la canzone.
«Grazie.»
«Ti avrei ringraziato anche prima, ma non volevo distrarmi.» aggiungo.
«Speravo di distrarti in un altro modo.» afferma, poi si avvicina a me e mi bacia.
Mentre ci baciamo gli accarezzo le braccia nude, poi gli infilo una mano sotto la canottiera, toccandogli la schiena.
«Andiamo a sederci fuori.» mi dice, staccandosi da me e afferrandomi la mano.
Quando ci sediamo sul divanetto di fronte alla piscina lui mi bacia subito.
«Cameron.» dico io, cercando di staccarmi da lui.
«Che c'è?»
«Non credi che sia meglio... andare in camera tua?» gli propongo io.
«Perché? Qui siamo comodi.»
«Sì, ma sul tuo letto c'è più spazio.»
«Okay.» dice lui, poi si alza e raggiungiamo la sua camera.
«Dov'eravamo rimasti?» mi chiede, appena entriamo in camera sua.
«Qui.» rispondo io, e poi lo bacio.
«Adoro il tuo vestito.» mi sussurra lui, girandomi e tenendomi le mani.
Sento il suo respiro sul mio collo, così mi giro un po' e con la coda dell'occhio lo osservo.
Poi lui mi sposta i capelli da una parte ed esclama:
«Il dettaglio sulla schiena è perfetto.»
Un attimo dopo sento le sue labbra sul mio collo.
Chiudo gli occhi e mi lascio andare. Era da tempo che non mi sentivo così bene e che non uscivo e baciavo un ragazzo.
Avendomi liberato le mani le appoggio sulle sue cosce, accarezzandogliele.
Sto ansimando e neanche me n'ero accorta, quando dico:
«Cameron...»
Cameron infila una mano sotto il mio vestito, mentre continua a baciarmi il collo.
Sposto le mani sulle sue braccia e gli stringo la carne quando lui mi tocca da sopra le mutandine.
Continua a baciarmi il collo mentre mi stuzzica il clitoride da sopra le mutandine.
Sto ansimando sempre di più, tanto che apro un po' le gambe, in modo che lui riesca a toccarmi meglio.
All'improvviso sposta la mano sulla mia pancia e mi stringe a sé, facendomi sentire la sua erezione.
Oh, che bella sensazione far eccitare un uomo. Mi dà la soddisfazione di essere apprezzata, di essere voluta.
Io mi giro e ci ritroviamo faccia a faccia.
Lo guardo dritto negli occhi, poi gli tolgo la canottiera che getto sul bordo del letto.
Gli accarezzo il petto, poi scendo sugli addominali della pancia.
Lo guardo negli occhi, poi inizio a baciargli il petto. Mi stacco da lui e passo la lingua dal suo ombelico al suo petto.
Improvvisamente lui mette un braccio dietro la mia schiena e mi stringe di nuovo a sé. Sento ancora la sua erezione, così gli faccio un sorrisetto malizioso.
Anche lui mi fa un sorrisetto malizioso, quello che mi ha fatto spesso, così io gli dico:
«Puoi anche togliermi il vestito, non ho molto addosso.»
«Volevo togliertelo sin da quando sei entrata in casa.» afferma lui, poi mi sfila il vestito, gettandolo sopra la sua canottiera.
Dopo che ha gettato il mio vestito sul letto io lo bacio, poi gli metto le mani sui miei fianchi e gli dico:
«Puoi togliermi anche queste.»
Senza pensarci un attimo di più Cameron mi sfila le mutandine e poi le getta sul letto.
Mi prende per mano e poi mi bacia mentre ci sdraiamo sul suo letto.
Solitamente non faccio sesso con un ragazzo che a malapena conosco, però lui mi piace tanto. Per una volta posso anche fare un'eccezione.
Dopo avermi baciato inizia a baciarmi un capezzolo e io sussulto.
Mentre bacia e lecca il mio seno io ansimo, con gli occhi chiusi.
Dio, da quanto tempo non sentivo questa piacevole sensazione.
Pian piano scende sempre più giù, e quando arriva al mio clitoride io spalanco gli occhi ed emetto un urletto.
«Tutto okay?» mi chiede lui.
«Sì.» ansimo io.
Quando mi lecca il clitoride, esclamo:
«Oddio.»
Ansimo sempre più forte, poi inizio a gemere.
Osservo Cameron continuare la sua dolce tortura su di me, quando improvvisamente lui alza lo sguardo e mi guarda.
Quando vedo quel sorrisetto malizioso e quella ciocca di capelli sulla sua fronte, gli afferro i capelli e lui continua a leccarmi.
«Sei fantastica, Elena.» esclama Cameron, a pochi centimetri dal mio viso, circa dieci minuti dopo.
Mi ha fatto venire ed era da tempo che non avevo un orgasmo grazie ad un ragazzo. Dall'ultima volta che ho fatto sesso ho avuto orgasmi solo grazie a me stessa. È sempre una bella sensazione, ma niente è come quando è un'altra persona a provocartelo.
«Ora sta a me.» gli dico io, e lui si stacca da me.
Mi metto a cavalcioni su di lui e lo bacio.
Mentre gli riempio il petto e la pancia di baci, lui esclama:
«Dai, Elena.»
«Abbi un po' di pazienza.» gli dico io, guardandolo per un attimo per poi abbassargli bermuda e boxer insieme, e togliendoglieli subito dopo.
«Oddio.» ansima lui, mentre gli faccio un pompino.
«Quelle labbra.» aggiunge.
Nel giro di una decina di minuti viene, poi si tira su a sedere e mi bacia.
Infila le dita fra i miei capelli, me li tira, così io tiro indietro la testa.
Dio, amo quando lo fa.
«Lo farò tutte le volte che vorrai.» dice, a mezzo centimetro dalle mie labbra.
«Sì, ti prego.»
Lui mi fa quel sorrisetto malizioso, poi mi ribacia.
Ci sdraiamo di nuovo mentre ci baciamo, e poco dopo lui si stacca da me e mi dice:
«Prendo il preservativo, aspetta.»
Mentre si alza dal letto io lo osservo.
«Aspetta!» esclamo improvvisamente, tirandomi su a sedere.
Cameron si volta per guardarmi e mi chiede:
«Che c'è?»
«Non ci riesco.»
Rimane fisso a guardarmi, senza dire una parola, così io gli dico:
«Di solito non faccio subito sesso con un ragazzo.»
Continua a stare zitto, così io mi alzo dal letto e mi avvicino a lui, poi gli dico:
«Mi dispiace, Cameron, ma non ci riesco. Anzi, è già tanto se abbiamo fatto sesso orale. Che poi è comunque sesso, alla fine.»
Forse sto sbagliando, o forse no, non lo so, però non me la sento di... dargliela subito, come si suol dire. Non sono una ragazza facile, non faccio mai sesso con un ragazzo senza prima averlo conosciuto almeno un po'.
Cameron mi piace, mi piace molto, e io piaccio a lui, ma preferisco non fare sesso con lui. E poi sabato parto, non avrei occasione di approfondire la sua conoscenza.
«Non fa niente, Elena.» mi dice lui.
«In fondo ci siamo divertiti lo stesso.» aggiunge.
«Già.» concordo io.
Mentre ci rivestiamo lo osservo.
Probabilmente starà pensando che sono una cretina per avergli fatto credere che avrei fatto sesso con lui. Ma in fondo abbiamo fatto sesso orale e ci siamo divertiti lo stesso, come ha detto lui.
Mentre si sta mettendo i bermuda mi guarda e mi sorride.
«Mi dispiace. Davvero.» gli ripeto io.
So di essere patetica e di averlo illuso. Era sicuro che avremmo fatto sesso, e così sembrava, ma all'ultimo momento ho avuto la sensazione di stare sbagliando. Forse non so lasciarmi andare, o almeno non del tutto, ma davvero ho preferito non fare nient'altro con lui.
«Non fa niente, Elena. Non preoccuparti.» mi dice lui, avvicinandosi a me.
Io gli sorrido, poi lui mi bacia.

«Amy? Cosa ci fai qui?» domando io, vedendo mia cugina Amy seduta su uno sdraio in piscina.
È notte e sono appena tornata da casa di Cameron.
Mi sento così in colpa per avergli fatto credere che avremmo fatto sesso, ma cerco di non pensarci.
«Ciao, Elena. Sono stata al telefono con George.» mi risponde lei, voltandosi.
Mi siedo accanto a lei e mi chiede:
«Allora, com'è andata con Cameron?»
«Benissimo.»
«Cioè...» aggiungo, lasciando il resto della frase in sospeso appena mi viene in mente che io e Cameron non abbiamo concluso.
«Dimmi di più, dai. Sono curiosa.»
«Ho suonato il piano, ci siamo baciati, abbiamo parlato e...»
Lei mi guarda, aspettando che io aggiunga altro.
Perché non può semplicemente chiedermi se abbiamo fatto sesso?
«Ci siamo baciati per quasi tutta la sera.» affermo io.
«Nient'altro?» mi chiede lei.
Oh, andiamo! Dai, Amy, chiedimi se abbiamo fatto sesso.
«Sì.» rispondo io.
«Avete...?»
«No, ma... stava per succedere.»
«Abbiamo fatto sesso orale. Io mi sono fermata quando lui si è alzato dal letto per prendere il preservativo. Mi sento in colpa perché sembrava che dovesse succedere, invece all'ultimo mi sono tirata indietro. Mi sento una cretina, Amy.» aggiungo, coprendomi il viso con le mani.
«Se non te la sei sentita non è mica colpa tua.» mi dice lei.
«Lo so.» esclamo, togliendomi le mani dal viso e alzando lo sguardo.
«Ma eravamo nudi, sul suo letto, dopo aver fatto sesso orale. Insomma... mancava solo il preservativo.» aggiungo.
«Non importa, Elena. Non devi sentirti in colpa per una cosa che non vuoi fare.»
«In realtà io avrei fatto sesso con lui, ma... non lo so... non lo conosco bene, e poi sabato torniamo a casa.»
«Non sentirti comunque in colpa.» dice.
«Lui ci è rimasto male?» aggiunge.
«Non sembrava, però secondo me sì.»
«Vuole rivederti?»
«Sì. Mi ha chiesto se domani sera andiamo in discoteca.»
«Allora è tutto a posto.»
«Lo spero.»
«Beh, d'altra parte... qualcosa gli hai comunque dato, no?» mi chiede lei, sorridendomi.
«Sì.» ridacchio io.
Ridiamo insieme e io le chiedo:
«Da quanto sei qui fuori?»
«Dalle undici e mezzo, più o meno.»
«Ah, wow. Da tanto.»
«Già.»
«Amy, posso chiederti una cosa?» le chiedo io, dopo essermi guardata intorno per un attimo.
«Sì.»
«Tu e George avete mai...?»
Lei abbassa lo sguardo, visibilmente imbarazzata. Sembra sempre così imbarazzata e a disagio quando parlo di sesso. È una cosa naturale, che male c'è a parlarne? Le ho semplicemente fatto una domanda. So che è un po' personale, ma è mia cugina e viviamo insieme da due mesi. È quasi come una sorella per me, come Maya e Claire.
Con Maya non ne ho parlato spesso, però non ha problemi a parlarne. Con Claire invece ne parliamo esplicitamente. Ma noi siamo molto più in confidenza e siamo adulte, è diverso.
«No.» mi risponde lei, qualche secondo dopo.
«Neanche... qualcos'altro?»
«No.»
Mi ha risposto a monosillabi e non mi ha neanche guardato in faccia quando l'ha fatto.
«Amy?»
Lei alza lo sguardo e mi guarda.
«Scusami se te l'ho chiesto, ma ero solo curiosa. Tutto qui.» le dico io.
«Non fa niente. È che... mi imbarazza parlare di... sesso.» mi spiega lei.
«Anche con te che sei mia cugina e con mia sorella.» aggiunge.
Non capisco perché le imbarazza parlare di sesso. Cosa c'è d'imbarazzante? Ha diciassette anni, diciotto a marzo, non è più una bambina da tanti anni.
«Non dovresti essere imbarazzata. È una cosa naturale.» le dico io.
«Lo so.»
«Pensa che non ne parlo neanche con George.» aggiunge.
«Ah. E lui non prova a toccarti?»
«Sì, ma non più di tanto.»
«Beh, se ne vuoi parlare, se vuoi parlare di qualsiasi cosa, sai che io ci sono sempre.» le dico.
«Sì, lo so.» dice lei, sorridendomi.
«Grazie.» aggiunge.
«Di niente.» affermo io, per poi abbracciarla.
Parliamo altri dieci minuti, poi saliamo in camera e andiamo a dormire.

Welcome to New York (ripubblicazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora