Capitolo 5: Il 𝘭𝘰𝘳𝘰 Eroe

485 28 67
                                    

In quel tempo passato nella nuova scuola media, nonostante il mio passato e tutto ciò che mi portavo costantemente dietro, potevo dire che la mia situazione era sicuramente migliorata rispetto alle elementari e al primo anno di medie.

Sì, c'erano giorni in cui ogni tanto i miei compagni mi rivolgevano la parola solamente per chiedermi informazioni riguardanti le lezioni o cose simili, visto che ero il "secchione della classe", giorni in cui mi sparlavano alle spalle inventandosi non so cosa, oppure ancora giorni in cui continuavo ad essere invisibile e nemmeno mi salutavano, credendo che fossi ammalato di non so quale malattia contagiosa chiamata "passato agghiacciante" o "carattere scontroso".

Ecco, a tal proposito, per situazione migliorata intendevo che non venivo più picchiato o insultato di brutto.

Ma... riflettendoci, se il mio carattere era definito da loro scontroso, il tuo come si potrebbe definire, Kacchan?

In realtà non capivo cosa c'era di scontroso nel mio carattere. È vero, io sono sempre stato molto allegro, sorridente, gentile con tutti, ma negli ultimi tempi ciò che mi mancava era solamente l'allegria e il sorriso, la gentilezza di certo no. Ero silenzioso, ma questo non significa essere scontrosi...

Potevo essere definito timido, ma in realtà nemmeno quello ero perché non lo sono mai stato, anzi sono sempre stato estroverso.

Venivo anche spesso definito come "strano" e sentivo dire da alcuni che ero sempre immerso nelle mie "stronzate"... beh, in realtà nel tempo libero tra una lezione e l'altra mi prendevo qualche minuto per scrivere appunti e sistemare quelli vecchi nel mio quaderno degli eroi, visto che non potevo né nessuno voleva parlare con me.

Che male c'è nell'avere la passione per gli eroi? Che male c'è nell'essere me stesso?

Io... io davvero non capivo cosa c'era di sbagliato in me. Perché anche se non davo fastidio a nessuno dovevo essere considerato strano? Se la mia passione era definita una "stronzata", il vostro hobby nel prendermi in giro non lo era altrettanto, se non di più?

È vero, non avevo un quirk e mai l'avrei potuto avere, ma perché non potevo continuare a coltivare la mia passione? Questo mio comportamento non danneggiava mai nessuno, e allora perché prendersela tanto con me?

Queste erano domande su domande che il mio cervello continuava ad elaborare e a far riemergere. In quel preciso momento, ero sul letto della mia stanza a riflettere sulle precedenti giornate scolastiche.

Ero solo in casa perché mamma era al lavoro e, come ogni volta, ancora non avevo terminato i compiti.

<<Kacchan, non ho mai fatto del male ad una mosca, non ho mai osato sfidarti né ti ho dato mai fastidio, allora perché anche tu te la prendevi tanto con me? Perché tutti ce l'hanno con me? Cosa faccio di sbagliato ogni volta? Sbaglio anche se sono in silenzio?>> non mi resi conto di aver iniziato a parlare con il poster di All Might di fronte al mio letto, come se quello potesse sentirmi e soprattutto come se quello potesse essere Kacchan.

Sospirai.

Mi alzai dal letto e andai verso la scrivania ad osservare i libri di scuola aperti, come se questo potesse aiutarmi in qualche modo a terminare i compiti.

Alzai lo sguardo sul pannello di sughero appeso di fronte alla mia scrivania e mi soffermai ad osservare la nostra foto da bambini, mi scappò una risata che sapeva di tristezza e malinconia: <<Vedi, Kacchan?>>, con un dito sfiorai il suo viso da bambino, <<Eravamo felici, insieme...>>.

Mi sedetti sulla sedia, con i gomiti sulla scrivania e la testa sulle mani: <<Cosa stai facendo adesso? Come stai?>>.

Nessuna risposta.

That's what makes a Hero | BAKUDEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora