Finale alternativo (Se Tyler fosse sopravvissuto)

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Dieci anni dopo

«Non mi toccare!» urlo infuriata, Tyler cerca per la millesima volta di toccarmi la mano ma io schiaffeggio la sua.

«Ti ho detto che non mi devi toccare! Come hai potuto farmi una cosa simile?! Come!» urlo in preda alla rabbia.

Lo vedo sbuffare, esasperato.
Ah sì? Ora è lui quello sfinito?
Ho deciso: lo ammazzo.

«E smettila di sbuffare! Ti voglio ricordare che qui non sei tu quello che deve espellere un mostro dal proprio corpo!» strillo stringendo le mani sui bordi del lettino.

Sento Enid ridacchiare dal fondo della stanza, «È una bambina Mercoledì, non un mostro» mi corregge divertita.

«È la stessa cosa! E comunque vale anche per te, se non la smetti subito di ridere ti spacco la faccia, lo giuro» alza un sopracciglio, «Guarda, mi spiace davvero tanto contraddirti ma credo che in questo momento tu non sia proprio nelle condizioni di riuscirci».

Ha ragione, sono diciannove ore che soffro come una dannata e non ce la faccio più.

«Tyler, ti prego, prendimi la mano» lui spalanca gli occhi, incredulo.

«Ma mi prendi in giro? Due minuti fa non volevi neanche vedermi!» sbuffo, «Non mi importa quello che ho detto! Vieni qui ti prego» lui rotea gli occhi e si siede accanto a me, prendendomi la mano.

«Credo che dovreste dirmi addio perché fra poco morirò, lo sento» chiudo gli occhi, mi sento davvero morire.

«Non morirai, fidati. Io ci sono passata due volte e come vedi sono ancora qui» risponde Enid sorridendo.

«Ora ti lancio qualcosa, di questo sono molto capace, fidati» faccio per prendere il vaso accanto al mio comodino ma Tyler mi ferma.

«Non mi sembra il caso, маленькая ведьма» gli lancio un'occhiataccia mollando la mano che stringeva la sua.

Credo di aver cambiato umore almeno diecimila volte in queste ore, ma non importa.

«Cosa vuoi adesso?» lo ammetto, sto praticamente sfinendo il povero Tyler.
«Ho fame, portami un gelato» lui incrocia le braccia, «Non credo proprio che questa cosa si possa fare» lo guardo male.

«Ascoltami, sono incinta di quaranta settimane e sto per partorire, ti basta come scusa o devo urlarti contro?!» lo minaccio indicandogli l'uscita, «Guarda, non so se te ne rendi conto ma mi hai già bello che urlato» «Allora urlerò più forte!».

Sbuffa lanciando uno sguardo di aiuto a Enid, che dal canto suo si limita ad alzare le spalle.

Porello.

«Io ho perso le speranze, davvero» rotea gli occhi, «Perchè sei ancora qui?» urlo, «Vuoi farmi prendere almeno i soldi? Ti ricordo che il tuo gelato bisogna pagarlo» sbuffo.

Ogni tanto guardo il mio pancione, che in questo momento sto odiando con tutta me stessa.

«Ah, alla faccia del tuo discorso commovente. Questa sarà la prima e l'ultima figlia che avrai, ci siamo capiti Tyler Galpin?!» rotea gli occhi prima di sparire dietro la porta.

«Enid, sto morendo» mi si avvicina, «Nah, devi soltanto partorire» risponde strizzandomi l'occhio.

Ammazzo pure lei ora.

«Ti uccido» alza le spalle, «Me ne farò una ragione» poggio una mano sulla mia pancia, «Ti vuoi decidere ad uscire?!» parlo con la bambina come se finalmente potesse darmi ascolto.

«Dubito che se glielo chiedi obbedirà» «Grazie del sostegno Enid, sul serio» rispondo sarcastica.

«Se ti può consolare il mio travaglio è durato ventuno ore» «Ah, non sai quanto la cosa mi rincuori».

Hold on Mercoledì x Tyler Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora