Quindici

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Avvertenze: inizia un terzo atto molto particolare 

Riassunto capitolo precedente: mama Carpenter è davvero molto antipatica. Talyssa l'ammazzerebbe se potesse.

Oramai, mancava soltanto un'ora prima che arrivasse l'orario prestabilito. Era la prima volta che ci toccava aspettare così tanto, che ci fosse addirittura una data da dover rispettare (pena: perdere un occhio o finire in ospedale gravemente feriti). O forse, era stata tutta una messa in scena per permettere a Gale di arrivare in tempo per godersi la carneficina. 
Quella donna subiva il jet-leg, aveva delle occhiaie spaventose che neanche il trucco era riuscito a coprire eppure...sembrava pronta a sfidare il mondo intero. La sua determinazione era qualcosa che avevo sempre ammirato, nonostante tutti gli alti e bassi che c'erano stati tra di noi. Inoltre, sapevamo che nel momento del bisogno, avrebbe fatto di tutto per intervenire ed aiutare- anche prendere un aereo che la portasse dall'altra parte del mondo. 

Nel mentre, però, sapevo di dover parlare con mia madre prima di procedere con qualsiasi altra cosa. Sam ed io avevamo già organizzato un viaggio a Woodsboro per quel periodo natalizio, nello specifico proprio per chiedere una cosa a mia mamma. Ci sarebbe piaciuto farlo insieme, con calma e senza il fiato di un killer a soffiarci sul collo. Invece, le cose dovevano evidentemente andare in quel modo. Dunque, in un momento in cui le sorelle Carpenter erano nella mia vecchia camera e le due storiche sopravvissute erano passate in ospedale da Mark, io ne approfittai per sedermi in cucina e fare due chiacchiere con lei. 

<<C'era una cosa di cui volevamo parlarti io e Sam>> dissi, stringendo le sopracciglia. 

<<Che cosa?>> domandò, guardandomi attentamente.

<<Be', abbiamo pensato ad alcuni dettagli per il matrimonio e...>> mi fermai, cercando il modo corretto per raccontarle la situazione. 

<<Lo so che mi vuoi come tua testimone>> mi prese in giro, smorzando le tensione. Risi, annuendo.

<<In realtà, questo particolare passaggio riguarda il cognome. Sai, volevamo condividere lo stesso ma...ci siamo rese conto che con i nostri c'è qualcosa che non va. Non ritiene di essere una Carpenter e Loomis non lo prende neanche in considerazione, per tutti quei folli ancora ossessionati da Billy. Ed io...io non voglio condividere con lei il cognome Winters. Non voglio che abbia quello di un codardo; dell'uomo che ci ha reso la vita complicata. Perciò, ci stavamo chiedendo se a te andava bene che io prendessi il tuo e potessimo poi usarlo dopo il matrimonio>> dissi, incontrando la sua espressione. Notai che aveva il volto contratto in un'espressione pensosa, dunque mi sconvolse rendermi conto che non aveva avuto la reazione che immaginavo. 

<<No, aspetta>> disse, quasi come se avesse capito cosa mi stava passando per la testa. <<Sono onorata che voi mi abbiate preso in considerazione e sai che per me, Sam e Tara sono come due figlie. Perciò, sarei più che contenta se voi due lo faceste. Ma...ti ricordo che "Cojoc" è il cognome di mio padre. Lo stesso uomo che mi ha cacciata di casa quando capì che non avrei lasciato tuo padre per sposare chi aveva scelto lui>> continuò, spiegando il suo punto di vista.

<<Sai questo cosa significa?>> domandò poco dopo. 

<<Che gli uomini fanno tutti schifo e perciò a noi donne dovrebbe essere concesso avere un cognome tutto nostro?>> chiesi, usando un tono estremamente ironico. Lei ridacchiò.

<<Esatto. Ma andiamo un po' oltre>> disse, facendomi segno di aspettare. Ritornò alcuni minuti dopo con il proprio portafoglio, perciò lo aprì per permettermi di vedere all'interno. Sul lato sinistro, nell'involucro trasparente, c'era una foto di...papà? Era stata scattata in un giardino, infatti si poteva intravedere un albero alle sue spalle. Sorrideva, mentre guardava nella telecamera e le sue dita indicavano la scritta sulla sua maglia. "Remember to be a good human", peccato che nel momento del bisongo, lui si era dimeticato di dover essere un bravo essere umano. 

Scream for the last timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora