Capitolo 38: Siamo diventati eroi e abbiamo vinto contro tutti

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Si è addormentato. Non so se è riuscito ad ascoltare le mie ultime parole, ma il sorriso che ha stampato sul viso mi fa pensare che mi ha ascoltato fino alla fine. Era quello che voleva sentirsi dire prima di addormentarsi in un luogo sicuro: tra le mie braccia.

Finalmente posso dire di sentirmi felice e rinato.

Da quel giorno in poi, abbiamo trascorso altro tempo in ospedale, per permettere a Kacchan di fare un po' di fisioterapia per riprendere le normali funzionalità motorie. 

Giorno per giorno è andata sempre meglio, finché non è ritornato quasi in piena forma

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Giorno per giorno è andata sempre meglio, finché non è ritornato quasi in piena forma. L'unica cosa di cui avrà ancora bisogno è il riposo. Infatti, ne abbiamo potuto approfittare per ritornare finalmente nella nostra casa, insieme.

L'avevo detto che la prossima volta che sarei rientrato nella nostra casa sarebbe stato con Kacchan e così è stato. L'unico destino che avrei accettato.

Dopo quello che ci è successo non riesco a fare a meno di pensare a quanto siano preziosi tutti i momenti che abbiamo passato insieme e che passeremo insieme, qualsiasi momento, qualsiasi secondo trascorso insieme è oro. Non posso che essere grato al nostro amore e apprezzare le piccole cose della vita. Proprio per questo ripeto spesso a Kacchan quanto io lo ami e lui, oltre a ricambiare, continua a ringraziarmi giorno dopo giorno, dicendomi che è solo merito mio se lui si trova qui con me.

Pian piano abbiamo ripreso la nostra vita normale: io ho ripreso a lavorare in ospedale, anche se facendo meno ore per potermi dedicare quanto più possibile a Kacchan e alla sua ripresa, mentre lui sta continuando con il suo riposo fin quando non avrà di nuovo il massimo delle forze. È meglio che si riprenda in tutto e per tutto prima di ricominciare con il suo duro lavoro.

La sua agenzia è rimasta coperta grazie all'aiuto di tutti i nostri amici, in particolare Kirishima, Kaminari e Shoto. Gli hanno dato una grossa mano a mandarla avanti sia durante il suo periodo in ospedale sia attualmente, per permettergli di riposarsi finché ne sentirà il bisogno.

In questo tempo, oltre a riposarsi, Kacchan sta anche riprendendo gli allenamenti fisici, per ritornare in perfetta forma e pronto per il suo lavoro.

Però... c'è una cosa che non mi convince. Quando torno da lavoro o comunque nei momenti in cui non sono con lui oppure sono distratto, mi sono accorto che lo trovo completamente assorto nei suoi pensieri, mentre ha tra le mani il suo tablet con il pennino.

È super concentrato su qualcosa, eppure non so proprio cosa. Io e lui non abbiamo segreti, ci siamo sempre raccontati tutto, qualsiasi minima cosa, ma questa volta non mi ha parlato di nulla.

Questa routine va avanti per giorni. Non voglio essere io a chiedergli spiegazioni, vorrei che me ne parlasse lui di sua spontanea volontà...

E, infatti, la mia pazienza di questi giorni ha dato i suoi frutti.

Finito il turno in ospedale, scendo le scale dell'ingresso per dirigermi verso l'auto per fare ritorno a casa, salutando i miei colleghi.

È proprio in quel momento che vedo qualcuno di familiare attraversare la porta d'ingresso e venire verso di me.

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