<<Izuku, svegliati!>> questa voce lontana ma familiare giunge alle mie orecchie, sembra quasi provenire da un altro mondo.
<<Izuku, dai! È la terza volta che ti chiamo!>>
Perché? Cosa devo fare? Sto così bene nel mio letto, perché dovrei svegliarmi?
Un rumore di passi e lo spalancarsi della porta, poi di nuovo, più incisivo: <<IZUKU! Ma che hai stamattina? Non hai mai fatto così tardi!>> ed ecco che arriva una mano a scuotermi e di scatto apro gli occhi, realizzando il tutto ed accorgendomi di avere le labbra e la guancia bagnate di saliva, cosa che mi capita praticamente sempre, visto che dormo con la bocca aperta.
Mi metto a sedere sul letto di scatto, sbarrando gli occhi: <<Mamma! Cosa c'è?>> dico, mentre il mio telefono continua a vibrare e a suonare: non avevo sentito la sveglia.
<<Tesoro, finalmente! È tardissimo e devi andare a scuola, forza!>> mi dice mia madre, preoccupata e con un'espressione leggermente interrogativa, scrutandomi bene. Cosa c'è che non va in me che anche lei mi guarda così? Annuisco frettolosamente, spengo la sveglia e mi alzo dal letto, fiondandomi in bagno per prepararmi, mentre mia madre mi aiuta, prendendomi lo zaino già pronto e la divisa scolastica.
Chiuso in bagno, mi guardo allo specchio... ecco cosa aveva tanto da guardarmi mia mamma: occhiaie da paura, oltre che viso super assonnato e ovviamente capelli disordinati. Beh, ieri notte ho fatto le due e mezza, ci sta avere questo aspetto.
Mi sciacquo per bene il viso e mi lavo, per poi correre in camera mia a vestirmi e prendere lo zaino al volo.
<<Izuku, aspetta, la colazione!>>
Scendo di corsa le scale e volo in cucina a mangiare in meno di due minuti.
<<Mamma io vado, ci vediamo più tardi!>> urlo dall'ingresso, sentendo il saluto di mia madre in lontananza.
Ed ecco che in meno di dieci minuti mi ritrovo in strada camminando a passo svelto, per cercare di non arrivare tardi a scuola e beccare una nota proprio gli ultimi giorni prima del diploma.
Oggi non devo andare in palestra, il che significa niente ragazzo viola, ma meglio metterlo da parte per potermi concentrare sullo studio e sui compiti che ancora ci assegnano.
Arrivo in tempo a scuola, ma col fiatone e con lo stomaco pieno per lo scombussolamento della corsa, ma va bene così.
La giornata scolastica passa tranquilla, che più di così non si può: con i compagni che continuano ad ignorarmi e con i professori che continuano a ripeterci di studiare e studiare per i test di ammissione e il diploma.
Per una volta, amo questa tranquillità e il fatto di essere ignorato dagli altri, almeno così posso concentrarmi a pieno sullo studio e approfittare delle pause per fare ulteriori ripassate delle materie, anticipandomi quello che dovrò fare a casa, in modo da evitare ulteriori nottate.
Dopo le lezioni, ritorno a casa, questa volta con calma. Mi sono impuntato sul fatto di non farmi distrarre da niente e da nessuno e per questo motivo cerco di prendere il cellulare il meno possibile e faccio di tutto per rimanere concentrato solo sullo studio, devo tenere duro per questa settimana almeno, finché non sosterrò il test di ammissione.
Per fortuna ci riesco davvero, determinato e concentrato solo sul mio obiettivo, evitando distrazioni soprattutto inerenti al mio stato d'animo e alle questioni di cuore.
I giorni successivi trascorrono in questo modo, ovviamente concedendomi la pausa della palestra il mercoledì pomeriggio, ad un orario adatto a lasciarmi poco altro da studiare al mio ritorno.
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That's what makes a Hero | BAKUDEKU
FanfictionIzuku fin da piccolo sogna di diventare un eroe insieme al suo migliore amico Katsuki. Tutti i bambini sognano, che c'è di sbagliato? C'è che non sempre le cose vanno come si vuole e che Izuku vede il suo sogno sfumare giorno dopo giorno fino a sgre...