6; Lilith

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Mi allontano e cerco per un attimo di dimenticare l'attrazione fisica che provo per Luigi.

Il suo sguardo sorpreso conferma la mia teoria, ossia che neanche io gli sono indifferente e l'idea non mi dispiace.

<<Logan cosa cazzo vuoi? Ti ho chiesto di lasciarmi in pace.>>

Frustato si sistema il ciuffo ribelle, penso a quanto mi piacerebbe passarci le dita in mezzo.

<<Ti stavo cercando, c'è una ragazza che vuole parlare con te. È una bionda.>>

Questo ragazzo è completamente diverso dall'incasinato che ho davanti.

È alto quanto lui, ma la forma degli occhi è ben diversa, anche il colore, Logan è più magro e meno attraente.

<<Chiunque sia, non mi interessa.>>

Sbruffa irritato, probabilmente avrebbe voluto continuare con la sua sceneggiata.

<<Non preoccuparti Luigi, puoi raggiungere l'ennesima vittima del tuo gioco. Non pensare a me, infondo c'è Noah.>>

Gli faccio un'occhiolino provocatorio, prima di salutare il suo amico e tornare alla festa.

In realtà, io non volevo esserci. La mia migliore amica ha deciso di presentarsi comunque, però, quindi ho giustificato la mia mossa con la scusa di proteggerla.

Ma non è vero. Noah ha tutte le forze di tornare sana e salva dai propri genitori. È una ragazza testarda e molto violenta, quando vuole.

Quella in pericolo sono io, perché posso difendermi con le parole ma non con i fatti. Non con le cattive maniere, come dice Luigi.

<<Ei ragazzina, non ti abbiamo mai vista o sbaglio? Sei una nuova preda di Strangis?>>

Il tono di questo ragazzo è potente e parecchio terrorizzante, faccio un passo indietro ma non serve a niente.

<<Potresti farmi un regalo, non credo che dispiacerà a qualcuno. Che dici?>>

Si avvicina e mi passa un dito sulle labbra, un conato di vomito mi attraversa la gola.

<<In pubblico mi eccito di più, ma se vuoi possiamo andare in una delle camere.>>

Le sue mani mi avvolgono i fianchi con una forza innaturale, gli occhi mi diventano lucidi.

<<Michael hai cinque secondi scarsi per togliere le tue fottute mani.>>

Una voce rabbiosa e roca, ma senza ombra di dubbio più rassicurante, mi colpisce le spalle.

<<E perché mai?>>

Il ragazzo muscoloso sorride viscido e con un desiderio malsano negli occhi.

<<Non mi piace quando le persone toccano le mie cose.>>

Rabbrividisco, il tono di Luigi è deciso ma flebile. In più non capisco perché, ma vorrei voltarmi per capire se dice la verità.

<<Che fine hanno fatto le tue bionde? Non dirmi che ogni volta le fai mettere una parrucca, sarebbe ridicolo.>>

Il suo gruppo di amici ride, mentre io mi sento sempre più ridicolizzata.

I presenti non fiatano, molti sembrano preoccupati, ma nessun altro sorride. In effetti, questa battuta non è divertente.

<<Togli quelle cazzo di mani, Michael.>>

Insiste Luigi, che non riesco neanche a vedere. È dietro di me e non sembra avere il coraggio di avvicinarsi ancora un po'.

<<Come ti chiami, troietta?>>

Solo per paura// Luigi StrangisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora