Avvertenze: si accena ad un padre violento, quindi di violenza sui minori
Riassunto capitolo precedente: Talyssa viene aggredita da Ghostface e, in un tentativo di difendere sé stessa ed una ragazza, è costretta ad ucciderlo. Ma c'è qualcosa che non va...dopotutto, il killer non muore mai così in fretta o così presto.
Un medico aveva appena finito di stringere la garza intorno al mio braccio quando la voce di Sam mi giunse alle orecchie. Si fece spazio tra le persone, scivolando sotto il braccio di un poliziotto che forse voleva dirle di non passare. Venne verso di me, guardandomi con occhi spalancati e colmi di preoccupazione.
<<Stai bene? Sta bene?>> chiese, prima a me poi al medico che mi stava curando. Lui sorrise in maniera rassicurante, annuendo.
<<Sto bene. Solo un piccolo taglio al braccio>> dissi, permettendole di mettermi in piedi per potermi studiare con attenzione. I suoi occhi passarono in rassegna il mio volto, poi allungò la mano per posare il dito delicatamente contro il mio naso, dove immaginavo si stesse formando un'ematoma o si stesse gonfiando. Effettivamente, il naso stava iniziando a farmi male.
<<C'è qualcosa che non va col naso>> esclamò, guardando il medico.
<<È una microfrattura, ma talmente lieve che non c'è bisogno di intervenire. Guarirà da solo. Nel frattempo, come stavo per dire alla sua ragazza, dovrebbe mettere del ghiaccio per lenire il gonfiore e prendere degli antidolorifici se non riesce a sopportare il dolore>> spiegò lui. Sam lo fulminò con lo sguardo, come a maledirlo per averle mentito. Come se quell'informazione implicasse che sarei morta da un momento all'altro.
<<Preciosa, ho affrontato di peggio, questo non è niente. Sto bene, davvero>> la rassicurai, portando le mani sui suoi avambracci. Sapevo che finché non si fosse calmata, non avrei potuto dirle altro. Perciò, mi alzai in punta di piedi e posai delicatamente le labbra sulle sue, facendo attenzione a non sbattere il naso contro qualche parte del suo volto.
<<Cos'è successo?>> chiese allora, guardandomi dritto negli occhi. Mi voltai, scoprendo che il medico si era allontanato da noi.
<<Sam!>> urlò una voce femminile. Lei non fece in tempo a girarsi che Lola la gettò le braccia al collo, stringendola con forza.
Di tutte le persone che seguivano le lezioni, Lola era diventata ben presto la nostra preferita. Era amante dei film come Mindy, appassionata di sport come Chad e una minuscola latina con il pepe nelle vene che ricordava Tara in quasi tutto e per tutto. Siccome io e Sam, come due genitori che soffrivano per il nido vuoto, eravamo tristi per il fatto che i nostri tre amici fossero andati via, ci eravamo legate a lei che sembrava colmare i loro spazi.
Non le avevamo chiesto il motivo specifico per cui aveva iniziato a seguire il corso; non obbligavamo nessuno a farlo. Ma ciò non significava che, in momenti di intimità, non fossero loro a decidere di dircelo. Lola, nello specifico, era venuta da noi poco prima della chiusura con un livido in volto e ci aveva rivelato di essere vittima della mano di suo padre. Da allora, aveva iniziato a passare più tempo con noi due.
Ci aveva raccontato della morte della madre, di come il padre avesse iniziato a bere, di come i suoi fratelli fossero andati via lasciandola da sola con lui, di come nessuno di loro credesse alla violenza dell'uomo semplicemente perché non aveva alzato un dito contro di loro. Ma comunque, Lola era minorenne e l'idea di essere portata via dalla sua unica casa- se avesse denunciato- la portava a stare in silenzio. Ci aveva implorato con le lacrime agli occhi di non andare alla polizia, perché non sarebbe sopravvissuta un attimo in una casa famiglia né tantomeno avrebbe potuto sopportare l'astio sul volto dei suoi fratelli (che credeva l'avrebbero incolpata di essere la causa per cui il padre veniva arrestato) o peggio ancora...che non venisse creduta e suo padre rilasciato. Allora sì che se la sarebbe vista brutta.
E dunque, seppur a malincuore, avevamo accettato e ci limitavamo a fare il nostro meglio per tenerla il più lontano possibile da casa. Era diventata una sorella minore per noi o, forse, persino una figlia. Poiché l'istinto che si era risvegliato in me era stato quasi primitivo; primordiale come solo l'istinto materno sapeva essere. Il bisogno di proteggere il proprio figlio ancor prima di proteggere la propria vita.
STAI LEGGENDO
Scream for the last time
FanfictionContinuo di "Scream for me, pretty girl" e "Scream with me, Lys". Precisazioni: come ho già spiegato in un avviso in "Scream with me, Lys", non ho intenzione di vedere Scream7 a causa dell'ingiusto licenziamento di Melissa Barrera. Per questo motiv...