17; Lilith

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Ho deciso di prendermi una settimana di pausa. Quest'ultimo periodo mi ha insegnato tanto, ma allo stesso tempo mi ha stancato.

La storia con Luigi, che mi tormenta in qualsiasi momento della giornata.

Noah che non ha intenzione di smettere di fare domande sulla questione. Io che non voglio dirle niente.

I miei genitori che hanno deciso di lasciare la città, proprio quando le cose hanno cominciato ad essere interessanti.

Che rabbia. Altro che camera, dovrei portare lui con me. Ma questo non lo ammetterò mai.

<<Posso sapere perché sei scomparsa e perché in questo momento non vuoi parlare con me?>>

Roteo gli occhi verso il cielo e cerco di guardare altrove. Però stiamo parlando di Noah, della mia migliore amica.

La ragazza che ottiene sempre quello che vuole. Sempre, senza troppe difficoltà.

<<Non sono scomparsa. Mi sono permessa di staccare la spina.>>

Annuisce insoddisfatta, ma è l'unica cosa che posso dirle.

<<E voglio parlare con te, ma di altro.>>

Torturo le mie pellicine e sfilaccio il mio braccialetto preferito. Mi sento strana stasera, ho il cuore che mi palpita forte sotto la maglietta.

<<Di cosa? Lilith, sei sicura di stare bene? Sei pallida.>>

Mi mordo il labbro inferiore e non le rispondo. Non saprei cos'altro dirle in questo momento.

<<LILITH!>>

Sento gridare dall'altra parte della stanza. Sgrano gli occhi quando Logan ci raggiunge con gli occhi fuori dalle orbite.

<<Logan, non c'entra Luigi stavolta, vero? Lui sta bene, vero?>>

Gli domando, agitata. Lui, purtroppo, mi osserva colpevole.

<<Ha bevuto tantissimo, è stato minacciato ma ho calmato gli animi e l'ho riportato a casa.>>

Cerca di regolarizzare il suo respiro, ma è visibilmente in difficoltà.

<<Cosa c'è di male, allora?>>

È dentro casa sua, al sicuro. Dov'è il problema?

<<È ubriaco marcio, Lilith. Dice cose senza senso, piange e mi parla del passato. Ripete insistentemente il tuo nome.>>

Ripete insistentemente il tuo nome. Sorrido imbarazzata e mi allontano per afferrare la mia giacca. Lui mi segue.

<<Logan, stai male anche tu. Noah, potresti prenderti cura di lui?>>

La mia amica mi dimostra un cenno affermativo e io la ringrazio. Logan mi abbraccia velocemente.

Poi mi incammino in direzione della casa di Luigi, ci metto circa una ventina di minuti per arrivare.

Il locale è lo stesso dell'altra volta. Io e Noah ci andiamo sempre, la sera, per bere qualcosa.

<<Luigi, sei in camera?>>

Dopo essermi intrufolata in casa, salgo le scale e raggiungo la stanza di Luigi.

<<B-bimba.>>

Arrossisco. Nonostante sia ubriaco, riconosce la mia voce e mi chiama con il suo nomignolo. Che io amo da impazzire.

Peccato non abbia nessun significato per lui.

<<Quello stronzo dice che tu non mi pensi mai. Ma non è così, v-vero Lilith?>>

In che situazione bizzarra e difficile mi sono cacciata. Comunque sì, è vero. Ci penso sempre, in ogni momento della giornata.

<<Certo che ti penso. Non dargli ascolto.>>

Menomale che è ubriaco e domattina non ricorderà più niente. Sai che vergogna...

<<Sei bellissima stasera, vuoi uscire con me?>>

Rido compiaciuta e mi siedo sulla poltroncina davanti alla sua. Gli afferro le mani e cerco di non farlo innervosire.

<<Certo che voglio uscire con te, però dopo una bella dormita.>>

Alza gli occhi al cielo e butta per terra la sua felpa. È senza maglia, Cristo santo, ma non è lucido.

<<Io non voglio dormire. Non voglio restare solo.>>

No, non cominciare Luigino. Non posso restare con te, non quando sei in queste condizioni.

È già pericoloso abitualmente, figurati in una situazione del genere. È rischioso.

<<Luigi devi riposare. Noi ci vediamo un altro giorno.>>

Gli sistemo il ciuffo, ribelle come al solito. Lui sospira. È molto stanco, ha gli occhi lucidi. Sta trattenendo qualche lacrima.

<<Io non conto niente per te. È per questo che vuoi andartene, tutte le donne sono così. Ti usano per scopare e poi ti lasciano solo come un cane.>>

Le sue guance sono umide. È la prima volta che lo vedo piangere.

È distrutto, ferito, e lo è per colpa mia.

<<Luigi dai, ti prego vai a dormire, sei ubriaco.>>

Gli prendo la mano. Lui mi guarda indeciso, ma poi si avvicina di colpo.

<<Lilith ti prego non lasciarmi solo, non fare come mia madre. Ti supplico.>>

Come sua madre? Cos'ha fatto sua madre?

Mi guarda con gli occhi spalancati, il viso stanco e le labbra corrucciate. È ubriaco, ma comunque tenero.

Allora decido di rischiare, faccio il necessario e mi metto nel letto con Luigi. Di nuovo.

<<Buonanotte bimba.>>

Solo per paura// Luigi StrangisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora