Saki's pov
[...]
«Allora procediamo con la spiegazione della vostra prima missione... L'operazione "Sukuna".»
Eh? "Sukuna"?«Che razza di nome è?» Chiese Itadori con tono interrogativo.
«Non è un nome, ma un cognome. Anzi, il cognome di un vostro futuro collega, l'ultimo che recluterò qui a Tokyo prima di spostarvi tutti a Osaka.» Gli rispose il professore.
Poi prese dalla cattedra dei fogli dalle dimensioni di un palmo della mano e si avvicinò al mio banco, lasciandoceli sopra.
«Lui non è qui con voi per un solo e unico motivo... Sukuna è detenuto nel carcere Tokyo Kochisho.»Quei fogli erano quattro fotografie segnaletiche che inquadravano il nostro uomo posizionato davanti al metro: di fronte, di spalle e dal lato destro e sinistro.
Che faccia di cazzo che ha...
Pensai mentre lo squadravo attentamente.
Poteva avere più o meno la mia stessa età, aveva i capelli color rosa e rasati su tutta la nuca, due vispi occhi rossi e tutto il viso pieno di strani tatuaggi tribali.
Sul cartello che reggeva fra le mani si poteva leggere la data di arresto e il suo cognome, mentre il nome era stato censurato sicuramente da Nanami con un pennarello indelebile.«Memorizzate bene il suo volto, perché il vostro obbiettivo sarà tirarlo fuori da lì.» Aggiunse il professore, facendomi cenno di passare quelle foto a Choso così da farle girare a turno fra tutti noi.
«Ci è davvero tanto necessario? Insomma... Perché non potremmo semplicemente rimpiazzarlo e andare a Osaka senza di lui?» Chiese Choso mentre prendeva quelle foto dalle mie mani. Quindi le sfogliò con curiosità e poi le passò al ragazzo dietro di lui.
«Perché ci serve. Quell'uomo è estremamente importante.» Gli rispose brevemente Nanami.
«Ma dai, quanti fronzoli... Chi sarà mai questo scemo?» Risi io, portandomi le mani dietro la nuca e bivaccandomi sulla spalliera della sedia.
Nanami mi guardò con freddezza e prese un piccolo respiro prima di annunciare la frase che avrebbe fatto calare su tutti noi uno strano velo di timore misto a interesse.
«Sukuna è a capo del mercato nero del Giappone.»
Oh.Io e Choso ci guardammo spontaneamente, scambiandoci un paio di serie occhiate.
Insomma... Far evadere un criminale di tale livello... Tanto affascinante quanto pericoloso.È definitivo ormai: qui non si gioca.
«Bello.» Commentai sorridendo e rompendo il pesante silenzio che aveva invaso la stanza.
«Tutto il materiale illegale con cui siete mai entrati a contatto si muove per suo volere, dove decide lui e come decide lui. Capite che averlo con noi è essenziale.» Continuò Nanami, dirigendosi verso Mei per recuperare le foto segnaletiche che avevano finito il giro delle nostre mani. Poi tornò dietro la cattedra e riprese in mano il suo amato pennarello, rigirandoselo fra le dita.
«Sukuna ci potrà fornire infinite armi, munizioni, mezzi di trasporto... Tutto senza controlli e processi legali. E perché? Perché nell'attuale mondo del crimine giapponese, sopra di lui non c'è nessuno.»
Boom.Cazzo, sento l'adrenalina iniziare già ad accendersi.
«Merda... E chi se l'aspettava tutta questa gente importante!»
Scattai in avanti sul mio banco, sbattendoci le mani sopra e sentendo quella scintilla di adrenalina alimentarsi e crescere sempre di più.
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SOMETHING TO LOSE - cyberpunk; Suguru Geto
Fanfiction[CYBERPUNK AU] «Non lo deve sapere nessuno e non dovrà succedere di nuovo, mh?» Geto infilò il caricatore nel calcio della sua arma e la fece scarrellare per inserirne il colpo in canna. «Lo so. È la regola numero tre, no? Niente relazioni interpers...