Mio padre è sempre stato molto rigido, ma questo non mi ha mai fermato o spaventato. Ovviamente organizzo le mie feste di nascosto e quando lui non c'è, ma avrei il coraggio di farlo anche in sua presenza. Non freno i miei istinti per un vecchio che ha rovinato la mia vita, non cambio per nessuno né tantomeno per uno come lui.
È mezz'ora che mi aggiro per la sala gremita di corpi eccitati e persone con le peggiori intenzioni, di solito questo mi rende vivo ma non riesco proprio a divertirmi. Ho addirittura rifiutato le avance di una bionda con gli occhi oceano, cazzo, proprio come piace a me.
<<Luigi ma vuoi almeno bere qualcosa? Santo cielo che uomo noioso che sei diventato, proprio tu che sei sempre stato l'anima della festa!>>
Logan mi avvolge un braccio intorno alle spalle, che scaravento giù con uno scatto violento.
<<Non rompermi il cazzo, oggi non sono in vena.>>
Gli rivolgo un'occhiata omicida e proprio mentre sto per allontanarmi, la sua voce mi giunge forte e chiara alle orecchie.
<<Amico mio ma quella non è la bambina di cui mi hai parlato l'altra volta?>>
Guardo nella sua stessa direzione. Mi ritrovo davanti all'inferno in persona. Annuisco spaesato.
<<Dici che posso provarci? Tanto non ti piace, cioè non me l'aspettavo così, così...>>
Mi chiede con fare spavaldo e particolarmente fastidioso.
<<Sparisci Logan.>>
È tutto ciò che gli dico prima di avvicinarmi di qualche passo all'entrata.
La bambina, la mia bimba con la felpa di Trilli, oggi è pericolosamente bella. Un vestito blu notte le fascia il seno alto e sodo. Lascia scoperte le gambe lunghe e snelle, sotto lo sguardo perverso dei ragazzi presenti. Al centro è incrociato e in bella vista c'è un altro lembo di pelle liscio e bronzeo.
È meravigliosa, cazzo. Ed è la bimba.
Mi avvicino fino a ritrovarmela davanti, con gli occhi timidi e le mani nascoste dietro la schiena.
<<Ciao, principessa.>>
La saluto, cominciando fin da subito a stuzzicarla.
<<Non sono venuta per assistere alle scenate di questi depravati, ho solo il compito di proteggere la mia migliore amica.>>
Seguo attentamente il movimento del suo dito, che punta sul mio petto. È un avvertimento per caso?
<<Da chi dovresti proteggerla?>>
Chiedo fintamente confuso.
<<Da quelli come te.>>
Le sorrido insolente, con l'intenzione di continuarla a prendere in giro per un po'. Ora questa festa mi sembra meno noiosa.
<<Parlando di cose serie, dov'è la tua felpa orribile? Hai deciso di buttarla nel tragitto?>>
Mi fulmina con lo sguardo, ma non resiste nel rispondermi a tono. Riuscirò mai a farla cedere completamente?
<<Non potrei mai farlo, ma non avrebbe senso spiegarlo a te, che sei un essere senza cuore.>>
Un lampo di sorpresa mi attraversa lo sguardo.
<<E cosa te lo fa pensare?>>
Mi scruta con astio prima di rispondermi.
<<Il modo in cui usi le ragazze come fossero oggetti, per poi lasciarle stordite e sole nel loro letto il giorno dopo.>>
Sento il bisogno di abbassare la zip della mia giacca di pelle, sento il fiato sospeso e il cuore palpitare forte.
<<Non sai proprio un cazzo di me, bimba.>>
Mi avvicino con la rabbia che scorre nelle vene, nessuno può permettersi di sparare cazzate sul mio conto. Nessuno ha il diritto di parlarmi così.
<<Neanche tu, altrimenti non mi avresti detto di buttare la mia felpa.>>
Ribatte tra un singhiozzo e l'altro. Mi accorgo solo adesso di avere il suo braccio tra le mani. Le tolgo e faccio un passo indietro.
<<N-non l'ho fatto apposta. Sono molto nervoso in questi giorni e...>>
Non le devo nessuna spiegazione. Per me è solo una bambina da prendere per il culo.
<<Lascia perdere, ti porto a prendere un bicchiere d'acqua in cucina che qui c'è solo alcool.>>
Mi guarda diffidente ma tornando a respirare con regolarità.
<<Non ti faccio niente, puoi fidarti di me.>>
Mi volto e mi incammino verso il frigo della stanza adiacente alla sala, dove si svolge la festa. Non sento i suoi passi seguirmi per colpa del frastuono, ma mi accorgo della sua presenza per via della fragranza di vaniglia che mi riempie i polmoni.
<<Profumi di buono.>>
Penso ad alta voce, e quando noto un sorrisetto formarsi sulle sue labbra... no, non vorrei rimangiarmi quello che ho detto.
<<Grazie.>>
Mi dice mentre le passo un bicchiere di acqua naturale.
<<Come facevi a sapere che preferisco l'acqua naturale invece che quella frizzante?>>
I miei occhi catturano la sua figura, anche se non vorrei farlo, ma ormai il mio corpo sembra avere vita propria.
<<Quando sono venuto a casa tua ti ho vista bere dell'acqua naturale.>>
Mi passo le mani sulla faccia per via dell'imbarazzo che provo verso me stesso. Perché mi sto comportando in questo modo?
<<Quindi anche tu hai un cuore, mi stupisci.>>
Roteo gli occhi in direzione del cielo, schifato da questa frase banale e fuori luogo.
<<Ho ben altro che un cuore, bimba. Se vuoi puoi verificare tu stessa.>>
Le dico, indicando i miei pantaloni e inchiodandola tra le mie braccia e il tavolo della cucina.
<<Te l'ho già detto, Luigi: i tuoi giochetti con me non funzionano.>>
Ribatte con convinzione, cercando di liberarsi dalla mia presa.
<<Il mio nome ripetuto da te suona così bene, principessa.>>
Dico con voce roca, azzerando la poca distanza rimasta fra noi.
<<Cosa sta succedendo qui?>>
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Solo per paura// Luigi Strangis
RomanceNon era una sensazione che lui riusciva a comprendere, non percepiva cosa celavano quegli occhi scuri, non si capacitava di quanto gli piacesse dondolare le sue dita lungo quella chioma ribelle. Luigi non sapeva che con il fuoco non si scherza, pe...