30; Luigi

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È passato molto tempo dall'ultima volta che ho fatto visita alla mamma.

Ero ancora un adolescente immaturo quando decisi di non voler più rivedere quel posto, perché il suo sorriso e il suo sguardo fisso nel mio mi faceva rabbrividire.

Il rapporto con la mia famiglia è sempre stato molto complicato. Mio padre era un uomo violento, quando sentivamo la chiave girare nella serratura, per me era il momento di scappare e tappare le orecchie.

Ammetto che la maggior parte delle volte non ascoltavo le dritte che mi venivano date. Conoscevo mio padre e sapevo bene quello che faceva.

Così come conoscevo molto bene mia madre, sapevo che quand'ero bambino e passavo intere giornate in compagnia della domestica Maria, era perché frequentava un altro uomo.

Ero un bambino, ma ho sempre dimostrato di essere intelligente, forse più del dovuto.

Quando ho conosciuto la famiglia di Lilith, ho capito ancora di più quanto la mia fosse un problema.

Sua mamma è una donna dolcissima, sempre presente per la figlia e molto premurosa con il prossimo.

Il padre è un campione, troppo simpatico e divertente, sempre con le labbra incurvate verso l'alto.

E la nostra bimba, la donna che ho sempre desiderato di avere al mio fianco, colei che posso oramai definire mia moglie.

Sono ancora incredulo, grazie a lei la mia vita ha preso una svolta del tutto inaspettata, ma senza ombra di dubbio meravigliosa.

Ho finalmente lasciato perdere le nottate passate in bianco, le sostanze tossiche e tutte le ragazze che non volevano altro oltre il mio corpo.

Mi sono dedicato con tutto me stesso alla mia relazione, ho trovato una buona sistemazione per la famiglia di Lilith... cos'altro?

Ho finalmente lasciato il lavoro che mio padre mi ha sempre obbligato a fare, non prima di averlo mandato in bancarotta e di aver infamato il suo nome. In anonimo, ovviamente.

Ho avverato il mio sogno, sono in giro per una tournée. Io, la mia chitarra e Lilith. Che mi supporta in una maniera incredibile.

Non ho venduto la mia vecchia casa, perché ancora io e la mia fidanzata non conviviamo.

Non abbiamo deciso se comprarne una nuova o mantenere la mia, ma una cosa certa è che Maria starà con noi.

In questo momento stiamo passeggiando per le strade della nostra città, prima di ripartire, mano per la mano.

Penso al ragazzo rinchiuso dentro una macchina costosa e malinconica, che desiderava con tutto il suo cuore di essere una persona libera, di essere una persona normale e felice.

<<Devo parlare con te, amore.>>

Le sorrido e mi fermo per ascoltarla in modo più tranquillo.

<<Sono tutt'orecchi.>>

Lilith ricambia il mio sorriso, la sua espressione non promette niente di buono.

<<È successa una cosa, avrei voluto parlartene prima ma non ho avuto il coraggio di farlo.>>

Sento il cuore battere forte, il fiato sempre più corto. Ho bisogno di sapere e sentirmi leggero.

<<Non tenermi sulle spine, bimba. Lo sai che non sono una persona molto paziente.>>

Le scappa una risata isterica.

<<Sono incinta.>>

Dice tutto d'un fiato, sgrano gli occhi.

<<Non so come spiegarlo, ma è successo. Probabilmente ho preso l'influenza e l'effetto della pillola è sparito.>>

Il tono della sua voce è pieno di ansia e preoccupazione.

Io cerco di metabolizzare l'informazione, prima di dire qualcosa.

<<Bimba.>>

Faccio un lungo respiro, ma poi non riesco a trattenere la gioia.

Afferro Lilith tra le mie braccia e le faccio fare una lunga giravolta.

<<Non mi interessa sapere com'è successo.>>

Il suo sguardo incontra il mio, è ancora incerto.

<<Davvero?>>

Annuisco.

<<Mi hai dato la notizia più bella che esista.>>

Le stampo un bacio sulle labbra.

<<Pensavo ti arrabbiassi...>>

Rido perché altrimenti scoppierei a piangere dall'emozione.

<<Amore mio, come posso arrabbiarmi? Creare una famiglia con te è un privilegio, non posso che andarne fiero.>>

All'improvviso sfoggia il suo sorriso più bello, rischio di perdere i sensi.

<<Dobbiamo festeggiare.>>

Sussurra ad un centimetro dalle mie labbra, mi circonda il collo con le sue braccia.

<<Adesso o stanotte?>>

Le chiedo, sussurrando come lei.

<<In entrambe le occasioni, ma in modo diverso.>>

Mi esce un risolino.

<<Molto volentieri, bimba.>>

Lascio incontrare le nostre lingue, non mi interessa di essere in pubblico. Quando ho Lilith accanto, tutto il resto non conta niente.

<<Ti amo, incasinato del mio cuore.>>

La stringo ancora più forte.

<<Io di più, mia dolce bimba. E comunque questa felpa ti sta molto bene.>>

La felpa di Trilli...

Solo per paura// Luigi StrangisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora