Uno

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Avvertenze: sangue, violenza, omicidio (tutto quello che vi aspettate dalla killing scene iniziale)

Hollywood, 17/12/2027

L'agente Timothy Green aveva risposto ad una chiamata riguardo dei rumori sospetti in un appartamento, dato che si trovava nei paraggi. Il quartiere era uno di quelli per bene,  infatti non si sarebbe stupito se avesse beccato qualche teppistello intento a provare a svaligiare l'appartamento in questione. Qualsiasi fosse l'entità della minaccia, comunque, non avrebbe dovuto essere solo, tuttavia il suo collega aveva avuto un'emergenza a metà turno e Timothy gli aveva suggerito di andare. Non era corretto, poiché in mattinata avrebbero coperto il tutto dicendo di essere stati sempre insieme, ma erano colleghi e si guardavano le spalle a vicenda. Perciò, era da solo in un contesto in cui non sarebbe dovuto esserlo.
Era da solo mentre notava la porta dell'appartamento palesemente aperta con la forza. Era da solo mentre l'apriva lentamente, entrava all'interno e illuminava intorno a sé con la torcia, con la mano posta sulla pistola senza però estrarla ancora. Annunciò la sua presenza a gran voce, permettendo a chiunque fosse all'interno di venire allo scoperto. Non ebbe risposta, ovviamente, perciò dovette continuare il suo percorso. Un rumore catturò la sua attenzione, infatti si girò di scatto e puntò la pistola verso l'ingresso. Anche se la torcia gli permise di vedere che non c'era nessuno. Roteò gli occhi, iniziando a salire le scale per arrivare al piano superiore. A quanto pareva, avrebbe arrestato qualcuno quella sera.

<<Se sei armato, ho bisogno che lasci l'arma a terra e vieni fuori con le mani alzate. Nessuno ti farà del male>> spiegò, guardando il corridoio per capire dove andare. Fu un rumore a mostrargli la strada, perciò aprì la prima porta sulla destra e alzò di nuovo la pistola. Questa volta, la torcia illuminò una foto con la cornice rotta e comprese che era stato quello a catturare la sua attenzione. Comprese anche che il ladro era lì. Immaginò che si fosse nascosto nell'armadio, perciò si avvicinò lentamente per non spaventarlo e farlo agire impulsivamente. Aprì l'anta con estrema calma, ma per l'ennesima volta puntò la pistola contro il nulla. Sospirò, ma prima che potesse fare qualsiasi altra cosa avvertì uno strano bruciore alla gola. La pistola gli cadde a terra, obbligandolo poi a portarsi le mani contro il collo dove aveva iniziato a sgorgare copiosamente del sangue. Si voltò lentamente, sapendo di avere almeno altri due minuti prima di morire dissanguato e consapevole di doverli sfruttare per chiedere aiuto. Portò la mano sulla radietta nera che aveva sulla spalla, preparandosi ad avvisare i suoi colleghi. Ma il suo aggressore lo obbligò a voltarsi, facendogli penzolare l'oggetto salvavita lungo il petto. 
I suoi occhi incontrarono dei pozzi neri e allargati tanto quanto la bocca. Ci impiegò un po' a capire cosa stava guardando: una maschera bianca, i cui lineamenti gli erano spaventosamente familiari. Chi non aveva mai visto un film di Stab dopotutto?

<<T...u?>> mormorò, cadendo in ginocchio. Ghostface piegò la testa di lato e Timothy immaginò lo stesse guardando con curiosità, o comunque che lo stesse studiando attentamente. Con un calcio, l'aggressore allontanò la pistola da loro due e poi iniziò a pugnalarlo furiosamente; ovunque...in qualsiasi punto riuscisse a perforare attraverso la divisa e concentrandosi principalmente sul collo dell'agente, dato che il petto era protetto da un giubbotto antiproiettile.
Mentre l'assassino terminava la sua opera, il cellulare di Timothy prese a squillare da qualche parte sul pavimento- dato che doveva essergli caduto durante la colluttazione. Lentamente,  gli occhi di Timothy si posarono sullo schermo e, nonostante le lacrime e i puntini neri che avevano iniziato ad annebbiargli la vista, riuscì a leggere il nome del contatto che provava a raggiungerlo.

Detective M. Kincaid

<<P...er...fa...v...o..re>> mormorò, anche se non sapeva per cosa stesse implorando: per fermare il killer, per chiedere alla morte di essere più veloce o al detective di capire che era in pericolo e di correre a salvarlo. Delle tre suppliche, comunque, solo una venne ascoltata; la seconda.
Solo allora l'assassino si fermò e il telefono smise di squillare. Un ultimo avviso illuminò lo schermo prima di spegnersi; un messaggio da parte del detective. "Sid ed io ci chiedevamo se ti va di andare...", leggeva l'anteprima.

Scream for the last timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora