Capitolo 38- "Il giuramento"

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Ci tengo a precisare che tutto quello che andrete a leggere è frutto della mia immaginazione. Buona lettura.

-Giorgia

Era da tanto che non fuoriusciva questa parte così arrogante di me, soprattutto davanti a certe persone come Jenny, che tanto stentavo ad apprezzare per i suoi modi di fare e per le sue stupide battutine. In poche parole, volevo averci a che fare sempre di meno, ecco perché la decisione improvvisa di questo mio gesto.

La richiesta da parte del capo mafia di svolgere un cerimoniale.

Sì, esattamente. Svolgendo questo importante momento giuravo, di fronte alla comunità mafiosa e alla mia banda che, staccandomi da loro, qualsiasi cosa mi fosse venuta in mente di fare dopo questo scioglimento, niente e dico niente, avrebbe dovuto portare a loro. E nella mia situazione delicata, svolgendo questa cerimonia, mi sarei staccata da Jenny e la sua banda per interessarmi a quella di Calum, che avevo avvisato in modo molto ipotetico con quel messaggio, troppo sintetico, ma era una sorpresa quella che volevo fargli.

Volevo in qualche modo recuperare il nostro rapporto, aiutarlo, entrare nella sua banda col suo consenso e collaborare per l'udienza con lui, in modo da farmi così notare con occhi diversi.

Occhi che necessitavano troppo di essere guardati nello stesso modo in cui lo guardavo io.

Così, avevo escogitato tutto con la mia testolina per tanti motivi: per staccarmi finalmente dalla presa e dal comando di Jenny, per rientrare in sintonia maggiore con Calum.
Sapevo a cosa andavo incontro. Ero contro tutti adesso, contro mio fratello e i ragazzi della sua banda, e anche se conoscevo per metà i loro progetti, una volta eseguito il cerimoniale, dove avrei giurato sopra la mia vita di non rivelare niente del passato a nessuno, non avrei potuto parlarne con Calum e gli altri. Tutta la verità sarebbe rimasta con me, fino alla tomba, e non avrei potuto partecipare all'udienza.

Avrei dovuto tacere e sapevo che questa cosa avrebbe fatto male, ma mi ero ripromessa però che ci sarei riuscita in qualche modo, o avrei pagato con la vita questo mio gesto ad opera di Jenny e i suoi.

Mentre allacciavo al polso una fascia nera e la rigiravo su se stessa compiendo più giri sempre più stretti, Harry entrò nella mia camera da letto con espressione seria e poco amichevole, fissandomi dallo specchio. Sorrisi, capendo il fatto che lui sconoscesse completamente le mie intenzioni e che anche per lui sarebbe stato difficile avermi contro, d'ora in poi.

"Tu sai a cosa andrai in contro, vero?" mi chiese con voce rauca, quella voce che trovavo così calda da potermi perderci dentro. Mi voltai verso di lui, con espressione tranquilla e sicura.

"Sì che lo so." Ammiccai, rigirandomi e guardandolo con la coda dell'occhio nuovamente dallo specchio vedendolo ringhiare sotto i denti.

"Non potremo condividere più niente, sai anche questo?" a questa domanda, alla quale forse sperava di cogliermi di sorpresa, trovai subito risposta, mordendomi un labbro. Pensava fossi così stupida?

"Ho infatti trovato un appartamento tutto mio. Stasera porterò via la mia roba da qui. Finalmente non ti darò più fastidio Styles. Il tuo sogno sta per avversarsi." Dissi scherzando, ricordando tutte le volte in cui da piccoli avrebbe voluto sbattermi fuori di casa per il mio comportamento.

"Il mio sogno non avrebbe mai dovuto avverarsi in questo modo. E lo sai bene." Calcò la voce, rimanendo sempre all'uscio della porta scorrevole in legno, appoggiatosi con una spalla. Notai la sua mascella tesa e il respiro secco. Per un attimo pensai di potergli mancare.

"Che c'è, adesso che non devi, fai il bambino? Non vuoi che vada via?"

"No, non faccio il bambino. Faccio il fratello maggiore. Perché cazzo hai fatto tutto di testa tua? Perché cazzo vuoi mollarci in questa maniera?! Perché hai tutti questi problemi con.. lei?" non osavamo nominare il suo nome, lo avevamo giurato.

Forgive me » n.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora