- LolaMi sentivo come se stessi per perdere un battito. Improvvisamente le mani gelide, la gola secca, il sudore freddo sul viso e un vortice di emozioni aggrappate allo stomaco. Era difficile reggersi sulle gambe quando ti facevi mezza città a piedi nelle mie condizioni. Sapevo benissimo che non avrei potuto mai reggere una situazione del genere se fossi stata del tutto sobria, così bevvi qualche bicchiere di alcool prima di uscire di casa, dopodiché mi precipitai in quella che ormai sapevo fosse casa sua, dove sapevo avrebbero festeggiato il suo ritorno.
Sarebbe dovuto essere un momento di festa e di svago, questo lo sapevo, ma il tempo stringeva, e prima che l'udienza avesse stabilito il mio destino
e quello di Calum e gli altri, avevo bisogno di sapere che la verità venisse a galla, che tutti in quella stanza sapessero. Dovevo togliermi questo peso che mi stava portando via l'anima, e avrei dovuto farlo stasera, oggi stesso.Non sapevo cosa sarebbe successo dopo questa sera. Non sapevo a cosa sarei andata incontro, se l'avrei persa per sempre o se questo eterno dolore e shock ci avrebbero solo avvicinate di più. Da un lato in cuor mio ci speravo, dall'altro avrei preferito che fosse tutto più facile. Il fatto di dover andare da una persona che ti reputa una sconosciuta, e dirle espressamente che per tutta la vita ha vissuto conoscendo soltanto un pezzo della sua storia, non era certo un ruolo che tutti avrebbero voluto avere, se si fosse trattato di un casting per un film.
Ed invece era la pura realtà, nuda e cruda come ci toccava viverla.
Odiavo non sapere, ma era giunta la resa dei conti e tutti i nodi sarebbero finalmente venuti al pettine, per così dire.
Ora la domanda era: sarei stata pronta ad affrontarne le conseguenze? Sarei stata pronta a fare il discorso dell'anno? A gestire le emozioni, il dolore allo stomaco? Questo non lo sapevo, ma di una cosa ero certa: non si tornava indietro. Avevo scelto di agire, che si trattasse o meno di un buon momento per tutti. Perciò bussai, e in quell'istante seppi per certo che da quel momento tutto sarebbe cambiato, che tutto stava accadendo davvero.
"Non ci credo." Spalancò le labbra, incredula, probabilmente seccata al rivedere la mia faccia "Ancora tu."
"Jenny" dissi varcando con prepotenza quella porta "Devo p-parlarti."
"Cosa diavolo hai ancora da dirmi? Non vedi che siamo nel bel mezzo di una festa? Va a casa e torna a scrivere il tuo giornalino. Siamo apposto così" fece per chiudermi la porta in faccia ma misi un piede in avanti e bloccai il suo gesto. Tornò a guardarmi con espressione ancora più seria.
"Devo parlarti, ed è urgente." Rivelai quasi sicura di me e quando ebbi la sua completa attenzione, ecco che riprese il vortice nello stomaco. Si bagnò le labbra e data la musica assordante, uscì fuori di casa e richiuse la porta alle sue spalle. Mi fece strada verso il portico dove scoprii un dondolo non molto illuminato. Si sedette e mi fece segno di accomodarmi accanto a lei.
"Sono tutta orecchie, spara. Ma fa in fretta, vorrei tornare dentro almeno per il taglio della torta." Si mese comoda allargando le braccia e poggiandole sullo schienale del dondolo dietro di lei. Io mi mossi impacciatamente, ma non volli sedermi.
Era davvero l'atmosfera giusta, questa?
"N-non è così semplice. Devo parlarti di una cosa molto delicata, e.. non sarà semplice affrontare questo discorso. Ti chiedo la massima serietà." La musica si sentiva ancora abbastanza da fuori, ma perlomeno era ovattata, dunque non fu di impaccio.
"Okay, giornalista. Ti ascolto." E proprio mentre stavo per iniziare il discorso dal principio qualcuno urlò il mio nome.
"Lola, non farlo!" Improvvisamente ci voltammo verso quella voce e scovai Calum e i ragazzi correre verso di noi.
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Forgive me » n.h
FanfictionIl perdono non era di certo il mio forte. Come si riusciva a perdonare delle persone che avevano letteralmente rovinato la tua vita? Come si poteva far finta che il dolore non fosse il responsabile delle scelte che ti erano state riservate? E com...