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Maya


Scendo le scale, arrivando al primo piano, e c'è un silenzio tombale.
È la prima volta da quando vivo qui che c'è tutto questo silenzio quando mi alzo.
Mi guardo intorno e poi raggiungo la cucina.
Trovo Amy, mezza addormentata, che si sta versando del latte in una tazza.
«Buongiorno.» le dico, entrando in cucina.
«Buongiorno.» mi dice lei, sbadigliando mentre mette la bottiglia di latte in frigo.
Mentre faccio colazione con la mia solita tazza di latte freddo con i Corn Flakes, mi sento uno zombie.
Sono le sei del mattino e oggi inizia la scuola. Io ed Amy iniziamo oggi, il nove settembre, l'ultimo anno di superiori, mentre Claire ha iniziato l'ultimo anno d'università una settimana fa.
Elena e Claire sono ancora a letto, perché mia cugina inizia a lavorare nel pomeriggio, mentre Claire ha lezione alle nove e mezzo, e lavora alla sera.
Quando io ed Amy usciamo di casa è piuttosto caldo. Ci saranno sui venticinque grandi, nonostante sia mattina presto e sia quasi autunno. Ieri ci sono stati trentasei gradi e oggi il meteo ne prevede trentadue.

Siamo davanti alla scuola, un imponente edificio fatto di mattoni rossi e finestre quadrate bianche, con tanto di sei colonne ioniche e tre porte.
Mentre guardo quella che sarà la mia scuola quest'anno e il prossimo, con accanto Amy, penso che quelle sei colonne mi ricordano la National Gallery di Londra.
Alla nostra destra, sul prato, c'è un tabellone appoggiato su dei mattoni rossi con scritto Midwood High School at Brooklyn College sopra, e sotto un WELCOME BACK! in nero e in maiuscolo.
«Grazie per avermi dato il bentornata, ma preferivo stare a letto a dormire e continuare a fare la vita che ho fatto quest'estate.» esclamo io.
Amy si volta verso di me e si mette a ridacchiare.
«Entriamo, dai.» esclama lei, poi entriamo dalla porta al centro.
Essendo arrivate a scuola con largo anticipo andiamo in segreteria, dove ci danno il numero dell'armadietto e la combinazione.
Mentre io ed Amy sistemiamo alcune cose dentro i nostri armadietti vedo passare tanti ragazzi e tante ragazze.
Mi sembra strano essere già all'ultimo anno.
Il prossimo autunno inizierò l'università. Ma la cosa più strana è non essere a Philadelphia, la mia città. C'è sempre Amy in classe con me, ma i compagni sono cambiati, però la città mi piace molto di più. E poi vivo con mia cugina Elena e la sua amica Claire. Sono quasi tre mesi che viviamo tutte insieme e amo sempre di più vivere qui.
«Tra un po' suona la campanella.» mi fa notare Amy.
«Già.»
«Pronta ad iniziare?» aggiungo.
«Sì. Tu?»
«Sì.»
Tutto sommato le ore passano piuttosto velocemente. Alla prima ora abbiamo avuto inglese, e la professoressa ha dato il benvenuto a me ed Amy. Amy è rimasta molto affascinata da lei, perché la considera una signora che sa il fatto suo e anche piuttosto simpatica e gentile, e credo che la professoressa l'abbia già presa in simpatia perché le sorrideva in continuazione. Io invece non vedo l'ora di conoscere la professoressa o il professore di psicologia.
Amy vorrebbe studiare lingue all'università, mentre io psicologia infantile.
Durante la pausa pranzo io ed Amy scriviamo ad Elena su Whatsapp, dicendole che sta andando tutto bene e che per ora la scuola ci piace.

Verso le quattro del pomeriggio torniamo a casa e non c'è nessuno. Mangiamo qualcosa e passiamo il resto del pomeriggio a parlare, fare quei pochi compiti che ci hanno dato per il giorno dopo, e verso le sei Claire torna a casa per poi andare al lavoro. Ci chiede se vogliamo andare a cena dove lavora lei ma rifiutiamo perché siamo stanche. Ci siamo alzate prestissimo e non ci eravamo più abituate, quindi andremo a letto presto.
«Cos'è quel foglietto?» domanda Amy, mentre siamo sedute sul divano di fronte all'entrata che aspettiamo Elena che torni a casa per cena.
«Non lo so, lo vedo solo ora.» rispondo io, alzandomi.
Tolgo il post-it dalla porta e leggo:
«Ciao, ragazze! Per cena ho una notizia super. Non vedo l'ora di dirvela. A più tardi!»
«Oddio! Sono curiosa. Chissà che notizia è.» esclama Amy, alzandosi e raggiungendomi.
«Sono curiosa anch'io.» dico io.

«Elena, Elena, Elena, allora che notizia è?» chiedo io, appena la vedo entrare dalla porta.
Lei spalanca gli occhi, sorridendomi, poi dice:
«Mentre ceniamo ve la dico. Ora fatemi andare a lavare.»
Sale le scale e intanto ci chiede:
«Cosa volete per cena? Va bene la pizza?»
«Sì.» rispondiamo io ed Amy nello stesso momento.
«Allora chiamate mentre io mi faccio la doccia.» ci dice.
«Che pizza vuoi?» le chiedo.
«La solita.»

«Era da un po' che non prendevamo la pizza.» esclama Elena, subito dopo aver messo le pizze sul tavolo.
«Già.» concorda Amy, iniziando a tagliarla.
«Allora, questa notizia?» insisto io.
È da più di un'ora che aspetto di sapere questa notizia che Elena ha da darci. Che si sbrighi a darcela.
«Stamattina, mentre voi eravate a scuola, mi hanno chiamato da una delle case editrici per cui ho fatto domanda per fare uno stage...» confessa lei, lasciando in sospeso la frase.
«E?» le chiedo io.
«E mi hanno presa!» esclama lei, tutta contenta.
«Oh mio Dio!» esclama Amy, alzandosi subito per andare ad abbracciare Elena.
«È fantastico, Elena!» esclamo io, alzandomi per andare ad abbracciare anch'io mia cugina.
«Quale casa editrice è?» le chiede Amy, staccandosi da lei.
«La HarperCollins.» risponde Elena, mentre anch'io mi stacco da lei.
«Ma è famosissima.» afferma Amy.
«Già.»
«Quando cominci a fare lo stage?» le chiedo io, mentre iniziamo a mangiare le nostre pizze.
«Il quattordici.» mi risponde lei, mangiando il primo trancio di pizza.
«Lunedì.» esclamo io.
«Sì.» dice lei, a bocca piena.
Riesco a vedere il suo sorriso anche nei suoi occhi per quanto è felice.
«Sono felicissima per te, Lena Lou.» salta su Amy.
«Anch'io.» affermo io.
«Grazie, ragazze.» ci dice lei, sorridendoci.

Mentre sono in camera con Amy, sento improvvisamente un urlo.
«Ma cos'è?» chiede lei, preoccupata.
Usciamo entrambe dalla nostra camera e sentiamo Claire che, urlando, dice ad Elena:
«Oh mio Dio! Sono felicissima per te!»
Poi capiamo che Elena ha appena detto a Claire dello stage.
Raggiungiamo la camera di Claire e vediamo lei ed Elena abbracciate.
«Quando cominci?» le chiede, staccandosi da lei.
«Il quattordici.»
«Ma è lunedì.»
«Sì.»
«Oddio, che bella cosa, Elena!» urla ancora, per poi abbracciarla di nuovo.
«Non vedo l'ora, Claire.» le dice Elena.
«Ah, ci credo.» afferma, staccandosi da lei.
Claire nota me ed Amy sulla soglia della porta e ci chiede:
«Avete saputo la notizia?»
«Sì, ce l'ha detta a cena.» rispondo io.
«Ma dimmi, quanto ti pagheranno?» le chiede Claire, mentre io ed Amy entriamo in camera.
«Non lo so di preciso. Mi sapranno dire tutto lunedì.» risponde Elena, sedendosi sul letto di Claire.
«Quindi non sai se lascerai il lavoro da Aéropostale?»
«Esatto. Dipende dagli orari che farò e dallo stipendio, e se riesco a fare lo stage e lavorare anche da Aéropostale. Devo riuscire a lavorare quando non sono alla casa editrice.» spiega Elena.
«Capisco, capisco.»
«Ma quale casa editrice è?»
La sta tempestando di domande, come solo Claire è solita fare.
«La HarperCollins.»
«Wow! Sta a Manhattan ed è molto famosa.»
«Già. Pensa che è vicinissima al World Trade Center.» spiega Elena.
Sentire quel nome mi mette tristezza. Pensare a quante persone sono morte nell'attacco alle Torri Gemelle mi fa venire un vuoto allo stomaco. È stato quasi quattordici anni fa, ma il ricordo è ancora vivo per molte persone. Saranno quattordici anni tra due giorni.
Io, le mie cugine e Claire non vivevamo qui a New York all'epoca. Io ed Amy vivevamo a Philadelphia, mentre Elena e Claire a Hartford.
Scaccio quel pensiero triste e intanto Claire dice ad Elena che è molto fiera di lei e che finalmente ha ottenuto quello che voleva.
Ci congratuliamo di nuovo con lei e poi l'abbracciamo.
Verso le undici io ed Amy andiamo a letto, mentre Elena e Claire rimangono sveglie a guardare la tv.

Welcome to New York (ripubblicazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora