Capitolo 45- "Trambusti, compassioni e sorrisi"

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Tuoni, tempeste, fulmini, saette. Era tutto un circolo vizioso senza via di fuga.

Non riuscivo ancora a credere ai miei occhi, a capacitarmi che tutto questo fosse vero. Fottutamente vero.

Mi si bloccò il cuore, il respiro. Eppure ero ancora viva, anche se rabbrividita dalla scena silenziosa. Non riuscivo a credere che dopo 4 mesi, secondo lui, tutto quello che bastava fare fosse presentarsi così alla mia porta senza preavviso. Avrebbe sperato di ottenere qualcosa? Beh, non da me.

Tremai piano sotto il suo sguardo ed indietreggiai per allontanarmi dalla sua espressione cupa. Aveva intuito che ero furiosa in quel momento, aveva capito che il mio sangue stava ribollendo nelle mie vene, aveva capito che la voglia di saltargli addosso e picchiarlo era forte ma era forte tanto quanto la voglia di abbracciarlo, di stringerlo forte al petto, di piangerci sopra. Sapeva che mi ero allontanata apposta.

"Jenny." Avanzò verso l'entrata "Ti prego," deglutì con sguardo serio, con gli occhi fissi nel mio sguardo perso "Ascoltami." Lo sentivo come anche il suo cuore stesse scalpitando ma non potevo farmene una ragione. Lui era davanti a me! "Jenny.." scossi la testa più volte, tremando dentro. "Lasciami spiegare.." venne verso di me, lentamente mentre notai che il biondo dietro si preoccupò di chiudere la porta, non emettendo quasi rumore.

"Vattene via!" dissi preoccupandomi di altro. "Che diavolo ci fai qui.." dissi in preda al panico. Non mi ero mai sentita così fuori luogo prima di questo momento. Non mi si era mai marcato lo stomaco prima di adesso.

"Sono tornato Jen, sono tornato per restare." Spiegò velocemente avvicinandosi.

"Sta' fermo dove sei!" ordinai "Allontanati da me." Decise di star finalmente fermo e sospirò, mentre io stessa cercai di riappacificare i miei battiti. Tranquillizzarmi era il minimo. Era già stato tutto straziate al telefono.. figuriamoci faccia a faccia. "Sono tornato Jenny, non avrò più modo di andarmene."

"Bugie. Sono tutte bugie." Dissi tremolante, guardandolo da lontano.

"No, posso giurarlo sulla mia coscienza. Sono tornato in questa casa, nella nostra casa, per te Jenny, per noi." Disse con voce calda e densa e un brivido partì per la schiena, togliendomi il respiro ancora una volta. "Non ti ho mai lasciata sola Jenny, non era questo il mio intento."

"Il tuo intento era scappare! Ecco qual era!" non aggiunsi altro, c'era pur sempre Niall in quella stanza e mi chiesi in quel momento soltanto perché.

"No Jenny, non l'avrei mai fatto e credimi se dico mai. Volevo solo.. aiutarti." Disse piano.

"Aiutarmi?!" e a quella risposta sbottai "Volevi aiutarmi andandotene?! Non mi eri d'intralcio se te lo stai chiedendo.." ci misi foga nelle mie parole, tutta quella rabbia che avevo dentro stava uscendo fuori, finalmente.

"Non me ne sono andato lasciandoti fare tutto da sola; ho soltanto monitorato la situazione.. non farmi dire altro.." capii subito che si stesse riferendo forse alla banda perciò non feci domande su questo. Ma non poteva cavarsela così facilmente. Improvvisamente mi si accesa una lampadina: vuoi vedere che quei coglioni dei ragazzi erano al corrente di tutta la faccenda? Mi girai verso di loro, ancora all'in piedi di fronte il divano.

"Voi sapevate tutto.." dissi, ricollegando tante cose nella mia piccola mente. Nessuno parlò, e la risposta fu chiara, così mi irrigidì. "Fuori da casa mia!" gli urlai contro e proprio mentre stavano eseguendo Zayn ribatté

"No! State fermi dove diete." E ubbidirono. Mi voltai velocemente verso di lui e lo fulminai con gli occhi, mandandogli saette atroci che non ricambiò o quasi. "Ho detto, fuori da casa mia." Ripetei più cautamente.

Forgive me » n.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora