Capitolo 27: Il Kacchan che mi mancava

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♒︎Ricordo che i ragazzi si trovano all'ultimo anno di liceo e sono maggiorenni!

Dopo una bella doccia rigenerante, che non ha messo ordine ai miei pensieri, ma per un po' di tempo li ha allontanati dalla mia mente, esco dal bagno... dopo anche essermi sfogato lì.

Ritorno in camera con indosso i boxer e l'asciugamano sul collo per asciugarmi i capelli bagnati. Era da un po' che non facevo queste cose da solo, fino a poco fa era sempre Shoto a soddisfarmi, poi ho fatto le mie scelte... eppure in qualche modo mi manca il suo tocco delicato e gentile sulla mia pelle. Quel tocco che ha imparato a conoscere i miei punti più sensibili, quel tocco attento ad ogni mio cambio di espressione, quel tocco...

Immerso nei miei pensieri, mentre con l'asciugamano strofino i capelli, raggiungo ad una certa distanza il retro dei nostri letti e lo vedo, di schiena.

Kacchan seduto sul letto con la schiena poggiata alla testiera, con indosso solo i boxer e una mano... tra le sue gambe.

I miei occhi riescono a vedere quasi anche un'altra cosa, una cosa che non vedevo ormai da quando eravamo bambini...

L'unica cosa che vorrei fare in questo momento è sprofondare nel pavimento, sparire.

È possibile mai che lo stesse facendo esattamente in quel momento? Con me in camera?!

<<Ka->> un sibilo esce dalle mie labbra incontrollato, mentre rimango impietrito lì ad osservarlo incredulo e probabilmente ho assunto lo stesso colore dei suoi occhi.

È un attimo: Kacchan si gira di scatto, si accorge di me e si ricompone immediatamente, incominciando ad agitarsi e a cambiare colore esattamente come me.

<<Fanculo, Deku! Pensavo ci mettessi di più in bagno!>> esclama solamente, senza più guardarmi ma dandomi le spalle.

<<I-io->>

<<Asciugati i capelli e va' a dormire. Notte.>> dice agitato. Si stende rapidamente sul letto con il viso contro il muro, per provare ad addormentarsi... ma anche per nascondere il suo colorito e l'imbarazzo.

Rimango ancora qualche minuto lì imbambolato, per permettere al mio cervello di rielaborare il tutto. Poi, ritornando un attimo lucido, penso che l'unica cosa che posso fare è fare come mi ha detto: di certo lui non affronterebbe mai l'argomento adesso, imbarazzato anche lui com'è.

L'episodio di poco fa in qualche modo ci ha unito... ci ha portati a fare la stessa cosa, nella stessa stanza, ma separati... perché... perché, beh... non stiamo insieme.

Eppure, se quell'episodio ci ha portati a questo, significa una sola cosa... ci desideriamo così tanto.

Io desidero te come tu desideri me Kacchan, è questa la verità.

Perché... è stato a causa mia se ti sei ritrovato a cedere alla tentazione, giusto? Altrimenti non l'avresti fatto qui, non l'avresti fatto ora... non l'avresti fatto con me presente.

È questo che mi fai, Kacchan... e questo è ciò che anche io faccio a te.

Il desiderio è così forte, ma non posso ancora cedere, non è il momento giusto... abbiamo ancora così tante cose da dirci, ancora così tante cose da chiarire, Kacchan... non posso cedere così facilmente...

Nonostante questi pensieri, nonostante tutti i pensieri accumulati, finalmente riesco ad addormentarmi, sperando che la notte riesca a darmi consiglio.

-

I giorni successivi proseguono monotoni, tra lezioni e studio.

Il biondo sembra aver perso la parola dopo quell'episodio e ha sempre un'espressione indecifrabile: non capisco se è semplicemente ancora in imbarazzo o vorrebbe dirmi qualcosa. Fatto sta che ci parliamo a stento, o meglio lo stretto necessario.

That's what makes a Hero | BAKUDEKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora