Capitolo 3- "Le munizioni"

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~CAPITOLO CORRETTO~

00:03

Mi guardai intorno, non c'era anima viva. Mi feci avanti piano, ed inserendo il mio passamontagna, mi incamminai nel vicolo che dava all'edificio verso cui ero indirizzata, la caserma abbandonata dell'ex polizia del quartiere.

Questo posto, dopo essere stato smantellato negli anni '80, venne utilizzato dalla polizia di New York come sorta di magazzino, dove le forze dell'ordine conservavano segretamente le armi e le varie munizioni. Si trattò probabilmente di una misura presa in via precauzionale in quegli anni che continuava ad essere usata ancora tutt'oggi.

Pochi erano a conoscenza dell'uso segreto di questo edificio nel quartiere, eppure io e i miei ragazzi avevamo i nostri informatori, e sapevamo da dove attingere gratuitamente per le nostre armi.

Ebbi via libera per intrufolarmi. Accostandomi ad un muretto di mattoni,accesi gli occhiali a infrarossi che Mirko aveva progettato e, affacciando il mio viso di poco, le luci mi indicarono velocemente la posizione delle varie telecamere di sorveglianza.

Puntai la luce rossa del laser a turno sulle varie telecamere ai lati del cancello, e sparai un colpo silenzioso a ciascuna di loro.

Bingo, erano fuorigioco.

Mi affrettai, dopo aver ripetuto l'operazione altre 3 volte, a scavalcare il cancello poliziesco e a ritrovarmi dentro il cortile dell'edificio malconcio.

Mi guardai più volte in giro. Tutto quello che avevo con me erano una tracolla ampia ma molto tirata al petto, due pistole già caricate con 6 colpi ciascuna, e me stessa. Proprio come piaceva a me.

Adoravo il rischio, mi qualificava.

Corsi agilmente verso il retro dell'edificio, senza far rumore, la corsa "silenziosa" era una delle mie specialità in campo furtivo.

Scorsi i soliti cassonetti della differenziata e salii sopra quello della plastica. Afferrai il palo della luce accanto ad esso e mi ci arrampicai, servendomi del muro quasi come fosse un pavimento, mentre avanzavo silenziosamente.

Continuai a salire ed ecco che si mostrò ai miei occhi la solita non novità che immaginavo: finestra sbarrata. Un gioco da ragazzi.

Slegai la mia cintura e la attaccai per bene al palo, per reggermi. Dopodiché, puntai il mio polso verso le sbarre e lanciai un laser a infrarossi. Adoravo questo aggeggio. Rifinii col mio coltellino svizzero affilato in carbonio.
Riuscii a staccare due sbarre così da darmi spazio, ed entrando con cautela, le poggiai sul pavimento con cura.

In men che non si dica fui dentro. Mi guardai intorno per cercare di capire in quale cabina mi trovassi. Poi lessi sulla porta accanto a me.

77 ED

Ero nell'ala sud dell'edificio, dunque avrei solo dovuto percorrere il corridoio per arrivare nel reparto armi e munizioni.

Aprii la porta e guardai il lungo corridoio sia a destra che a sinistra. Questo posto era buio per essere della polizia.

Mi feci avanti guardando ovunque, quando sentii un rumore. Mi voltai di scatto. Dietro di me non c'era nessuno.

Che cazzo era stato?

Mi attaccai a muro e continuai a camminare ancora per qualche metro, scorgendo una cabina di un ufficiale. Non sapevo se fosse occupata o meno ma mi munii uscendo dalla tasca la mia pistola.
Scoprendo che era vuota, proseguii con cautela davanti a me.

Abbassai l'arma, guardando bene il numero scritto sopra le varie porte. Quella che mi interessava era la 79W. Ma quando finalmente la trovai, notai dei poliziotti all'interno.

Forgive me » n.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora