5; Luigi

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Mio padre è sempre stato molto rigido, ma questo non mi ha mai fermato o spaventato. Ovviamente organizzo le mie feste di nascosto e quando lui non c'è, ma avrei il coraggio di farlo anche in sua presenza. Non freno i miei istinti per un vecchio che ha rovinato la mia vita, non cambio per nessuno né tantomeno per uno come lui.

È mezz'ora che mi aggiro per la sala gremita di corpi eccitati e persone con le peggiori intenzioni, di solito questo mi rende vivo ma non riesco proprio a divertirmi. Ho addirittura rifiutato le avance di una bionda con gli occhi oceano, cazzo, proprio come piace a me.

<<Luigi ma vuoi almeno bere qualcosa? Santo cielo che uomo noioso che sei diventato, proprio tu che sei sempre stato l'anima della festa!>>

Logan mi avvolge un braccio intorno alle spalle, che scaravento giù con uno scatto violento.

<<Non rompermi il cazzo, oggi non sono in vena.>>

Gli rivolgo un'occhiata omicida e proprio mentre sto per allontanarmi, la sua voce mi giunge forte e chiara alle orecchie.

<<Amico mio ma quella non è la bambina di cui mi hai parlato l'altra volta?>>

Guardo nella sua stessa direzione. Mi ritrovo davanti all'inferno in persona. Annuisco spaesato.

<<Dici che posso provarci? Tanto non ti piace, cioè non me l'aspettavo così, così...>>

Mi chiede con fare spavaldo e particolarmente fastidioso.

<<Sparisci Logan.>>

È tutto ciò che gli dico prima di avvicinarmi di qualche passo all'entrata.

La bambina, la mia bimba con la felpa di Trilli, oggi è pericolosamente bella. Un vestito blu notte le fascia il seno alto e sodo. Lascia scoperte le gambe lunghe e snelle, sotto lo sguardo perverso dei ragazzi presenti. Al centro è incrociato e in bella vista c'è un altro lembo di pelle liscio e bronzeo.

È meravigliosa, cazzo. Ed è la bimba.

Mi avvicino fino a ritrovarmela davanti, con gli occhi timidi e le mani nascoste dietro la schiena.

<<Ciao, principessa.>>

La saluto, cominciando fin da subito a stuzzicarla.

<<Non sono venuta per assistere alle scenate di questi depravati, ho solo il compito di proteggere la mia migliore amica.>>

Seguo attentamente il movimento del suo dito, che punta sul mio petto. È un avvertimento per caso?

<<Da chi dovresti proteggerla?>>

Chiedo fintamente confuso.

<<Da quelli come te.>>

Le sorrido insolente, con l'intenzione di continuarla a prendere in giro per un po'. Ora questa festa mi sembra meno noiosa.

<<Parlando di cose serie, dov'è la tua felpa orribile? Hai deciso di buttarla nel tragitto?>>

Mi fulmina con lo sguardo, ma non resiste nel rispondermi a tono. Riuscirò mai a farla cedere completamente?

<<Non potrei mai farlo, ma non avrebbe senso spiegarlo a te, che sei un essere senza cuore.>>

Un lampo di sorpresa mi attraversa lo sguardo.

<<E cosa te lo fa pensare?>>

Mi scruta con astio prima di rispondermi.

<<Il modo in cui usi le ragazze come fossero oggetti, per poi lasciarle stordite e sole nel loro letto il giorno dopo.>>

Sento il bisogno di abbassare la zip della mia giacca di pelle, sento il fiato sospeso e il cuore palpitare forte.

<<Non sai proprio un cazzo di me, bimba.>>

Mi avvicino con la rabbia che scorre nelle vene, nessuno può permettersi di sparare cazzate sul mio conto. Nessuno ha il diritto di parlarmi così.

<<Neanche tu, altrimenti non mi avresti detto di buttare la mia felpa.>>

Ribatte tra un singhiozzo e l'altro. Mi accorgo solo adesso di avere il suo braccio tra le mani. Le tolgo e faccio un passo indietro.

<<N-non l'ho fatto apposta. Sono molto nervoso in questi giorni e...>>

Non le devo nessuna spiegazione. Per me è solo una bambina da prendere per il culo.

<<Lascia perdere, ti porto a prendere un bicchiere d'acqua in cucina che qui c'è solo alcool.>>

Mi guarda diffidente ma tornando a respirare con regolarità.

<<Non ti faccio niente, puoi fidarti di me.>>

Mi volto e mi incammino verso il frigo della stanza adiacente alla sala, dove si svolge la festa. Non sento i suoi passi seguirmi per colpa del frastuono, ma mi accorgo della sua presenza per via della fragranza di vaniglia che mi riempie i polmoni.

<<Profumi di buono.>>

Penso ad alta voce, e quando noto un sorrisetto formarsi sulle sue labbra... no, non vorrei rimangiarmi quello che ho detto.

<<Grazie.>>

Mi dice mentre le passo un bicchiere di acqua naturale.

<<Come facevi a sapere che preferisco l'acqua naturale invece che quella frizzante?>>

I miei occhi catturano la sua figura, anche se non vorrei farlo, ma ormai il mio corpo sembra avere vita propria.

<<Quando sono venuto a casa tua ti ho vista bere dell'acqua naturale.>>

Mi passo le mani sulla faccia per via dell'imbarazzo che provo verso me stesso. Perché mi sto comportando in questo modo?

<<Quindi anche tu hai un cuore, mi stupisci.>>

Roteo gli occhi in direzione del cielo, schifato da questa frase banale e fuori luogo.

<<Ho ben altro che un cuore, bimba. Se vuoi puoi verificare tu stessa.>>

Le dico, indicando i miei pantaloni e inchiodandola tra le mie braccia e il tavolo della cucina.

<<Te l'ho già detto, Luigi: i tuoi giochetti con me non funzionano.>>

Ribatte con convinzione, cercando di liberarsi dalla mia presa.

<<Il mio nome ripetuto da te suona così bene, principessa.>>

Dico con voce roca, azzerando la poca distanza rimasta fra noi.

<<Cosa sta succedendo qui?>>

Solo per paura// Luigi StrangisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora