Dodici

45 2 0
                                    

Avvertenze: sangue, violenza, aggressione.

Riassunto capitolo precedente: Kirby crede che Ghostface possa rapire anche Lola, perciò decide di passare a casa sua. Effettivamente, aveva ragione ma i killer sembrano essere- come sempre- dei passi avanti. Cogliendola alla sprovvista, riescono a spararle e rapire la ragazza. Kirby viene lasciata da sola nell'appartamento. 

NY/LA. Stesso giorno. 22:07

<<Quei bastardi hanno preso le mie figlie>> esclamò Sidney, guardandosi intorno con espressione persa e confusa. Era la prima volta che la vedevo in quello stato; sembrava spaventata.

Per quell'ennesima videochiamata, che avremmo potuto evitare perché potevamo fare letteralmente tutt'altro, mancavano Gale- che era salita sul primo aereo appena aveva saputo delle gemelle, mandando a quel paese il proprio capo che non le aveva dato il permesso di ritornare in America. E Kirby...attualmente, la stavano operando.

<<E anche Lola>> le ricordò Sam, incrociando le braccia al petto e rispecchiando alla perfezione l'espressione della storica sopravvissuta. 

<<Dobbiamo dare ascolto a Kirby e credere che non le uccideranno. Effettivamente, se avessero voluto ammazzarle, per quanto sia brutto da dire, l'avrebbero già fatto>> disse Chad, spostando il cellulare affinché Mindy si vedesse meglio.

<<Non avevano bisogno di rapirle. Volevano me e Sam? Hanno già la nostra attenzione; perché fare tutto questo casino? Perché prenderle?>> domandò Sidney, inarcando un sopracciglio.

<<Questo non lo so, Sidney. Ma posso assicurarti che le riporteremo a casa sane e salve. Tutte e tre>> disse Tara con fare deciso, lanciando poi un'occhiata al quadratino dove c'eravamo anche io e Sam. Chiusi gli occhi, tirando un sospiro profondo, alla ricerca di qualsiasi pensiero che avesse un senso. Che potesse aiutarmi. Proprio quando credevo che la situazione non potesse peggiorare, ecco che trovava un modo per farlo.
Lola, Tatum ed Haille erano vittime di un gioco perverso volto ovviamente a punire noi tutti. Erano innocenti. Non che vittime passate non lo fossero state, ma loro tre in particolar modo si erano trovate per sbaglio in un campo di battaglia semplicemente perché figlie- o conoscenti- di...

<<Voglio fidarmi dell'istinto di Kirby. Se lei ritiene che non sono in immediato pericolo, allora non lo sono. Chiunque essi siano, e quanti ne siano, ci diranno cosa fare per riprendercele. E noi lo faremo, a qualsiasi costo>> dissi, portando la mano contro la fronte. Ci fu il rumore di passi, perciò alzai lo sguardo e notai Mark entrare nell'inquadratura del computer di Sidney. Andò a sedersi al suo fianco.

<<Ho fatto diramare un'allerta Amber per le ragazze>> spiegò, riassumendo che nessun aerporto avrebbe mai fatto passare nessuna delle tre, così come ogni singola dogana. Era riuscito, guardando le telecamere, ad identificare una macchina che era passata numerose volte nelle vicinanze del vialetto da imboccare per giungere a casa loro. Purtroppo, la targa era falsificata e oltre al modello e il colore, i suoi colleghi non avevano potuto fare altro se non chiedere di fare attenzione a quell'auto, poiché poteva essere stata usata dai rapitori delle sue figlie. E siccome Kirby non poteva intervenire, era stato mandato un suo collega a sostituirla e a coordinare le cose da New York. Eppure, ebbi la netta sensazione che tutti si sarebbero preoccupati di più delle gemelle piuttosto che di Lola.

<<Io continuo a dire che dovremmo far arrestare Christina. Insomma, ragazzi...le manca solo un cartello con la scritta neon che dica: "sono il killer. Sono il killer">> disse Mindy, prendendosi poi una pausa per tossire. Chad ci aveva detto che non stava molto bene, che ogni singolo sforzo la portava a ripiegarsi su sé stessa e tossire. Tuttavia, i medici non ritenevano fosse grave.

Scream for the last timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora