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Amy


Quando apro gli occhi mi guardo intorno e per un attimo non capisco dove sono. Poi vedo la bacheca appesa al muro dove ci sono foto con me, Maya, Elena e Claire, e realizzo. Sono nella camera di Elena. Io e Maya abbiamo dormito con lei stanotte. È stato così bello dormire con loro, ed Elena mi è mancata molto. Sono piuttosto abituata a dormire con qualcuno, con il mio ragazzo per l'esattezza, ma non con le mie cugine.
Mi alzo dal letto, facendo il meno rumore possibile, e vado alla finestra. A dire la verità ci sono tre finestre, così mi metto davanti a quella al centro. Guardo fuori e vedo delle macchine passare. Poi vedo alcune persone camminare e un ragazzo che porta a spasso il suo cane.
La camera di Elena dà sulla via principale e la adoro. È così bella questa camera, questa casa e questa città. Io amo New York e ancora non ci credo che vivrò qui, dove tra l'altro vive il mio ragazzo. Finalmente potremmo vederci ogni volta che vogliamo.
Chissà che ore sono. Raggiungo la cassettiera dove ho lasciato il mio cellulare e lo accendo. Appena si accende vedo che sono le dieci, così decido di non svegliare Elena e Maya.
Le guardo dormire e sorrido.
Maya ha alcune ciocche dei suoi lunghi capelli biondo cenere sul viso, ed è girata su un lato, mentre Elena è a pancia in su, e i suoi capelli castano scuro sono dietro la sua nuca.
Elena è sempre così perfettina, così posata, anche mentre dorme, ma allo stesso tempo è anche maldestra e goffa.
Mi piacciono i suoi capelli, penso fra me e me, mentre glieli osservo. Come colore sono simili ai miei, però io li ho mossi che mi arrivano al mento, e con la frangia.
Improvvisamente mi viene un'idea. Prendo l'Instax rosa di Elena e faccio una foto alle mie cugine mentre dormono. Spero che non si arrabbi per averla usata, ma sono così tenere che non ho resistito.
Mentre sto infilando la foto dietro il nastro della bacheca appesa al muro, sento una voce femminile che non sono abituata a sentire.
«Siete già sveglie?» chiede Claire, sulla soglia della porta.
«Solo io.» rispondo.
«Ciao, Amy.» mi saluta lei.
È carina Claire, mi piace. I suoi occhi azzurri sono bellissimi e con quei lunghi capelli biondi con i boccoli sembra una bambola. È alta come Elena e Maya, e io mi sento un puffo con il mio metro e sessanta. L'unica cosa che non mi va a genio di lei è il piercing che ha al naso, il septum, ma sono sicura che non andrà a genio neanche ad Elena, conoscendola.
«Ciao, Claire.» la saluto anch'io.
«Aww, ma come sono carine.» esclama lei, vedendo Elena e Maya.
«Vero?»
«Siamo rimaste a dormire con lei stanotte. Ci mancava.» aggiungo, per spiegarle perché siamo nella stanza della sua amica.
Lei mi guarda e mi sorride, senza dire nulla.
«Vuoi svegliarle?» mi chiede.
«Naa.» rispondo io, osservando le mie cugine.
Poi vedo Elena aprire gli occhi. Appena mi vede mi fa un gran sorriso, poi dice:
«Buongiorno.»
Io e Claire le diamo il buongiorno, e intanto si sveglia anche Maya.
«Buongiorno.» dice, stropicciandosi gli occhi azzurri.
«Eravate così carine.» esclama Claire.
«Abbiamo dormito tutte e tre insieme.» spiega Elena.
«Lo so, me l'ha detto Amy.»
Noto un pizzico di gelosia nel tono di voce di Claire. Non la conosco bene e l'ho vista solo alcune volte quando io e Maya siamo venute a trovare Elena, però noto anche il suo sguardo piuttosto scocciato. Immagino che lei non abbia mai dormito con Elena.
«Quando ti sei svegliata?» mi chiede Elena, mettendosi i capelli dietro le orecchie.
«Una decina di minuti fa, più o meno.» le rispondo.
«Che ore sono?» chiede invece Maya.
«Le dieci passate.»
«Allora andiamo a fare colazione.» dice Elena, alzandosi dal letto.
«Sì, andiamo.» concorda Maya, alzandosi anche lei dal letto.

«Tu non mangi, Claire?» le chiedo, mentre bevo semplicemente una tazza di latte.
«No, prima sono uscita e ho preso il mio solito caffè da Starbucks.» mi spiega lei.
Intanto Elena sta facendo colazione con tre pancakes con lo sciroppo d'acero e un succo di frutta, mentre Maya sta mangiando i Corn Flakes nella tazza di latte.
«Sbaglio o mercoledì è il tuo compleanno, Maya?» esclama Elena, poco dopo.
«Non sbagli.»
«Allora dovremmo festeggiare.» afferma Elena, bevendo un sorso del suo succo.
«Sì, infatti.» concordo io.
«Sì, dobbiamo festeggiare. Cosa vuoi fare di bello?» le chiede Claire.
«Non ho in programma niente, a dire la verità.» risponde Maya.
«Potremmo andare a ballare.» propone Claire.
«Sì, però il venerdì o il sabato che sono le serate migliori.» salta su Elena.
«Da quant'è che non vai in discoteca?» aggiunge.
«Un mese forse.»
«Allora andiamoci per il tuo compleanno, dai.»
«Sì, volendo sì.» dice Maya, ma sembra poco convinta.
D'altronde non è tanto abituata ad andare in discoteca, come me. Ci sarò andata sì e no dieci volte in diciassette anni.
«Amy, tu che dici?» mi chiede Claire, prendendomi alla sprovvista.
«Sì, si potrebbe andare.» rispondo.
«Solo se volete, eh.» ci dice Elena.
Evidentemente ha visto le nostre facce poco convinte.
«Sì, io voglio andarci.» dice Maya, mettendo in bocca il cucchiaio pieno di Corn Flakes.
«Anch'io.» concordo io.
«Bene.» dice Elena, finendo il primo pancake.
«Cosa fate per il resto della giornata?» chiede Maya, bevendo un sorso di latte.
«Io lavoro dalle due alle sette.» risponde Claire.
«Io dalle tre alle otto.» risponde invece Elena.
Vorrei stare con lei anche oggi, ma deve lavorare. Ma ho tantissimi altri giorni per stare con lei.
Mi abituerò a vederla tutti i giorni, ogni volta che voglio. Stessa cosa con il mio ragazzo, George. Non sono abituata ad averli nella mia stessa città, o meglio, la loro città, visto che New York non è la mia città, anche se lo è diventata da ieri. Sono abituata ad avere i minuti contati con loro, sono abituata a vederli solo in giorni che decidiamo, ma d'ora in avanti sarà tutto diverso. Finalmente. Per un attimo mi sento un'adulta, anche se ho solo diciassette anni.
«A cosa stai pensando, Amy?» mi chiede Elena, distraendomi dai miei pensieri.
«Che finalmente potrò vedere te e George quando voglio.» rispondo io, sorridendole.
«Già.» mi dice lei, sorridendomi.
Vado da lei e l'abbraccio.
«E questo per che cos'era?» mi chiede lei, visibilmente contenta del mio gesto inaspettato.
«Per niente. Mi andava semplicemente di abbracciarti.»
«Aww.» dice lei.

«Potresti vedere George oggi pomeriggio visto che io e Claire siamo al lavoro.» esclama Elena, mentre stiamo pranzando.
«Sì, volendo sì. Ma tu, Maya, cosa farai?» le chiedo io.
«Posso fare un giro in zona, e posso andare a trovare Elena e anche Claire magari.» risponde lei.
«Sicura?»
«Sì, non preoccuparti. Vediti pure con George.»
«Okay.» dico io, sorridendole.
Appena abbiamo finito di mangiare chiamo George e decidiamo di vederci alle quattro.
Visto che non sono ancora esperta con i mezzi pubblici di questa città lui mi verrà a prendere e andremo a Central Park.
Sono arrivata ieri mattina e non ci siamo ancora visti, perché ieri sono stata tutto il giorno con le mie cugine e Claire, giustamente.

Quando sento suonare il campanello chiedo a Maya se può andare ad aprire. Due minuti dopo sto correndo verso l'entrata dove mi aspetta il mio ragazzo che finalmente potrò vedere ogni volta che voglio, per tutto il tempo che voglio.
«George!» urlo, correndo verso di lui e gettandogli le braccia intorno al collo.
«Amy.» dice lui, stringendomi forte.
Non lo vedevo da due settimane, ma ogni volta che ci vedevamo sembravano passati secoli.
«Come stai, amore?» mi chiede lui.
«Benissimo ora che siamo insieme. Tu?»
«Benissimo anch'io.»
«Vedo che hai già conosciuto Maya.» dico io, guardando mia cugina.
«Sì, prima che arrivassi tu.» risponde lui.
«È spiritoso il tuo ragazzo, Amy.» afferma Maya, sorridendo a George.
«Già.» concordo io, stringendogli le guance con una mano.
«Andiamo, amore?» esclama George.
«Sì.» rispondo.
«A stasera, Maya.» aggiungo.
«A stasera, Amy.» dice lei, e io e George usciamo di casa.

«Allora, come ti trovi qui a New York?» mi chiede George, mentre stiamo passeggiando nei pressi della Bethesda Fountain, a Central Park.
«Benissimo, anche se è solo da ieri che sono arrivata. Ma sai che amo questa città.»
«Sì, lo so.» dice lui, stringendomi in vita.
Bevo un sorso del mio tè al limone e gli sorrido.
«È così bello questo parco.» dico io, guardandomi intorno.
«Sì, lo è. Credo che sia il mio posto preferito qui a New York.» afferma lui.
«Chissà quale diventerà il mio posto preferito.» dico io, pensando al mio futuro in questa città.
«Spero il mio stesso posto preferito.» dice lui, dandomi un bacio.

«Sai di cosa avrei voglia ora?» salto su, mentre siamo seduti sul bordo della riva del lago.
«Di cosa?»
«Di un bel pretzel. Sono secoli che non ne mangio uno.»
«C'è un chioschetto proprio sulla strada, dopo la scalinata. Se vuoi posso prendertene uno.»
«Se non ti dispiace...» rispondo io.
«No, anzi, quasi quasi me ne mangio uno anch'io.»
Cinque minuti dopo mi sono spostata a sedere sul bordo della fontana, quando vedo arrivare il mio ragazzo. Lo osservo e non mi sembra vero di essere finalmente a New York. È stato tutto così inaspettato e veloce il mio trasferimento qui.
Lo guardo scendere le scale. È alto 1.75, magro, con i capelli corti lisci e biondi, e la sua capigliatura è indescrivibile, avendo i capelli sempre scompigliati. Ha dei bellissimi occhi azzurri, di un azzurro particolare, molto chiaro, ha il naso grande, e questa cosa mi fa sempre ridere. Lo prendo in giro spesso, in modo scherzoso ovviamente, poi ha le sopracciglia marroni, nonostante lui sia biondo, e la carnagione chiara, cosa che apprezzo, visto che anch'io ce l'ho chiara con tanto di lentiggini sul viso.
Arriva con due pretzel in mano e una bottiglietta d'acqua e si siede accanto a me.
«Ecco a te, amore.» mi dice, dandomi uno dei due pretzel.
«Grazie.» dico io, prendendo il pretzel e dandogli un bacio veloce.
Adoro le sue labbra perché sono carnose ma anche sottili. Il labbro inferiore è carnoso, mentre quello superiore è sottile, e credo che la sua bocca sia piuttosto grande.
Addenta un pezzo di pretzel e mi sorride. Sembra un bambino felice, penso fra me e me. Io ridacchio e mangio anch'io un pezzo di pretzel.
Wow! È buonissimo, e non me lo ricordavo così buono. Dovrebbe essere la merenda di tutti i giorni.
«Non me lo ricordavo così buono.» affermo io.
«Potrei prendertene uno ogni volta che ci vediamo.» mi dice lui.
Per un momento credo che mi abbia letto nel pensiero, ma poi penso che sia solo un buon fidanzato.
Improvvisamente penso a mia cugina Elena. Ci ha detto che non ha un ragazzo e che è da un bel po' che non ce l'ha, ma che vorrebbe trovare l'amore. Non sa cosa si perde ad avere un ragazzo, un ragazzo che ti ama per ciò che sei, e che si prenda cura di te. Spero solo che lo trovi presto perché l'unico affetto che dà è a me, Maya e Claire, e l'unico che riceve è da noi.
Passo il resto del pomeriggio a Central Park con il mio ragazzo, poi lui mi riaccompagna a casa, dove ceno insieme alle ragazze.

Welcome to New York (ripubblicazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora