Capitolo 15

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Fabio

Sono con Lucrezia nel mio studio, ma sembra assente, le sarà sicuramente successo qualcosa.
<< Lucri c'è qualcosa che non va?>> le chiedo preoccupato. Forza un sorriso e mi risponde:
<< Tranquillo, è tutto sotto controllo>>
Non è sotto controllo niente, dato il suo viso cupo.
<< Dimmi cosa ti turba>> la supplico, è difficile riuscire a farla aprire , ma ci devo riuscire.
<< È un momento difficile e non mi va di
parlarne >>
Cosa devo fare con questa ragazza? Perché non vuole mai confidarsi ?Non si fida abbastanza?
<< Non ti fidi di me?>> le chiedo di getto.
Ho bisogno di saperlo, perché altrimenti significa che fino ad ora non abbiamo costruito niente.
<< Non è questo il punto >>
<< Allora qual è? Io non ti capisco. Perché non mi racconti mai cosa ti succede? Non sono abbastanza
per te?>> le domando a bruciapelo.
<< Tu in questo momento sei la mia ancora, la mia unica certezza, se vuoi proprio saperlo >>
Mi guarda negli occhi e mi fa un sorriso triste, uno di quelli che ti spezzano il cuore.
<< Allora perché non mi racconti cosa ti turba?>> le dico carezzandole il viso. Sospira e alla fine si decide a parlare:
<< Il problema è che io ho bisogno dei miei spazi, tutti mi stanno addosso e questa cosa non mi va bene>>

Sta parlando anche di me? Non le lascio lo spazio giusto per respirare? Sto sbagliando qualcosa?

<< Tutti, compreso me? >>
<< No, parlo della mia famiglia. Un giorno contestano una cosa e il giorno dopo  un ' altra ancora. Non ce la faccio più >> afferma sbuffando.
Si prende la stessa tra le mani, disperata e io provo rabbia per come si sente.
<< Cosa ti hanno criticato?>>

Sapere che i suoi genitori la criticano mi fa salire una rabbia inimmaginabile, anche perché io ci sono passato in prima persona con mio padre che contestava la mia scelta di studiare all'estero e alla fine ha vinto lui, ma la mia rivincita è arrivata quando, durante la specializzazione, ho scelto con fermezza di trasferirmi a Milano e di mandarlo a quel paese, lui e il suo volere a tutti i costi che mi specializzassi in cardiologia. È pur vero che sono ritornato, ma l'ho fatto per il bene della clinica. Se non avessi avuto "il posto sicuro", avrei detto un grosso "Ciao" a mio padre.

Lucrezia mi distoglie dai miei pensieri e mi inizia ad elencare i motivi delle critiche dei suoi genitori.
<< Tutte le mie scelte: guidare la moto perché è da maschiacci, fare boxe è da esaltati>>
<< Non ci credo, non me lo sarei aspettato>>
Sono davvero stupito, non mi aspettavo che avesse dei genitori così all'antica.
<< Purtroppo è così. Io credo di essere felice, ma poi arrivano loro e mi portano a pensare di aver sbagliato tutto >> continua scuotendo la testa e la voce le si abbassa di qualche ottava.
<< Lucri, a te non deve importare del parere degli altri >>
<< Non è il parere degli altri, è il parere dei miei genitori, coloro che mi hanno cresciuto e che credono che io sia sbagliata >>

Come darle torto; se i primi a non sostenerci sono i nostri genitori, si deve lottare il triplo per arrivare dove si vuole arrivare.

<< Hey, tu non sei sbagliata, non devi nemmeno pensarlo>> le dico parlandole ad un palmo dal viso.
<< Evidentemente è così ,perché tutti si allontanano da me appena mi conoscono meglio, forse credono che io sia svitata>>
<< Tu non sei svitata>>

Se Lucrezia è svitata, i veri svitati sono persone da isolare dal resto del mondo!

<< Forse hai ragione o forse no. Non posso capirlo da sola>> alza le spalle.
<< Ti aiuterò a capire che non e' così >> le rispondo deciso.
<< Dovresti aiutarmi a cercare casa, non voglio più vivere con i miei >> afferma con una certa fermezza.
<< Guarda che la proposta di vivere con me è ancora valida >> le dico facendole l'occhiolino.
<< Mi dispiace, ma non posso accettare. Ho bisogno di realizzare qualcosa con le mie mani senza l'aiuto degli altri>>
<< Io non sono gli altri, sono il tuo ragazzo >> le dico infastidito.
<< Lo so, ma ho bisogno di stare da sola>>
<< Come vuoi. Cerchi un appartamento o una villetta?>>
<< Un attico>> mi risponde.
<< Che attico sia! Andiamo in qualche agenzia immobiliare ,così inizi a farti un'idea >> le suggerisco.
<< Va bene, grazie per l'aiuto >> mi abbraccia.
<< Non devi ringraziarmi, lo faccio con piacere>>

Più forte del doloreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora