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Quando suonò, tra i corridoi, l'ultima campana dell'anno scolastico, tutti gli alunni corsero fuori dalle aule per poter iniziare il prima possibile le loro vacanze estive. Il gruppo di Harry era alquanto elettrizzato, essendo che il lunedì successivo sarebbero partiti per Ibiza per due settimane, e avrebbero potuto fare qualsiasi cosa gli passasse per la testa, ma Harry era ignaro che i suoi piani sarebbero stati rivoluzionati in una sola frase.

Harry arrivò a casa e lasciò lo zaino e le scarpe dove capitò, andò verso il salone dove c'erano i suoi genitori seduti sul divano e quando videro il figlio gli intimarono di sedersi difronte a loro; cosi Harry obbedì e si sedette sulla sua poltrona personale prima di porre la sua completa attenzione sui suoi genitori, che non tardarono a comunicargli la notizia sconvolgente, che gli avrebbe completamente cambiato i piani dell'estate.
"Harry, io e tuo padre abbiamo deciso di mandarti in un ranch per tutta la durata dell'estate, non accettiamo obiezioni o cose simili perché ormai abbiamo deciso tutto quanto e non possiamo più cambiare niente" l'unica cosa che fece Harry fu spalancare gli occhi, non credeva minimamente che i suoi genitori sarebbero stati capaci di fare una cosa simile, sul serio lo avrebbero mandato chissà dove? In un posto sperduto nel nulla?!

"No scusate! Io ho già fatto i piani con i miei amici! Non posso annullare tutto quanto all'ultimo! Anch'io ho già prenotato tutte le cose! Non potete farmi questo!"
"Facciamo questo affinché tu possa diventare responsabile, perché appena riesci a prendere una D in qualsiasi esame o verifica, non abbiamo mai visto una A da parte tua. Sei troppo irresponsabile e prendi le cose sottogamba, come se noi due scherzassimo quando in realtà siamo molto seri, perciò domani di prima mattina ti portiamo al ranch, stai tranquillo che sappiamo noi due dov'è, e fidati ritornare a casa da quel luogo è realmente impossibile, perciò l'unica possibilità di tornare a casa sarà tra tre mesi, ovverosia a settembre e verremo a prenderti noi a inizio mese . Adesso, vai a fare le valigie per domani che parti" Harry stava per replicare, ma i suoi genitori si alzarono e se ne andarono nella loro stanza, invece Harry rimase ancora seduto sulla sua poltrona prima alzarsi e andare verso la sua stanza e sbattere la porta. Non sapeva nemmeno che cosa portarsi in quel ranch dove sarebbe andato, e sicuramente sarebbe stato pieno di fango e quindi le sue scarpe preferite era meglio lasciarle a casa, prima di macchiarle e sporcarle.

"Mi dispiace molto Jason, divertitevi senza di me...poi mi raccontate tutto quando ci rivedremo a scuola" Harry staccò la chiamata con il suo migliore amico prima di buttarsi a letto; aveva appena annullato l'intera vacanza ad Ibiza e i suoi amici sarebbero andati senza di lui.
Dopo tre ore, se non di più, Harry terminò di fare la valigia e la chiuse mettendola in piedi, per sua fortuna poteva esagerare con i chili essendo che i suoi genitori l'avrebbero accompagnato in macchina e sarebbero andati, anche, a prenderlo. Mise di tutto e di più come se stesse traslocando, ma in realtà andava in un posto sperduto nel mondo solamente per tre mesi.
Non ci pensò più di tanto e si buttò sul letto prendendo in mano il computer e andò a cercare qualche serie TV da guardare.

*

Il giorno dopo Harry era in macchina insieme ai suoi genitori, dopo che anche durante la cena del giorno antecedente aveva riprovato a convincere i suoi genitori a cambiare idea, ma questi rimasero nella loro opinione che dovevano mandarlo in quel ranch per far sì che imparasse a diventare responsabile. Senza l'aiuto continuo dei suoi genitori, anche per fargli capire che cos'è realmente la vita al di fuori del telefonino.
"Mamma io volevo..."
"No Harry, se devi dire la stessa cosa di prima tanto vale risparmiare fiato"
"Veramente volevo chiedervi se potessi tenere il telefono, proprio per non essere esiliato dal mondo"
"Si puoi, tanto non ti servirà moltissimo essendo che al ranch Internet prende veramente poco, quindi non so quanto possa servirti per ciò che hai in mente, ma puoi tenerlo" Harry sbuffò prima di infilarsi le AirPods nelle orecchie e far partire una playlist completamente a caso dal suo Spotify.

Appena il suo internet iniziò a scarseggiare, Harry capì subito che stava arrivando a destinazione e appena alzò la testa e vide che intorno a lui c'erano solamente alberi, alberi, alberi e...rullo di tamburi...ancora alberi. Sbuffò e roteò gli occhi prima di scrivere l'ultimo messaggio a Jason e gli altri suoi amici e spense il telefono ficcandolo in tasca, a sua volta staccò anche le cuffie prima di riporle nella loro custodia.
Non appena Harry e la sua famiglia arrivarono a destinazione, tutti quanti scesero dalla macchina e Robin andò verso un uomo che andò incontro a loro.

"Miller"
"Twist, quanto tempo amico mio!" L'uomo si avvicinò a Robin prima di dargli qualche pacca sulla schiena in modo amichevole, Harry a stento seguiva ciò che stava accadendo davanti a lui e l'unica cosa che voleva era sparire e ritornare a Londra.
"Grazie per aver accettato di ospitare Harry per questi mesi estivi"
"Macché, figurati Robin, quando vuoi sono sempre disponibile a tenere tuo figlio" Harry roteò ancora gli occhi e sua madre gli lanciò un'occhiataccia, facendogli capire che avrebbe dovuto smettere subito. Dopo altre raccomandazioni a Mike, i genitori di Harry salirono in macchina dopo aver salutato il figlio, e non appena i due sparirono dalla strada; Mike incitò Harry a seguirlo per mostrargli dove avrebbe dormito durante la sua permanenza.

"Allora Harry, tendenzialmente io tendo a stare giù in città e qua rimangono mio figlio, il suo ragazzo e un loro amico, quindi qualsiasi cosa e domanda tu abbia bisogno di fare rivolgile a loro, anzi, adesso ti porto a conoscerli" I due camminarono verso il retro, dove c'era una piccola fattoria con qualche gallina che zampettava liberamente, così come qualche coniglio che saltellava dove gli capitava nel suo recinto.
"Niall! Lui è Harry, il figlio del mio amico Robin, ti avevo accennato che sarebbe venuto a stare insieme a noi"
"Ciao! Io sono Niall! È un piacere conoscerti"
"Piacere mio" Harry guardò il biondino davanti a lui con uno sguardo da 'stammi alla larga con quelle manacce sudicie', i due si strinsero la mano, quando apparvero altri due ragazzi, uno con i capelli castani e l'altro con i capelli neri e la pelle leggermente più scura rispetto agli altri due.
"Ah, loro sono Liam e Zayn, e Zayn è il mio ragazzo quindi stagli alla larga"
"Niall!"
"Ok papà ho capito, scusa"
"Bene ragazzi, dopo presentazioni e cose simili io vi lascio che devo andare in città a risolvere una questione con il sindaco, comportatevi bene tutti quanti, e quando torno voglio vedere tutte le richieste scritte sul foglio in cucina, svolte dalla prima all'ultima"
"Tranquillo papà, svolgeremo tutto quanto, stai tranquillo!" L'uomo si dileguò e salutò i ragazzi prima di andare giù a valle, nel mentre Liam e Zayn continuavano ad analizzare Harry.

*

"Come prima giornata non sei male"
"Chiudi il becco Niall, che ho male dappertutto e ti ricordo che io lavoro qua da circa due anni, quindi è fuori luogo quello che hai detto"
I ragazzi erano tutti quanti in salotto che chiacchieravano sula giornata appena trascorsa, mentre Harry cercava di capirci qualche cosa su quello che stavano dicendo i ragazzi.
"Harry, tu di cosa ti occupi a Londra?"
"Eh?"
"Fai qualcosa a Londra oppure non fai proprio niente?"
"Uhm, teoricamente sto studiando al college, ma i miei voti non vanno oltre la D, e per questo i miei genitori hanno detto che qua dovrei diventare più responsabile rispetto a come sono adesso"
"Non hanno tutti i torti, poi domani vedi come cambieranno le cose, oggi era una sorta di prova, per questo non ti abbiamo granché quando ti opponevi nel fare qualche cosa, ma domani la musica cambierà, in più domani arriverà anche un altro ragazzo quasi come te, sicuro andrete molto d'accordo" Detto ciò, Niall si alzò e prese dal polso Zayn portandolo di sopra, Liam ed Harry li seguirono a ruota e andarono nelle proprie camere.

Harry si ritrovò da solo nel suo letto a pensare a ciò che era successo nel corso della giornata, e sapeva benissimo che al giorno dopo sarebbe andato molto peggio rispetto a ciò che aveva vissuto quel giorno.

Teach me to dance in the rain (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora