Saki's pov
[...]
Giunta lì mi affacciai e, seduto da solo su una vecchia sedia di legno e con fra le dita una sigaretta già fumante, vidi Geto darmi le spalle.
In automatico mi si dipinse in volto un piccolo sorriso, perché, seppure io di lui non sapessi assolutamente nulla, mi era proprio sembrata una cosa da lui quella di godersi il silenzio della notte in solitudine, fumando e rivolto con lo sguardo verso il cielo.
Così lo raggiunsi con passo tranquillo e gli diedi una dolce pacca sulla spalla, giusto per avvertirlo della mia presenza.
«Ancora sveglio, Geto?» Gli chiesi.Non appena il mio palmo sfiorò il tessuto della sua abbondante felpa nera lui si voltò a guardarmi con ancora il fumo tra le guance, appena sorpreso di vedermi lì e in quel momento. Poi sbuffò via una nube resa bianca dal contrasto col cielo e tornò a fissare il vasto nero che si colorava oltre il parapetto, il tutto senza darmi in risposta nemmeno una sillaba.
«Posso?»
Gli indicai la sedia vuota di fronte alla sua, riuscendo finalmente a farlo parlare.Geto tirò dalla sigaretta e soffiò via una seconda nube bianca.
«Se ci tieni tanto...»
Che freddezza...
Ma mi arrapa questo suo fare così indifferente.Quindi io gli lanciai un sorriso e mi andai a sedere lì, accavallando poi le gambe e fissandolo con pura curiosità dappertutto, perché Geto mi sembrava così raro da necessitare di infinite attenzioni per essere capito nella sua vera essenza.
Ma, proprio mentre i miei occhi avevano appena iniziato a divorarlo vivo, il ragazzo ruppe il silenzio.
«Scusa, comunque.» Mi disse, guardando ancora oltre il parapetto.Io a quelle parole non riuscii a non ridacchiare, riuscendo finalmente ad attirare i suoi occhi su di me.
«Eh? Mi hai appena chiesto scusa, o sbaglio?»Geto sembrò irritato dalla mia risatina e allora mi rispose con il suo tipico tono gelidamente distaccato.
«Non ripeto le cose due volte.» Lo spiccicò prima di serrare le labbra e di prendere l'ennesima boccata dal filtro della sua sigaretta.«No, no... Ti ho sentito. È che non ho capito quello "scusa".» Continuai io, sporgendomi in avanti sui braccioli della sedia e rendendo adesso appena più serio il mio tono, giusto per incitarlo a spiegarsi.
«Insomma... "Scusa", ma per cosa, esattamente?»Allora lui abbassò lo sguardo dal mio volto e se lo portò alle mani, lasciandomi il privilegio di studiare meglio i suoi comportamenti.
«Per averti assalita senza alcun motivo, ecco.» Geto mi rispose e fece spallucce.
Ma sta bene con la testa?
Quello fu l'unico pensiero che riuscii a fare prima di tornare a ridere ora molto più rumorosamente, facendolo però inevitabilmente infuriare.Infatti lui aggrottò le sue sottili sopracciglia e storse le labbra.
«Che cazzo c'è da ridere?» Ringhiò, tornandomi a guardare.Io sbattei le mani sui braccioli.
«Tu che dici? È per un colpo di fortuna se non ti ho ammazzato, e tu? Mi chiedi scusa! È ovvio che c'è da da ridere!»Allora Geto abbassò un'altra volta lo sguardo, riconoscendo quanto si fosse mostrato eccessivamente buono con me, tanto da risultare ingenuo, strambo.
E talmente tanto da farmi chiedere come può un tipo come lui essere qui.
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SOMETHING TO LOSE - cyberpunk; Suguru Geto
Fanfic[CYBERPUNK AU] «Non lo deve sapere nessuno e non dovrà succedere di nuovo, mh?» Geto infilò il caricatore nel calcio della sua arma e la fece scarrellare per inserirne il colpo in canna. «Lo so. È la regola numero tre, no? Niente relazioni interpers...