18; Lilith

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Sono veramente stanca. Ho passato la notte in bianco, perché ero e sono preoccupata per Luigi.

È la terza volta che intervengo in una delle sue cavolate. Non può mettersi sempre nei guai.

E cosa più importante, non può comportarsi così. Vuole il mio aiuto? Allora devo sapere qualcosa in più.

<<Lilith...>>

Spalanco gli occhi e cerco di mettermi comoda. Non mi ha mai lasciata libera, neanche un secondo.

<<Finalmente ti sei svegliato. Sto scomoda>>

Ammetto, solamente dopo un lungo e pesante sospiro. Ho voglia di sbattere la testa contro il muro.

<<Hai avuto la possibilità di dirmelo e non l'hai fatto>>

Ha ragione, ma non sono intervenuta perché penso che la situazione sia più delicata del previsto.

Non volevo e non voglio peggiorare le cose. Luigi non merita di soffrire così tanto.

<<Vieni qui>>

Scrolla il ciuffo, come sempre spettinato, e mi lascia accomodare sul suo petto. Avvolge il braccio intorno al mio collo e mi accarezza la mano.

<<Come ti senti? Mi stai facendo preoccupare più del previsto Luigino>>

Sbadiglia esageratamente e cerca di incontrare il mio sguardo. Cerco di non lasciargli questa possibilità, ma cedo alla tentazione.

<<In che momento della giornata mi pensi di più?>>

Mi chiede all'improvviso, sorprendendomi e ignorando la mia domanda.

<<In che senso? Sei ancora ubriaco?>>

Lo vedo sorridere compiaciuto. Che uomo bello e fastidioso che mi sono dovuta accaparrare.

<<Non sono per niente ubriaco. Semplicemente ricordo tutto quello che mi hai detto. O vuoi rimangiarti la parola, bimba?>>

Arrossisco violentemente e mi copro il viso con il palmo di una mano. Che imbarazzo...

<<Ti penso anch'io>>

Il mio cuore palpita forte. Non ho mai provato una cosa del genere con nessun ragazzo.

<<Davvero?>>

Gli chiedo, incredula. Mi metto comoda sulla pancia di Luigi e appoggio la testa tra le mani. Annuisce.

<<Ti penso ogni volta che voglio svegliarmi felice>>

È decisamente ubriaco. Luigi non direbbe mai una cosa del genere, soprattutto a me.

<<Non dire stupidaggini, che poi ci credo. Non voglio uscirne illusa>>

Offesa mi metto seduta. Sento il suo sguardo bruciare sulla mia schiena. È una sensazione che in un'altra situazione avrei amato, ma adesso...

<<Non ti sto prendendo in giro, Lilith>>

Non voltarti. Non guardarlo in viso, potrebbe essere una trappola. Hai già conosciuto il suo migliore amico, la gente che frequenta.

Potrebbe essere semplicemente un gioco, in cui tu sei la vittima.

<<Luigi ti giuro che mi alzo e vado via. Non voglio sentirti dire cose del genere. Lo so che non conto niente per te! Ma sai, tu sei importante e io ci tengo. Quindi, evita di rompere il cazzo>>

Mi alzo spazientita e mi affaccio alla finestra.

Lo sento avvicinarsi pericolosamente. Sono nervosa ma sto cercando di nasconderlo. Con scarsi risultati.

<<Non sei un gioco per me, bimba>>

Oddio con questo nomignolo. Adesso ho capito, mi vuole morta ma non vuole sporcarsi le mani. Ora è tutto più chiaro.

Mi abbraccia da dietro e appoggia il mento sulla mia spalla. Sento il suo fiato solleticarmi il collo e rabbrividisco.

<<L-Luigi...>>

Cerco di allontanarlo ma lui non molla la presa, anzi, la rafforza.

<<Non voglio ripeterlo più. Tu sei diversa dalle altre, e lo dico davvero. Non riesco a starti distante>>

Mi morde il lobo dell'orecchio, lasciandomi completamente con il fiato sospeso.

<<Però sai come sono fatto e ho bisogno di pensare>>

Mi dice con voce soffocata. So come sei fatto ma non quello che hai passato.

<<Cos'è successo Luigi? Cosa ti ha fatto tua madre? E tuo padre? Perché lo odi così tanto?>>

Forse non avrei dovuto dirlo.

Solo per paura// Luigi StrangisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora