Non abbiamo usato il preservativo. Ho deciso di rischiare e ammetto di essermi comportato male, ma qualcosa mi ha spinto a farlo senza.
Devo solo sperare che la bimba prenda la pillola, altrimenti siamo fottuti. È impossibile perché ho cercato di evitarlo, ma non improbabile.
Mi prendo il permesso di osservarla un'altra volta, mentre dorme sul mio letto. Lilith è veramente una bella ragazza, diversa dalle solite, più bambina e con lineamenti più dolci.
Cazzo, inoltre è la prima con cui ho fatto sesso senza protezioni e con cui ho fatto sesso nella mia fottuta stanza.
Stanotte ho detto una cosa che mi ha imperterrito. Mi sono quasi odiato, in quel preciso istante.
"Per farti le coccole"
Ma che cazzo significa? E soprattutto, non posso rischiare che la mia bimba soffra per l'impossibilità che ho di amare.I miei genitori non mi hanno mai raccontato cos'è stato e cos'è l'amore per loro.
Come posso pretendere di innamorarmi di una persona, di una ragazza? È ridicolo.
Però sembrava così contenta, i suoi occhi hanno brillato più del solito. Uh santo Dio, questa ragazza mi sta fottendo il cervello.
Le appoggio delicatamente la testa sul mio petto, le traccio il contorno delle labbra con il polpastrello dell'indice. Sperando di non svegliarla.
Le massaggio l'addome nudo e mi trattengo quando sorpasso il seno. Lascio ondeggiare la mia mano sulla sua testa, le sto facendo i grattini.
Cristo santo! I grattini, io. All'improvviso la sento più vicina, il suo braccio sinistro mi avvolge il busto. Perché mi sento così bene con la bimba? Perché mi lascio abbracciare?
<<Buongiorno Luigino, come mai sei già sveglio? Stai architettando un modo per mandarmi via?>>
Rimane nella stessa posizione, non mi guarda. Sento solo il suo fiato solleticarmi il petto.
<<Che tu voglia crederci oppure no, non è così.>>
Sorrido e continuo con il mio massaggio alla testa. Preferisco chiamarlo così. Sembra meno romantico.
<<Alla fine hai ceduto, abbiamo vinto entrambi.>>
Mi dice all'improvviso, con la voce ancora impastata dal sonno. Non rispondo ma le rivolgo un verso curioso.
<<Ti ho concesso il mio corpo e tu il tuo lato più premuroso.>>
Osservo il soffitto e ragiono sulle sue parole. Ha perfettamente senso, ha perfettamente ragione. L'idea non mi piace, però. Qualcosa mi turba.
<<Ok, adesso? Cosa abbiamo intenzione di fare?>>
Le chiedo, senza una vera e propria ragione.
<<Le cose sono due, o facciamo colazione insieme, oppure mi vesto e vado via.>>
Voglio che vada via? Assolutamente no. Voglio ammetterlo? Mai.
<<Non ho voglia di mangiare pietanze chimiche, quindi resti e mi prepari una colazione decente.>>
Trovo il mio diversivo e mi alzo. Il profumo della principessa scompare e vorrei stringerla un'altra volta.
<<È un modo per chiedermi di restare? Non fare il timido, Luigino.>>
Mi prende spudoratamente in giro e faccio il finto offeso. In realtà mi piace questo suo lato più ironico, le sue battute pungenti mi fanno rivoltare lo stomaco, ogni tanto, ma posso passarci sopra.
<<Ah, Lilith. Abbiamo fatto un'emerita stronzata ieri sera, e no, non mi rivolgo al fatto che abbiamo scopato.>>
Arrossisce e stavolta sono io a prendermi gioco di lei. Questo sì, che è il mio passatempo preferito.
<<Cosa abbiamo fatto?>>
Mi chiede curiosa, quasi preoccupata. Cazzo, in effetti...
<<Spero tu prenda la pillola, altrimenti c'è il rischio che tu sia incinta.>>
Sgrana gli occhi e mi lancia un cuscino in modo molto violento. Lei, nuda nel mio letto, che mi lancia un cuscino. E nonostante la sensibilità della conversazione, non posso non pensare a quanto sia attraente.
<<Prendo la pillola brutto bastardo, ma come ti salta in mente? Come puoi non usare nessuna protezione? Lo fai con tutte?>>
Roteo gli occhi verso il cielo, perché deve sempre specificare il fatto che ci sono più ragazze?
<<No, bimba. Solo con te senza preservativo e nella mia camera.>>
Arrossisce un'altra volta, poi mi raggiunge pericolosamente senza vestiti.
Mi ruba un bacio e si chiude in bagno.
Quel fottuto sorriso.
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Solo per paura// Luigi Strangis
Roman d'amourNon era una sensazione che lui riusciva a comprendere, non percepiva cosa celavano quegli occhi scuri, non si capacitava di quanto gli piacesse dondolare le sue dita lungo quella chioma ribelle. Luigi non sapeva che con il fuoco non si scherza, pe...