Capitolo 13: Zio Fester e libertà...o quasi

133 6 19
                                    

«Wish we could turn back timeTo the good old daysWhen our mama sang us to sleepBut now we're stressed out (oh)Wish we could turn back time (oh)»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


«Wish we could turn back time
To the good old days
When our mama sang us to sleep
But now we're stressed out (oh)
Wish we could turn back time (oh)»

Finalmente libera e con Mano accanto a me cammino fra le tombe di casa mia, raggiungendo il laghetto più vicino.

Tra le mani tengo le bombe, ho voglia di pescare, solitamente mi aiuta a liberare la mente.

«Hey» trovo mio fratello in riva, «Ciao» evidentemente ha avuto la mia stessa idea.

«Che fai qui? Non ti piace molto pescare, che io sappia almeno» borbotta stropicciandosi gli occhi, sono le sette del mattino, per un dormiglione come lui è molto presto.

«Lo so, avevo bisogno di schiarirmi le idee, tutto qui» preparo la bomba, pronta per lanciarla.

«Sai, ti vedo strana» alzo gli occhi al cielo, «Sembri Madre» «Sei mia sorella, certe cose le vedo» risponde lanciando la sua bomba.

Lo imito sbuffando.

«Ho solo fatto un incubo, tutto qui» è già tanto che glielo abbia detto.

«Okay, facciamo a gara?» scuoto la testa, non mi va di batterlo oggi.

«Va bene, allora restiamo qui in silenzio a pescare?» annuisco.

***

Puglies ha mantenuto la promessa, è rimasto in silenzio per tutto il tempo, mentre le nostre bombe toccavano l'acqua.

Rientro in casa strofinando gli anfibi sul tappetino vicino alla porta d'ingresso.

«Sono tornata» annuncio lapidaria, senza badare ad una eventuale risposta da parte di chissà chi.

«Dove vai, nuvoletta nera?» mi volto di scatto, un sorriso spontaneo stampato in volto.

«Zio Fester!» esclamo entusiasta, lui ricambia il sorriso e mi sia avvicina, passandomi una mano intorno alle spalle.

Sa che non amo gli abbracci, mi conosce troppo bene.

«Se sei qui significa-» «-che sono riuscito a fuggire dalle autorità, lo so lo so, sono diventato un maestro in queste cose» mi strizza l'occhio e io roteo gli occhi, anche se quel sorrisetto non riesco proprio a scacciarlo dalle mie labbra.

«Oh, ciao fratello!» Mio padre da una pacca molto forte sulla schiena di Fester, ma naturalmente è come se lui non la sentisse.

Mia madre, infondo alla stanza, osserva i due fratelli scannarsi dalle risate -esatto, scannarsi- mentre discutono di tentativi di omicidi, come squartare dei corpi, di cannibalismo e potrei continuare.

La affianco e lei poggia una mano sulla mia spalla, senza smettere di sorridere in quel suo modo fintamente cordiale.

«Hai più avuto visioni, Madre?» i suoi occhi luccicano di soddisfazione: è proprio quello che voleva le chiedessi.

Hold on Mercoledì x Tyler Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora