Capitolo 52- "Cieli grigi"

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- Niall

Aprii la solita porta che dava al piccolo balconcino della mia cucina e svogliatamente e con movimenti affannati mi affacciai poggiando i gomiti screpolati sulla ringhiera, soffermandomi a guardare ora il cielo, ora l'orizzonte.

Era da un po' che non mi affacciavo più ormai da questi tempi, forse perché la solita routine ti prendeva così tanto da non poterti permettere neanche qualche momento di relax per te stesso, o forse perché quelle belle giornate sembravano aver lasciato il posto al freddo e alle piogge più rumorose e cupe di sempre, tanto da sembrare frastuoni rimbombanti nella tua testa, impedendoti di star tranquillo o in pace con te stesso. Ma ormai, ero sempre più convinto che per fare un qualcosa, che sia uscire con gli amici, guardare un film o semplicemente studiare, dipendesse tutto dalla voglia che avessi in quel momento di fare veramente tutto questo, che dipendesse da uno stimolo, da una ragione per la quale avere e continuare ad essere stimolati. Ed ormai, ero sempre più convinto di star perdendo, se non di aver già perso, la mia voglia di fare qualcosa, il mio stimolo di fare le cose, la ragione per il quale continuare a farle.

Non chiudevo occhio da giorni, cercavo risposte, chiarimenti, ma più aspettavo e più non arrivava niente, se non altra confusione e altro dolore che guarda un po', combaciavano sempre.

Cercavo di rimettermi in sella come un tempo, magari di andare avanti, di distrarmi leggendo libri, Shakespeare, un quale classico, avevo anche provato con la musica rock, per non parlare dei molteplici corsi a cui avevo preso parte a scuola per rimanere il più impegnato possibile, e avevo anche chiesto qualche turno extra a lavoro, ma dovetti abbandonare tutto, stavo letteralmente impazzendo da solo.

Era così troppo ingiusto desiderare che ritornasse anche solo per delle misere spiegazioni?

Troppo ingiusto desiderare vederla un'ultima volta?

Troppo ingiusto aver scelto di amarla?

Aprii la galleria del telefono volontariamente e presi una foto di noi due. Sorrisi nel rivederla, ripensando a tutto quello che era successo poco prima di scattare quella foto, più di un anno fa. Avevamo fatto una vera e propria lotta al "telecomando." Incredibile come passasse il tempo.

Più guardavo quella foto e più mi convincevo di amarla

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Più guardavo quella foto e più mi convincevo di amarla.

Avrei tanto desiderato dei chiarimenti, ma evidentemente, averla lontana, non mi faceva chiarezza.

Mi mancava soltanto. E doleva il doppio.

Il timer del mio forno interruppe improvvisamente i miei pensieri offuschi e ritornai dentro.

Avvicinandomi notai troppo fumo uscire dai laterali, così corsi a vedere un po', e appena aprii lo sportello notai una torta abbrustolita e completamente da gettare via.

"Cazzo!! No no no no no!" la tirai fuori con delle presine e la posai sul piano cottura. "diamine! Fanculo a me, sarà la terza volta questa settimana che brucio qualcosa!" dissi sbuffando e prendendomela con me per un altro dei soliti incidenti sbadati.

Forgive me » n.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora