Capitolo 6: Devo ammetterlo, questo non me lo aspettavo

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«Where are you now?
Atlantis under the sea, under the sea
Where are you now?
Another dream
The monster's running wild inside of me
I'm faded, I'm faded»

Prima di mettere piede alla Nevermore avevo molte certezze, anzi, credevo fermamente in tutto quello che pensavo fosse giusto.

Insomma, la mia era sempre stata una mente estremamente razionale.

Domanda frequente: quando devi scegliere, a cosa dai più importanza? Mente o cuore? Ragione o sentimento?

Fino ad un anno fa avrei risposto sicuramente: mente, razionalità, sicurezza, questo è importante quando bisogna scegliere.

Io non sbagliavo mai. Non commettevo mai un errore, ma era davvero così?

La mia intera esistenza era stata offuscata dalla razionalità, quindi automaticamente la mia personalità era ostile a qualsiasi emozione o sentimento, e di certo la mia famiglia non aveva aiutato in questo.

Sapevo bene quanto mia madre, mio padre mio fratello e il resto della mia famiglia mi volesse bene, lo avevo sempre saputo perfettamente, ma coglievo sempre l'occasione per dimostrare il contrario quando litigavo con loro, specialmente con mia madre.

Le rinfacciavo continuamente quanto fosse stata una madre fuori dal comune, strana, diversa, anormale, ne inventavo una al giorno pur di aver ragione.

La mia razionalità a volte mi portava a ferire i sentimenti altrui, e spesso me ne accorgevo troppo tardi.

Ho specificato che questo avveniva prima della mia integrazione alla Nevermore, perché questo luogo mi ha cambiata, proprio come mi aveva detto Madre.

Naturalmente io non ci avevo creduto, non le ho mai creduto. Credevo soltanto in me stessa perché sapevo che io ero l'unica persona al mondo di cui potevo fidarmi, soltanto io riuscivo a capirmi.

Col senno di poi ho capito che alla fine non era poi proprio così, ma che importa?

«A che pensi?» sbatto le palpebre, incredula.

«T-tu?» non so neanche io cosa sto dicendo, davvero non lo so.

«Io» Il modo in cui quell'unica parola (che aveva ripetuto da me) mi fa scordare come si fa a respirare.

In un solo istante il mondo mi crolla addosso.

Ripenso a quanto sia stato difficile riuscire a superare quello che mi aveva fatto quella notte, e adesso che è qui, davanti a me, che dovrei fare?

«Avanti Mercoledì, avrai pure qualcosa da dirmi, no? Forse sarebbe meglio dire, da chiedermi» sibila.

Deglutisco a vuoto, poche volte sono rimasta letteralmente senza parole, ma questa è una di quelle.

Hold on Mercoledì x Tyler Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora