Capitolo 8- "Il colpo"

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~CAPITOLO CORRETTO~

-Louis

Domani sera al solito orario, il posto lo sapete già. Siate pronti.

Ecco il messaggio che Jenny ci aveva appena inviato sul gruppo che usavamo. La regola era semplice: non si usavano termini "tecnici", inviavamo solo messaggi utilizzando termini semplici, nessun tecnicismo.

Rigirai il mio cellulare tra le mani durante la lezione, leggendo il messaggio ancora e ancora, cercando di non farmi beccare dalla professoressa.

Ecco che ci eravamo quasi. La tensione e l'adrenalina cominciavano a farsi sentire, erano in grado di prenderti per la gola come se volessero uscire e farsi avanti, ma dovevo trattenermi e rimanere lucido, non era ancora giunto il momento di dare il mio meglio, e dovevo tenermi carico.

Ancora qualche ora e forse le nostre vite sarebbero migliorate. E di gran lunga.

Guarda Zayn dall'altro lato dell'aula seduto in terza fila, e lo vidi con la testa china sul suo zaino. Probabilmente anche lui aveva letto lo stesso messaggio sul suo cellulare. Chissà a cosa stesse pensando. Avrei tanto voluto che mi guardasse e proprio mentre cercai di ottenere la sua attenzione, la prof di storia mi richiamò.

"Tomlinson mi ripeta quello che ho appena detto!" Improvvisamente tornai con l'attenzione su di lei, non sapendo cosa dire.

"Ecco ehm... parlava delle conquiste dei britannici..." dissi, cercando di racimolare qualche suggerimento che nel frattempo sembrò arrivarmi, sperando non si trattasse di qualche stupido scherzo.

"Ah, davvero? Vedo che le piace fare lo spiritoso. La consiglio caldamente di recarsi in presidenza, prego." Disse e delle risatine si fecero sentire.

Con uno sbuffo, ripresi velocemente il cellulare dallo zaino sul banco e lo infilai nella tasca dei jeans, senza dare nell'occhio. Alzandomi, diedi un calcio a un piede della sedia e mi recai in modo poco garbato verso la porta

Ci mancava pure il preside, adesso.


La sera stessa

-Jenny

Eccoci qui, oggi sarebbe stato il giorno. Nessuno di noi stava più nella pelle, e devo dire che l'abitazione era parecchia per ognuno di noi. Ma io più che mai avrei dovuto mantenere i nervi saldi, perché loro contavano su di me, i miei ragazzi contavano sui miei ordini, sulle mie direttive.

Sarei dovuta essere impeccabile, e questo era il momento giusto per dare conferma ai capi della DOC.

Questo era il mio momento.

"Zayn, quando sarà il tuo momento, al mio segnale ci raggiungerai direttamente lì col furgone. Né un minimo prima, né un minuto dopo. Andranno controllate per bene tutte le uscite, di questo se ne occuperà Ash, Mirko invece ti avviserà dell'uscita che utilizzeremo. A quel punto dovrai farti trovare lì."

"D'accordo, tutto chiaro, ma prendi questo" mi porse un piccolo telecomandino che presi, guardandolo stranita.

"Di che si tratta?" lo guardai alzando un sopracciglio.

"Il pulsante che userete per avvisarmi di partire con il furgone. Così, avrò la certezza di arrivare in tempo. Evitiamo i telefoni, sarà meglio non correre il rischio di farci intercettare."
Il suo discorso non fece una piega, dunque lo misi nello zaino, poi lo richiusi. L'agitazione era forte, forte da matti. L'orgoglio e la voglia di fare casino era altissima, fremevo.

Corsi in bagno e mi guardai allo specchio, prendendo poi velocemente un qualcosa con la quale attaccare i miei lunghi capelli. Aprii e chiusi violentemente e con rabbia ogni cassetto che mi trovavo davanti, senza trovare nulla.

Forgive me » n.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora