14; Lilith

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Stasera mi sono concessa una cena con la mia migliore amica, ma non è andata come speravo.

Ripenso alla notte in camera di Luigi, il suo corpo in perfetta sintonia con il mio, alla dolcezza con cui mi ha risvegliato...

Sono fottuta. Ci ripenso perché mi è piaciuto e non voglio ammetterlo.

<<Stasera mi sembri molto distratta, sicura che vada tutto bene?>>

Annuisco per l'ennesima volta, esausta per la curiosità di Noah. Non la sopporto più.

<<C'è una nuova fiamma Lilith? Ti conosco troppo bene.>>

Roteo gli occhi verso il cielo e ingoio il resto della mia bevanda analcolica. Solo per ignorare le sue continue domande.

<<Non c'è nessuno, Noah. Sono semplicemente stanca e preoccupata per la situazione dei miei genitori.>>

I suoi occhi indugiano nei miei, per un attimo. Non è particolarmente convinta, ma l'importante è che smetta di parlottare.

All'improvviso vedo entrare Logan, che sembra molto preoccupato e in cerca di qualcuno in particolare.

<<Logan! È successo qualcosa di grave? I tuoi occhi sono spaventosamente->>

Non sembra avere molta pazienza, perché mi sbraita contro. Faccio un passo indietro ma lo capisco.

Dev'essere successo qualcosa di veramente grave.

<<Lo so come sono i miei occhi, cazzo! Ma Luigi in questo momento è più importante dei miei fottuti occhi.>>

Il battito cardiaco accelera violentemente.

<<Cosa diavolo è successo? Dov'è Luigi?>>

Chiedo con tono flebile ma deciso, Logan sembra accorgersi del mio interesse per la questione. Mi sorride debolmente.

<<Vorrei saperlo anch'io. È stato minacciato, non riesco più a rintracciarlo. Ho paura, Lilith.>>

Torturo le mie mani con prepotenza. Cerco di trovare una soluzione, ignorando le occhiate sfuggenti della mia migliore amica

Luigi non merita di soffrire per la violenza che questo mondo non può sconfiggere, come è successo a me.

<<Dividiamoci. Tu cercalo in ogni locale possibile della città, io controllo nei suoi posti preferiti. Ormai credo di conoscerli tutti.>>

Stringo la mano di Logan, gli rivolgo un'occhiata speranzosa e non saluto neanche Noah. Che mi guarda imperterrita.

Corro lungo il marciapiede, controllo ogni vicolo. Anche quello più insicuro.

<<Luigi! Dove sei? Puoi sentirmi?>>

Grido il più possibile, per farmi sentire.

Finché non sento un lamento insinuarsi nelle mie orecchie, e quando il mio sguardo incontra il suo corpo dolorante e disteso per terra, cedo sulle mie gambe.

<<Luigi!>>

Grido come una pazza, non mi interessa di quello che può pensare la gente che ci circonda.

La mia priorità in questo momento è dargli una mano.

<<Luigi Luigi, cosa ti è successo? Stai bene? Puoi camminare?>>

Prendo il suo volto tra le mani, fredde e tremolanti. Per fortuna è cosciente e può vedermi.

<<E-Ei bimba, non preoccuparti per me. Non è la prima volta che succede, sai?>>

Mi sorride con la poca forza che gli rimane, mentre cerco di rimetterlo in piedi.

Spalanco la porta di casa sua con uno scatto veloce, usando le chiavi di riserva trovate sotto il tappeto.

Mi aspetta una nottata molto lunga.

Solo per paura// Luigi StrangisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora