Capitolo 32

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Felix.

Dopo quei messaggi durante la live non mi ha più cercato e non lo vedo da allora. È buffo pensare che non ci vediamo da una settimana pur abitando nella stessa casa, sullo stesso piano oltretutto, ad una camera di distanza.
Gli ho detto che ho bisogno di tempo per riflettere. So che lui sta male, Han non fa che dirmi che devo parlare con lui e risolvere, ma io non so come, non mi sento pronto e non capisco nemmeno perchè. So che in termini concreti non mi ha tradito, ma mentirmi o tenermi nascoste le cose per me sono lo stesso un tradimento, di fiducia.

Fin'ora siamo sempre stati sinceri uno con l'altro, ma adesso lui mi ha mentito e così facendo ha cancellato la sicurezza che avevo nel nostro rapporto. Per colpa di questa "omissione di verità" ora sono pieno di dubbi. Mi ha già mentito in passato? E se ora mi ha mentito con tanta naturalezza, ci saranno altre menzogne in futuro?

A quanto pare a volte serve solo uno sbaglio innocente agli occhi di qualcuno per farti inciampare e far crollare il terreno sotto i tuoi piedi e così ti ritrovi di nuovo ai piedi dalla montagna che stavi scalando. Io volevo arrivare in cima a quella montagna, passo dopo passo. Mi ero promesso di risalire semmai fossi scivolato perchè per lui ne valeva la pena. Lui valeva la pena.

Ma adesso? Adesso mi ritrovo da solo ai piedi di questa montagna a chiedermi se ne vale ancora la pena.

Probabilmente sto pensando troppo in questi giorni. È vero che mi ha mentito, o meglio, che mi ha nascosto una cosa, ma forse tutto questo non è del tutto colpa sua. Io so che non è una persona cattiva. Cazzo è la persona più pura che io conosca.
Non ha mai secondi fini, non è stronzo anche se quella sua aria da principe freddo ed intoccabile potrebbe farti credere il contrario. In realtà lui è molto fragile e sensibile e io mi sento un egoista ad ignorarlo così quando so che sta male, e tanto anche.

Han mi ha detto che in questi giorni non ha mai toccato un pennello o una matita. Non ha mai scritto un verso né di canzoni né di poesie e io a sapere che tutto questo probabilmente, anzi no sicuramente è per colpa mia e del mio ignorarlo, mi fa sentire una merda e ho paura.

Il mio telefono inizia a squillare e vedo il suo nome sullo schermo. Perchè mi chiama al telefono a quest'ora della notte nonostante stia dall'altra parte del corridoio?
Non gli rispondo nonostante lui insiste.

La verità è che ho paura di rispondergli. Ho paura di vederlo. Ho paura di affrontarlo perchè non so dove andremo a finire poi. Litigheremo ancora come l'ultima volta? Andrà peggio dall'ultima volta? O faremo pace? Tornerebbe tutto come prima?
Mi sento un egoista a pensare solo alle mie paure. Mi sento un'immaturo a non affrontare mai le cose, forse in questo caso è perchè se non la affronto non potrà andare peggio, no?
Ad interrompere il mio interminabile flusso di pensieri è Minho che irrompe in camera mia con una faccia sconvolta e allo stesso tempo preoccupata.

«Felix! Hyunjin mi ha chiamato, cosa sta succedendo?»
«Non preoccuparti per questo. Non voglio parlare con lui.»
«Felix per favore, lui non è a casa, è uscito da solo, penso sia anche ubriaco. Stava piangendo.»
Mi alzo di scatto dal letto su cui ero sdraiato ed inizio a vestirmi senza badare a cosa mi sto mettendo addosso, basta che sia pesante perchè fuori si gela.
«Ti ha detto dov'è?»
«Ha detto qualcosa sulla gelateria che ti piace, non ho capito molto tra i singhiozzi.»
Afferro velocemente la sciarpa ed esco di corsa di casa, so dov'è andato.

Corro veloce per le strade deserte della città perchè il posto non è lontano e se aspettassi il taxi ci metterei il doppio del tempo ora.
Arrivo alla galanteria ma di lui nessuna traccia, che Minho abbia capito male? Mi preoccupo ancora di più e inizio ad avere paura che gli sia successo qualcosa di brutto. Mi guardo intorno e vedo qualcosa sulla riva del fiume. Lo riconosco, è lui.

Mi precipito da lui e urlo il suo nome vedendolo sdraiato a terra ma lui non mi sente, non si muove.
«HYUNJIN!»
Niente.

Finalmente lo raggiungo e noto le bottiglie di birra vuote vicino a lui. Lo alzo stringendomelo al petto.
«F-Felix?»
«Ssh sono io, sono qui.»
«L-Lixie sto im-impazzendo senza d-di te. Mi m-manchi così t-tanto.» Mi stringe.
«Non piangere amore, mi sei mancato tanto anche tu. Ora sono qui.»
Gli metto la sciarpa intorno al collo perchè sta tremando e non so se più per il freddo o a causa dei suoi singhiozzi.
«Ho bisogno di te.»
«Andiamo a casa ora, fa freddissimo qui fuori e tu ormai sei diventato un ghiacciolo.»
Lui annuisce e ci alziamo.

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