Voldemort

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Harry guardò l'orologio appeso alla parete: venti minuti all'arrivo dei lavoratori. Interruppe la maledizione su Bellatrix, ormai non gli serviva più, comunque dopo ben dieci minuti di tortura la donna non sembrava essere in grado di rialzarsi.

-Cosa penserebbe Silente se vedesse quello che hai fatto?

La voce di Voldemort era compiaciuta, non lo percepiva affatto come un pericolo ed era proprio per quel motivo che Harry contava di riuscire a sopravvivere. Rispose:

-Che a quanto pare non è stato un insegnate bravo quanto pensava.

-Questa non è magia buona, Harry, non lo è per niente.

-Non penso che ti preoccuperesti molto del tipo di magia che usi quando qualcuno prova ad ucciderti.

Il tono dell'uomo tornò freddo.

-La profezia Potter. Consegnamela e forse verrò ad ucciderti un'altra volta.

Certo, come no, il ragazzo sorrise

-E io che pensavo che fossi venuto per finire il nostro duello...mi offende sai, sapere che non sei qua per me.

La pressione della bacchetta sul suo collo si intensificò, spronandolo ad aggiungere.

-E per la profezia non si può fare nulla...

Sorrise, nulla gli avrebbe impedito di approfittare della situazione per sparge un po' di caos.

-...Quegli incompetenti dei tuoi sottoposti l'hanno fatta cadere e si è rotta. I suoi cocci dovrebbero ancora essere là da qualche parte se vuoi.

Tirò una gomitata all'uomo, togliendosi da sotto la sua bacchetta, i  maghi non si aspettavano mai di venire colpiti fisicamente quando combattevano, ma anni con Dudley gli avevano insegnato quanto fosse efficace. Finalmente poté osservare la faccia di Voldemort, non era felice, non era felice per nulla e Harry sapeva che avrebbe sfogato tutta la sua rabbia su di lui. Ormai, però, gli bastava sopravvivere ancora per una decina di minuti.

Due lampi di luce uscirono in contemporanea dalle bacchette dei due, scontrandosi a mezz'aria. Per qualche istante si fronteggiarono così, in una semplice gara di forza magica, ma Voldemort interruppe in fretta l'incantesimo, non voleva che le bacchette andassero nuovamente in risonanza come l'anno precedente. Per ora Harry era semplicemente soddisfatto di essere riuscito a tenergli testa, era innegabile quanto il suo avversario fosse potente.

L'uomo, poi, evocò un enorme serpente di fiamme e fu solo grazie al suo istinto che Harry riuscì a distruggerlo appena prima che lo investisse in pieno, approfittò delle fiamme sparse ovunque per riunirle assieme e creare un onda infuocata da mandare contro il proprio avversario. Ovviamente non si aspettava  di infliggere qualche danno con così poco, ma usò questo diversivo per raccogliere l'acqua della fontana e, appena Voldemort disperse completamente le fiamme, lo avvolse in una bolla d'acqua sospesa a mezz'aria, impedendogli così di respirare.

Non era magia bianca quella, non era magia innocua, né era magia che avrebbe dovuto saper fare. Nel momento in cui lo scontro era iniziato e l'adrenalina aveva iniziato a rìscorergli nelle vene, ricordi sepolti di centinaia di battaglie precedenti erano fluiti in lui dandogli una grande mano.

Poi, però, all'improvviso, disperse l'acqua, prima di poter infliggere qualche vero danno e Voldemort si liberò, riprendendo subito in mano la situazione. Una forte onda di energia magica travolse il ragazzo, mandandolo al suolo. Aveva fatto male; era stata tanto forte da rompere tutti i vetri dell'immensa sala. Vetri che Voldemort richiamò a se, per poi scagliarglieli contro tutti assieme.  Harry riuscì appena a reagire, a creare una barriera che non parò neppure l'attacco, ma si limitò a trasformare i cocci in polvere innocua che non gli inflisse altro danno se non oscurare la sua vista.

Fu un errore

Appena tornò a vedere il signore oscuro era su di lui. Con un incantesimo lo sollevo da terra, prima di sbatterlo violentemente contro una parete.

-Sciocco, piccolo Potter, pensavi davvero di potermi battere solo perché hai imparato qualche nuovo trucco? La tua resistenza è così futile! Pensavi davvero di poter...

Si interruppe quando il flash di una macchina fotografica lo investì. Si girò di scatto, trovandosi davanti ad una ventina di impiegati del ministero, fronteggiati da Caramel in persona. Harry sorrise, nonostante fosse dolorante: i primi impiegati erano arrivati nel momento in cui aveva disperso la sfera d'acqua, avevano visto tutto ciò che lui voleva fargli vedere. Avevano visto il povero piccolo Harry combattere coraggiosamente contro il signore oscuro nel cuore stesso del ministero e quasi morire. Non era qualcosa che Caramel poteva gestire.

Voldemort, intanto, rimase immobile per qualche secondo a fissare quel pubblico di cui non era a conoscenza, poi semplicemente sparì in una nuvola di polvere nera come il carbone. L'incantesimo che teneva Harry schiacciato contro la parete si interruppe lasciando cadere il ragazzo al suolo. Era vivo. Aveva vinto.

Subito venne circondato da uno stuolo di lavoratori e giornalisti, in parte preoccupati, in parte interessati a ottenere qualche news. Li lasciò fare.

-Signor Potter, può raccontare cosa è successo?

-Signor Potter lasci che verifichiamo le sue condizioni....

-Signor Potter, può lasciare un commento a caldo su ciò che abbiamo appena avuto la possibilità di testimoniare?

-Signor Potter, guardi da questa parte per favore

-Signor Potter, una testimonianza per la gazzetta del...

Tutti vennero interrotti dal ministro stesso della magia, che si fece largo a forza, in mezzo a loro, fino a raggiungere Harry.

-Il ragazzo non dirà proprio nulla! Non vedete cosa ha dovuto passare? Ha bisogno di cure mediche e di riprendersi. Il ministero si assicurerà di fare chiarezza sulla questione, per ora le condizioni del ragazzo hanno la priorità.

Caramel faceva bene ad aver paura di quello che Harry poteva dire, perché il grifondoro lo avrebbe rovinato senza ombra di dubbio. Per ora, però, lo avrebbe usato ancora qualche minuto. Si aggrappò appena ai suoi vestiti, mostrandosi più stanco e debole di quanto in realtà fosse; lo guardò con occhi stanchi e docili.

-Per favore signor ministro, mi riporti a scuola...

In poco tempo fu portato a scuola, nell'infermeria della scuola per la precisione dove trovò Ron con un occhio nero. Il rosso gli raccontò che la Umbridge aveva visto rientrare Hermione e che da là le cose si erano fatte complicate, che la donna li aveva interrogati e che Mione si era sbarazzata di lei portandola nella foresta con la scusa di una qualche arma per poi lasciare che i centauri se ne occupassero. Sentendo l'avvenuto Harry sorrise.

-Per fortuna si è tutto risolto, non ci resta che raccontare al mondo l'avvenuto e far cadere il governo...

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