Capitolo 23: È così strano, il destino

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Non so cosa mi succede, ma succede tutto in un istante.

Un fuoco partito dal centro del petto si irradia in tutto il corpo e mi fa iniziare a sudare, anche se fuori fa freddo. Prendo frettolosamente le chiavi da terra e le mie valigie e mi fiondo nella mia parte di stanza, dove c'è il letto libero.

L'ingresso dà su una camera ampia divisa in modo simmetrico: due letti, due piccoli armadi e due scrivanie, tutto l'uno di fronte all'altro, mentre sulla destra c'è anche un piccolo bagno privato. Lui ha già occupato il lato destro, così mi tocca il sinistro.

<<Ka-kacchan! Io no-non ti darò fastidio! Vedi, se per te v-va bene dividiamo la stanza esattamente a metà, non uscirò da questo mio lato né toccherò le tue cose, p-puoi stare tranquillo! Me ne starò qui in silenzio e senza disturbarti e quando avrai bisogno del bagno, nel caso in cui fosse occupato da me, m-me lo dirai e io uscirò! Oppure userò il bagno comune... okay, sì!>> dico tutto troppo velocemente e forse ad alta voce, rimanendo alla fine senza fiato e agitando le mani davanti al volto in fiamme, con gli occhi strizzati per non vedere la sua reazione.

Non dice nulla, eppure mi sento costantemente quegli occhi rosso fuoco addosso ad incendiarmi.

Mi giro di spalle e cerco di fare il prima possibile per uscire da quella camera. Lascio lo zaino sulla sedia della scrivania, mentre apro le valigie per disfarle e mettere i miei vestiti e le mie cose nell'armadio.

Per ultimi, con le mani che tremano per l'agitazione, sistemo alcuni miei gadget di All Might nel lato della mia stanza: la sveglia sul comodino, l'Action Figure sulla mensola sopra la scrivania, il pupazzo e il cuscino a forma di All Might sul letto, la figurina incorniciata sulla scrivania insieme al mio quaderno con gli appunti sugli eroi. I poster magari li attaccherò più in là...

Recupero velocemente le chiavi e mi fiondo fuori la camera, chiudendo la porta.

Mi appoggio con le spalle su di essa per riprendere fiato e realizzare quello che è successo in questi pochi minuti.

Io... alla UA a frequentare gli ultimi due anni di superiori... per questi due anni dovrò stare in questo dormitorio e il mio compagno di stanza è proprio lui... colui che stavo cercando da anni ormai. Colui che volevo ritrovare a tutti i costi e... e adesso? L'ho ritrovato... e che si fa?

Dovrò dormire con lui per due anni, condividere il bagno... come devo comportarmi? Dovrei provare a parlargli? E cosa dovrei dirgli? Se poi si arrabbia e mi tratta di nuovo male? No no, meglio stare in silenzio e non dargli fastidio...

Si è ammutolito appena mi ha visto e ancora adesso non sento alcun rumore all'interno della stanza. Gli faccio questo effetto? Gli faccio talmente schifo che nemmeno riesce a rivolgermi più la parola?

Scuoto forte la testa per scacciare i mille pensieri che mi invadono la mente e cerco di non pensarci. Non posso affrontare il problema chiamato col suo nome in questo momento, anche perché non saprei dove mettere le mani... e in più non è una cosa che posso affrontare da solo.

Decido di andare a fare un giro nella scuola, uscendo dal dormitorio.

Ancora tremante, mi dirigo in fondo al corridoio del mio piano per arrivare alla rampa di scale che porta all'ingresso dei dormitori, quando una mano mi stringe il braccio.

Mi giro di scatto.

<<Izuku!>>

Nemmeno mi escono le parole che mi fiondo ad abbracciare il mio migliore amico. Mi stringe forte a sé, come fa sempre, come se fosse ogni volta l'ultima per avermi tra le sue braccia.

<<Hey, stai bene? Stai tremando e sei caldissimo...>>

<<S-sì, sto bene... ma devo parlarti. Prima però, per favore, portami fuori di qui e andiamo a fare un giro nella scuola.>>

That's what makes a Hero | BAKUDEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora