1; Luigi

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Mio padre mi sta rovinando la vita. Ho rinunciato al mio sogno più grande per non sentirlo lamentarsi. Io detesto il motivo per cui mi alzo la mattina con tutto me stesso e a lui non gliene importa nulla.

John mi ha chiamato stamattina per parlare di un'operazione importante che spetta a me, stranamente. Il suo compito è quello di portarmi sulla retta via, ma è inconsapevole del fatto che sta facendo tutto il contrario.

<<Non ho voglia di occuparmi di una storia del genere, papà. Neanche sotto tortura>>

Cerco di fargli capire che è un assurdità, che non ho la giusta esperienza con i pazzi di questa grande città. Non cede alle mie preghiere.

<<È una passeggiata! Devi solo conoscere questa famiglia di hippie, spiegargli quello che abbiamo in mente di fare e se rifiutano, agisci con le cattive maniere. Cosa c'è di così tanto difficile figliolo?>>

Sospiro sconfitto, nessuno può competere con mio padre. Una volta che ha deciso una cosa, non cambia idea neanche sotto tortura.

<<Se non è difficile papino, puoi tranquillamente farlo tu. Io sono molto impegnato in questo periodo, non ho tempo da perdere con questi hippie del cazzo>>

La sua faccia in questo momento è sconvolta, si guarda intorno con aria sfacciata e non capisco perché.

<<Figlio mio, sei sempre più simpatico, ma mi dispiace comunicarti che certe esclamazioni in questi uffici, non possono essere utilizzate>>

Un profumo orribile si insinua nella profondità del mio naso, lasciandomi senza respiro. Percepisco la presenza della sua segretaria in piedi, proprio davanti alla porta. Che ci fissa.

<<È un modo cortese per dirmi che non devo dire la parola cazzo?>>

Ora mio padre sta sudando freddo. Se solo questo pezzo di merda non fosse stato il capo! Giuro che avrei fatto di tutto pur di farlo licenziare.

<<Ora se permetti, devo proprio scappare. Oh e per favore, dì alla tua carissima segretaria di cambiare profumo perché mi sta facendo girare la testa...>>

Mi volto in modo sensuale, guardandola fisso negli occhi. Arrossisce subito e si porta una ciocca della chioma perfetta dietro l'orecchio.

<<Dal ribrezzo.>>

Esco di scena vittorioso, ma consapevole del fatto che mio padre non mi lascerà in pace finché non accetterò di portare a termine questo incarico ridicolo.

<<Logan anche da lontano si capisce che sei una testa di cazzo, ora puoi anche offrirmi qualcosa da bere.>>

Uno dei miei migliori amici mi guarda scocciato, probabilmente irritato dai miei soliti commenti fastidiosi.

<<Ciao anche a te Luigi, amico di una vita, sei speciale per me, voglio che tu sia il mio testimone il giorno delle mie nozze, con la prima tettona che guarderà me e non te.>>

Mi lascio andare in una delle mie rarissime risatine, che stavolta non sono riuscito a trattenere. Il tono di voce di Logan è andato scemando consapevole che tutte le sue dicerie, non si verificheranno mai per davvero.

<<Comunque parlando di cose serie, hai una brutta faccia oggi, sembra che tu abbia portato a letto almeno una decina di bionde in una sola volta.>>

Gioco con il liquido contenuto dentro il bicchiere, per sbaglio rovesciandone un po' sul bancone.

<<Mio padre, vuole affidarmi un'altra cazzata ma non so se voglio veramente accettare.>>

Mi guardo intorno incerto, alla ricerca di una vera bionda con cui spassarmela stanotte.

<<Con tuo padre non ci sono possibilità Luigi, dovresti saperlo meglio di me. Qualsiasi cosa ti abbia accennato, tu devi accettare.>>

Stavolta lancio bruscamente la bibita lontana da me.

<<Sai che c'è cazzo? Forse dovresti esserne felice, fai il culo a tuo padre e dimostragli che non deve insegnarti niente. Che il signor cazzone Luigi può tutto, ma non solo portarsi a letto chiunque.>>

Lo fulmino con lo sguardo, comunicandogli silenziosamente che si pentirà di questo nomignolo. Però in effetti non si sbaglia, potrebbe essere una rivincita personale. Ma soprattutto dimostrerei allo stronzo di mio padre che sono Luigi Strangis, non c'è una cosa che io non sappia fare.

<<Hai ragione. Ci penserò domani, però. Ne ho adocchiata una laggiù.>>

Ingoio un lungo sorso di un cocktail non mio, poi mi avvicino pensieroso alla biondina provocatrice. Una strana sensazione mi brucia nel petto, sento che questa situazione non porterà a nulla di buono, ma allo stesso tempo ho voglia di accettare.

Cosa mi sta succedendo?

<<Brutta stronza attenta a dove metti i piedi!>>

Sento la voce stridula della biondina che mi sta trascinando per il braccio in bagno discutere, cerco di liberarmi ma non faccio in tempo. Fa per alzare le mani in direzione della ragazzina, ma riesco a bloccarla.

<<Ma che cazzo ti prende?>>

Mi guarda infastidita come se l'avessi stuzzicata ma lasciata a metà.

<<Dì alla tua fidanzata di farsi visitare, ne ha bisogno. Ma poi perché sei in costume? È inverno!>>

Lo sguardo mi cade sulla vittima della situazione, è una ragazza estremamente bassa, con i capelli lunghi e marroni. Lo sguardo è profondo e tagliente, ma le iridi le brillano come non ho mai visto fare a nessun'altra. Le sue forme sono poco visibili, indossa una felpa infantile e un jeans stretto particolarmente orribile. Sembra una bambina.

<<Tu brutto coglione che cosa ti guardi eh?>>

Rabbrividisco dalla tensione che invade il mio corpo, come si permette a insultarmi con quella cazzo di voce irritante?

<<Senti bimba.>>

Mi avvicino e la costringo con le spalle al muro. Sento il suo fiato farsi strada lungo il mio collo.

<<A meno che tu non voglia guardare, ti consiglio di togliere il tuo bel culetto da qui e lasciarci in pace. Siamo d'accordo?>>

Le passo il dito sul labbro inferiore, prendendomi  palesemente gioco di lei.

<<Fanculo.>>

La vedo correre in mezzo alla mischia di corpi mezzi nudi e sudati, quasi mi fa tenerezza.

Solo per paura// Luigi StrangisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora