~CAPITOLO CORRETTO~
"Mi dispiace deluderti, ma non hai indovinato." la guardai, distogliendo lo sguardo dal suo ginocchio che stavo stringendo con la fascia, alzando un sopracciglio.
"Perché?" sorrisi "Non sei neanche tu di New York?"
"No" si morse il labbro superiore "Ma non vedo perché dovrei darti spiegazioni" ed ecco che il suo comportamento caldo si ripresentava. Era da tanto che non si faceva vivo.
"Beh, io l'ho fatto" cercai di convincerla sorridendo, ma lei mi guardò indifferente.
"Io non sono te, chiaro?" quasi mi minacciò, sia con la voce che con lo sguardo. Alzai le mani al cielo, in segno di arresa, e sulle sue labbra intravidi una curva che le permise un sorriso. Mi alzai da terra e mi sedetti nella sedia accanto a lei.
"E questa invece?" indicai la ferita "Vuoi dirmi come te la sei procurata o adesso mi dirai che stavi rovistando in mezzo a chissà che cosa?" sbuffò.
"Sai, se credi che parlerò ti sei montato la testa!" scossi la testa alzando gli occhi al cielo.
"Vuoi fare la mafiosa anche con le persone gentili?"
"Pensi che l'essere mafiosa o meno con chiunque possa cambiare le cose?"
"Magari potresti parlarmi un po' di te.. siamo compagni di corso d'altronde, no?" fece un grande sbuffo girando gli occhi.
"Sognatelo comunque" finì la frase. Sospirai, alzandomi poi dalla sedia e aprendo il frigo e cercando qualcosa da bere.
Presi due bibite fresche e mi girai verso di lei, chiudendo il frigo. I suoi occhi furono subito incollati a quello che tenevo in mano. Sorrisi avvicinandomi a lei porgendogliene una. Lei prese la birra e non disse nulla. "Precipitosa eh?"
"Zitto" disse stappando il tappo con un ciondolo curvo che pendeva dalla sua collana al collo. Spalancai gli occhi. E io che volevo convincerla a parlare per poi dargli il cavatappi! Troppo astuta.
Stappai con l'attrezzo il mio e la sorseggiai, guardandola. Fissava il vuoto, senza dire niente."Sai" tolsi le labbra dalla bottiglia "Non credo affatto che in genere tu sia una tipa così silenziosa. Questo dovrebbe preoccuparmi?" volevo risposte da lei. Volevo qualcosa, qualcuno che mi chiarisse le idee perché non era da Niall Horan stare sveglio alle 3:30 di mattina. Lei mi guardò appena.
"Jen, che ci facevi in quel vicolo? E perché la polizia era nei d'intorni?"
Sapevo che lei sapeva qualcosa.
-Jenny
Presuntuoso come non mai. Davvero credeva che mi sarei sbilanciata nel parlare? Il finto biondo si sbagliava di grosso. Se c'era una cosa fondamentale per me era non svelare la mia identità.
"Ti ho già detto cosa stavo facendo.. e poi la polizia non so che cazzo faceva lì, sicuramente stavano indagando sui soliti drogati che avranno fatto qualcosa.. sai che la notte porta scompiglio no?"
Cercai di rendermi convincibile."Troppe sirene per i miei gusti.."
"Sai, da come parli, sembra che anche tu capisca qualcosa sulla malavita.." mi venne spontaneo accompagnare la frase ad un sorriso malizioso.
"Magari sulla malavita no, ma sulla giustizia si" disse convinto guardandomi.Fissai la veranda di quella cucina e mi alzai con l'aiuto del tavolo.
"Ei, dove vai?" si avvicinò prendendomi un braccio delicatamente.
"Aiutami ad arrivare vicino a quella porta" gliela indicai con la testa. Appoggiai il braccio dietro il suo collo e zoppicai con il suo sostegno.
"Adesso?" aprii la porta, staccandomi dal suo collo e uscendo fuori da sola. Fissai il panorama. Diciamo che non era dei migliori ma mi rilassava.
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Forgive me » n.h
FanfictionIl perdono non era di certo il mio forte. Come si riusciva a perdonare delle persone che avevano letteralmente rovinato la tua vita? Come si poteva far finta che il dolore non fosse il responsabile delle scelte che ti erano state riservate? E com...