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Elena


Mi giro e mi rigiro nel letto. Non ho chiuso occhio stanotte. Ho solo pianto, e Niles non era accanto a me, ma non posso biasimarlo perché l'ho trattato malissimo.
Non può amarmi, non può dirmi che mi ama dopo soli due mesi. Nessuno ama quelle come me, quelle pessimiste, negative, melodrammatiche, insopportabili e autodistruttive. So che posso essere meglio di così, so di esserlo, ma ci sono anche i lati negativi in me e probabilmente ci saranno sempre.
Mi alzo dal letto e piango ancora, perché so che di là Niles sta dormendo, o forse è sveglio come me.
Faccio pipì e mi vesto velocemente, poi raggiungo la camera di Niles.
È sotto le coperte e sta dormendo per fortuna.
È bellissimo, come sempre, e sembra così tranquillo mentre dorme.
Come fa ad essere così tranquillo dopo quello che è successo stanotte? Io sono talmente triste che niente potrebbe risollevarmi il morale.
Mi allontano da camera sua piangendo e poi esco di casa.
Torno verso casa con la mia macchina e non voglio dover raccontare alle ragazze quello che è successo stanotte. Penso che mi chiuderò subito in camera e non ne uscirò più.
Quando sto attraversando il ponte di Brooklyn, noto che stanno iniziando a cadere dei fiocchi di neve. Perfetto, ci mancava solo la neve per completare l'umore che ho da quando Niles mi ha detto quelle parole.
Avevano previsto un'abbondante nevicata per questo weekend e direi che ci hanno azzeccato, ma per ora sono solo pochi fiocchi.
Quando arrivo davanti a casa, parcheggio la macchina in strada ed entro. Per fortuna non c'è nessuno, anche perché da quel che so Amy andava da George, Maya da Bryan e Claire da Alex.
Salgo al piano di sopra, mi strucco, mi metto il pigiama e vado a letto.

Sento qualcuno che mi chiama in lontananza, poi sempre più vicino.
Apro gli occhi a fessura e vedo Claire davanti a me, davanti al mio letto. Li apro per bene ed è seduta su una sedia, che sta guardando il cellulare.
Mi sento improvvisamente all'ospedale. Io sul letto, distrutta fisicamente e mentalmente, e lei sulla sedia accanto al mio letto.
Mi muovo leggermente, così lei mi guarda ed esclama:
«Oddio, finalmente ti sei svegliata!»
Non dico niente e mi giro da una parte.
«Maya, Amy! Elena si è svegliata!» esclama Claire.
Pochi secondi dopo le mie cugine sono in camera mia e mi stanno parlando, ma io neanche le sento, neanche mi interessa quello che mi stanno dicendo.
«Elena, c'è un sacco di neve fuori. Devi venire a vedere, devi venire fuori a vedere.» esclama Amy, tutta entusiasta.
«Sì, Elena, c'è davvero tantissima neve fuori.» salta su Claire.
«Alex e George la stanno spalando qui davanti. Che bravi gentiluomini.» aggiunge.
L'avrebbe fatto anche Niles. Se solo non avesse rovinato tutto.
Tiro le coperte fino alla testa e piango.
«Elena?» mi chiama Claire.
So che mi sta guardando, anche se non riesce a vedermi.
«Elena, devi uscire da questo letto. È da stamattina che non ti muovi da qui.» esclama Amy, e sento la sua voce troppo vicino a me per i miei gusti.
«Esatto. E devi anche mangiare.» salta su Maya.
Smettetela di dirmi cosa devo fare. Voglio restare qui. Non voglio vedere la luce del sole, non voglio vedere la neve, non voglio vedere nulla.
«Elena?» mi richiama Claire, e sento che si avvicina a me.
Non mi muovo, non parlo, non faccio nulla.
«Dovremmo chiamare Niles, ragazze?» chiede Claire.
No! Non azzardarti a chiamare Niles, Claire!
«Non lo so, Claire, ma prima o poi dovrà alzarsi, dovrà mangiare, dovrà lavarsi.» risponde Amy.
«Io non lo chiamerei per ora.» risponde invece Maya.
«Non sappiamo neanche cos'è successo.» dice Claire.
«Quando sono tornata a casa e l'ho vista qui sul letto, ho chiamato voi e poi ho chiamato Niles. Mi ha solo detto che era successo qualcosa e che quando si è svegliato stamattina lei non c'era più.» aggiunge.
Grazie per non averle detto nulla, Niles.
«Quindi avrà sicuramente litigato con Niles.» afferma Amy.
«Sicuramente.» concorda Maya.
Continuano a parlare fra di loro e io sento solo quello che voglio sentire.
Passa un giorno e io mi alzo solo per andare a fare pipì e mangiare quelle pochissime cose che Claire mi ha portato in camera, senza che le ragazze se ne accorgano, e arriva domenica.
Apro gli occhi ad un certo punto della mattinata, o almeno credo sia mattina, e mi alzo per andare a vedere la neve fuori dalla finestra.
Wow, c'è davvero tantissima neve. Ci sarà almeno un metro di neve e le macchine non si riescono neanche a muovere.
Non amo la neve a prescindere e non ho proprio voglia di vederla, così torno a letto.
Passa la giornata e le ragazze vengono a parlarmi, a portarmi da mangiare e da bere, ma io non ho voglia di parlare, mangiare e bere.
Mangio solo una tazza di cereali al miele fatti ad anellini, e solo perché mi piacciono tanto.
Di sera Claire viene a chiedermi se domani andrò alla HarperCollins, ma io non le rispondo. Non parlo da venerdì sera, da quel no detto a Niles.
Così sento che dice alle ragazze che domani mattina telefonerà alla HarperCollins, dicendo che non andrò al lavoro perché sono malata.
Grazie, Claire, ti voglio bene per questo.
Nessuna delle ragazze mi costringe a parlare per fortuna, perché non ho nessuna voglia di spiegare loro cos'è successo.
Arriva anche il lunedì. Le mie cugine vanno a scuola, mentre Claire mi saluta quando va a lezione, dandomi un bacio sulla fronte.
Mi viene subito da piangere, ma per fortuna lei non se ne accorge perché è già uscita dalla mia camera.

Welcome to New York (ripubblicazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora