Capitolo 23

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Lucrezia

Apro la porta di casa dei miei cercando di fare meno rumore possibile. Se sono fortunata, i miei dovrebbero essere ancora a letto, sono solo le 6 del mattino in fondo.

Ma si dà il caso che io mi chiami Lucrezia e che la sfiga o adversam fortunam, come l'avrebbero chiamata i latini, mi perseguita, quindi non solo mi ritrovo gli occhi dei miei genitori puntati addosso, ma anche il sorrisetto eloquente di mia sorella.
Beccata!

<< Si può sapere dove sei stata?>> chiede mia madre con disappunto. Il mio volto ha assunto il colore delle ciliegie, tanto è grande il mio imbarazzo.

Lucrezia, rifletti: inventa una scusa plausibile.

<< Ma ti sembra modo? Almeno avresti potuto avvisare! Ci hai fatti preoccupare!>> mi rimprovera mio padre guardandomi con uno sguardo che, se potesse, mi lancerebbe saette fulminandomi seduta stante.

Svegliare Fabio all'alba pur di farmi accompagnare in tempo per rientrare e non farmi scoprire, non è bastato!

Oh, al diavolo! Non ho più 15 anni, posso fare ciò che voglio.

<< Scusatemi, non volevo farvi preoccupare>> mi scuso << Ma ho avuto un'emergenza in clinica >> mento.

Mia sorella mi guarda soffocando una risata e io la fulmino con lo sguardo. La situazione è già complicata così, non è necessario che ci si metta anche lei con le sue allusioni.

<< Ma non sei uscita con Fabio?>> inarca un sopracciglio mia madre.
<< Sì>> confermo << Ma mentre eravamo a cena, mi ha chiamato il dottor Corsi e mi ha chiesto di assistere ad un cesareo, ecco perché sono tornata all'alba>>

So mentire male, ma almeno ci provo. Mi rifiuto di dover sentire a 25 anni la ramanzina dei miei sul fatto che non si dovrebbe fare sesso con il proprio fidanzato dopo poco tempo, ma che bisognerebbe avere una maggiore conoscenza e consapevolezza su chi abbiamo accanto.

Mio padre mi guarda con un sopracciglio inarcato, in dubbio se credermi o meno, mentre mia madre si limita a pronunciare un << Capisco>> che, per fortuna, mette fine a questo momento di imbarazzo.

Se avessero una mente più aperta, non ci sarebbe il bisogno di mentire. Sono loro che mi portano a farlo, facendomi sentire in colpa, tra l'altro. Vorrei avere un rapporto più aperto con i miei, ma questo è un sogno che forse rimarrà per sempre chiuso in un cassetto.

Quando e se avrò dei figli, li metterò nella condizione di poter parlare di tutto con me. Non voglio che si ritrovino un muro davanti. In me troveranno sempre una porta aperta in cui poter entrare e depositare tutto ciò che vogliono. Io, dal canto mio, cercherò da una parte di consigliare loro ciò che ritengo più giusto, ma dall'altra cercherò di lasciarli liberi di scegliere, anche se dovessero sbagliare. Perché nella vita serve anche cadere, l'importante è rialzarsi. Poi, se ci si rialza con le proprie forze, è anche meglio.

Vado in camera mia e mi butto sul letto. Tornare a casa all'una di notte e poi svegliarsi all'alba non è il massimo. Per fortuna oggi ho il turno di pomeriggio, altrimenti non ce l'avrei fatta ad arrivare al lavoro alle otto. Rientro in quella categoria di persone che non soffrono lo stare svegli di notte, ma piuttosto soffrono la sveglia mattutina. Tra una notte in bianco e una sveglia all'alba preferisco di gran lunga la notte in bianco.

Ad interrompere i miei pensieri, ci pensa mia sorella lanciandomi un cuscino.
<< E così la mia sorellona si è data da fare ieri notte>> esclama con un sorrisetto malizioso.
<< Mi dispiace deluderti, ma non è così >>
<< Sì sì, ci sto credendo. Un parto cesareo, adesso si dice così?>> mi rimbrotta con fare scherzoso.
Arrossisco, perché con lei è inutile mentire.
<< Ok, sono stata da Fabio, ma abbassa il tono di voce. Non voglio che mamma e papà mi becchino>>
<< Mamma e papà sono stati in pensiero, ma io li ho rassicurati palesandogli la realtà >>
<< E quale sarebbe?>>
<< Che tu e Fabio, insomma, hai capito...>> mi risponde come se nulla fosse.
<< Tu cosa?>> sbarro gli occhi.
<< Sto scherzando! In verità ho cercato di coprirti, ma non è servito a niente. Erano certi che non fossi rientrata, motivo per il quale ti hanno aspettata davanti alla porta>>
<< Non vedo l'ora di trasferirmi, non posso vivere a 25 anni come se ne avessi 15>>
<< Mi mancherai>> sussurra venendo ad abbracciarmi.
<< Anche tu>> ammetto.

Io e Giorgia abbiamo un rapporto stupendo. Ci siamo sempre l'una per l'altra e sicuramente soffriremo la separazione, ma questo non significa che non continueremo a sostenerci a vicenda. Semplicemente siamo diventate adulte ed è normale che prima o poi ci si debba separare. Che sia per motivi di studio, di lavoro o sentimentali, prima o tocca a tutti.

Il bip del mio cellulare mi distrae da questo momento sentimentale. Prendo il mio iPhone e dalla schermata leggo un messaggio di Fabio.

<< Tutto bene con i tuoi?>>

Sorrido al pensiero che abbia a cuore il mio rapporto con i miei genitori.

Digito una risposta veloce: << Sì, mi hanno solo chiesto il tuo indirizzo>> mi burlo di lui.
<< Mi stai prendendo in giro!>>
<< Uhm, potrebbe essere!>>
<< Non scherzare con queste cose. Tuo padre mi fa paura, se potesse mi farebbe fuori>>
<< Esagerato!>>
<< Se stai scherzando, vuol dire che va tutto bene e questo mi rende felice>>
<< È andato tutto bene, domani ti racconto>>
<< Domani sarebbe oggi?>> mi corregge.
<< Sì, per me è come se la notte non fosse ancora passata>> gli scrivo.
<< Allora buonanotte dormigliona >>
<< Buonanotte anche a te mio amore>>
<< A cosa devo questo romanticismo?>>
<< Hai ragione, non lo meriti questo eccesso di romanticismo. Mi devi un gianduiotto >>
<< Più tardi te ne porterò una scatola al lavoro>>
<< Ricordati che ogni promessa è un debito!>> gli scrivo e lui mi risponde con l'emoticon del l'occhiolino. Detto ciò, la nostra conversazione si chiude e io mi rimetto a letto per dormire.

<< Il tuo Fabio si è accertato che i nostri vecchi non gli rigassero la sua bella Audi ?>> mi chiede mia sorella ridendo.
<< No, voleva sapere soltanto che stessi bene>>
<< Mi piace questo ragazzo, ti fa bene>>
<< Hai proprio ragione>>

Ogni persona all'interno di una coppia dovrebbe far sentire bene l'altro, altrimenti non avrebbe senso stare insieme. A quel punto ci sarebbe spazio solo per la sofferenza e sarebbe una perdita di tempo.
L'amore deve fortificare l'altro, non deve demolirlo.

Con questi pensieri, cado tra le braccia di Morfeo.

Spazio autrice ✍️
Finalmente sono tornata!
Scusatemi se non ho aggiornato prima, ma sono stata colpita dal blocco dello scrittore 🌚
Voi come state? Vi sono mancati i nostri #Fabezia?
Fatevi sentire nei commenti, mi piace leggervi.
Se vi va, lasciate una stellina.

A presto, Ale 🌺

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