Capitolo 10

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Lucrezia

È domenica mattina e mi sento strana, forse sono solo felice come non lo sono mai stata. Mi sarei aspettata di tutto , ma non che io, Lucrezia Sangiorgi,  mi sarei fidanzata al primo appuntamento. Ho paura di aver sbagliato tutto, non so se sono pronta ad affrontare una relazione, non sono una tipa tutta baci ed abbracci. Forse dovrei parlarne con Fabio, non vorrei che si aspettasse cose che non posso dargli, non vorrei creargli false aspettative.

L'arrivo di un messaggio interrompe i miei pensieri, leggo il mittente, anche se immagino già di chi si tratta. Il messaggio recita:<<Buongiorno amore mio, ho voglia di vederti. Sei libera oggi pomeriggio? Adesso sono in clinica>>
Digito subito un sì e penso al fatto che ho fatto bene a prendermi la domenica come giorno di riposo questa settimana, così di pomeriggio vedrò il mio Signor Smeraldo. Subito dopo mi arriva un altro messaggio in cui c'è scritto di vederci al bar
"Gianduiotto" per le 16:30 e che se voglio può passare a prendermi, ma io rifiuto categoricamente anche perché ho voglia di guidare la moto, ma ometto questa parte nel messaggio.

Mi siedo sul divano e chiamo Lele per chiedergli di vederci al parco, ma non mi risponde subito.
<< Lucri, che ore sono?>> biascica assonnato.
<< È notte fonda, volevo dirti che con Fabio è andata male, resterò single a vita>>
<< Si è comportato da stronzo?>> mi chiede preoccupato.
<< Sì >> , quanto mi sto divertendo a prenderlo per i fondelli. È talmente assonnato da non sentire che sto ridendo in sottofondo, è in coma.
<< Adesso vado in clinica e lo tagliuzzo con un bisturi>>
<< Che schifo! >> esclamo.
<< È il minimo. Nessuno può far soffrire la mia Lucri>>
<< Lele, ti sto prendendo per in giro, sei proprio in coma>> gli dico ridendo a crepapelle.
<< Sei proprio una stronza. Io mi preoccupo per te e tu che fai? Ti prendi gioco di me. Non c'è più mondo>> scherza.
<< Come la fai tragica !>> esclamo
<< Comunque volevo chiederti di vederci fra poco al parco, così ti racconto tutto>> ho bisogno di parlarne con lui, il mio migliore amico dai tempi del liceo.
<< Ci vediamo tra mezz'ora >> mi risponde, così lo saluto e riattacco.

Lo aspetto all'ingresso del parco vicino a casa nostra, appena arriva mi dà un bacio sulla guancia ed io inizio a parlare.
<< Lele mi sono fidanzata!>> prorompo abbracciandolo, felice come una Pasqua.
<< Che cosa? >> chiede sbarrando gli occhi, evidentemente sorpreso.
<< Esattamente ciò che hai sentito >>
<< Lucri, non eri tu quella che odiava gli Alberti e che non si sarebbe mai fidanzata al primo appuntamento? Dov'è finita la mia Lucrezia?>> chiede stranito.
<< Non sei felice per me ?>> gli chiedo un po' dispiaciuta a causa del suo tono.
<< Lo sono, ma non mi sarei mai immaginato che ti saresti fidanzata con Alberti dopo il primo
appuntamento >>
<<Non me lo sarei aspettato nemmeno io, ma è stato inevitabile. Quando ci siamo baciati ,non ho capito più niente >>
<< Quindi vi siete baciati anche ieri sera?>>
<< Sì >>
<< Questo ragazzo ti ha fatto perdere la testa >> pronuncia scettico.
<< Lo penso anch'io. Spero solo di non star sbagliando tutto>>
<< Lo spero per te, non sopporterei di vederti soffrire, ma sono comunque felice per te. Finalmente la mia Lucrezia si è fidanzata. Evviva! Adesso raccontami tutto nei dettagli>>. Comincio a raccontargli della cena e del fatto che io non lo consideravo un primo appuntamento, ma alla fine mi sono dovuta ricredere perché ho capito di essere attratta da lui, in qualche modo sento che è quello giusto.
<< Se sei felice, lo sono anch'io >> pronuncia e sembra sincero.
<< Oggi pomeriggio ci esco>> gli dico.
<< Dove andate di bello?>>
<< Al bar Gianduiotto>>
<< Ti passa a prendere lui?>>
<< No, non ho voluto, ho voglia di prendere la moto. Tu invece che hai fatto ieri sera?>>
<< Sono uscito con dei colleghi e ci siamo ubriacati>>
<< Dai! Perché ti ostini ad ubriacarti, se poi ti senti male?>> lo rimprovero.
<< Perché ogni tanto fa bene essere disinibiti>> mi risponde triste.
<< Forse hai ragione >>, ogni tanto vagare con la mente aiuta a staccare la spina.
<<Adesso vado, perché pranzo dai miei e mia madre, come sai, non accetta ritardi. Ci sentiamo più tardi>>
<< Ciao Lele, buon pranzo>>
<< Anche a te>>

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