Un Piano

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Mia madre era all'ospedale...

decisi di svegliare Bill e raccontargli tutto.

Brit:«Bill, svegliati, hai dormito abbastanza, ti prego svegliati»
Bill:«mh dopo»
Brit:«no ora»
Bill:«altri 5 minuti» disse assonnato
Brit:«ora, è importante Bill»
Tocca una clip per incollarla nella casella di testo.
si alzò con forza e si strofinò gli occhi stanco.

Bill:«qual'è il problema?» disse sbadigliando, aveva i capelli messi peggio dei raggi del sole, ed era struccato, il suo viso era perfetto, senza neanche una bolla, i suoi lineamenti erano dritti, e ciò lo rendeva bellissimo.

Brit:«portami all'Hotel ti prego»
Bill:«perchè? con calma dimmelo»
Brit:«mia madre è stata portata all'ospedale»

Mi guardò con occhi preoccupati, si vestì velocemente, così feci anche io.
Posso dire che è la prima volta che mi vesto senza vedere, ad occhi chiusi, di solito mi importava essere alla moda, vestirmi con stile, ma sta volta decidi di prendere a caso, non mi importava come venivo.

Bill:«andremo con la macchina di Tom, non penso gli dispiaccia»
Brit:«gli ho chiamati ieri sera, non hanno risposto, che cosa staranno facendo? e se sono nei guai? non rispondo da ormai una settimana, c'è da preoccuparsi seriamente»
Bill:«tranquilla, se la caveranno, conosco mio fratello, starà bene»
disse speranzoso

Bill:«ora dobbiamo concentrarci su tua madre»

annuii con la testa, sorridendogli, e lui ricambiò.

Salimmo in macchina e la accese subito, partendo come una saetta.

Brit:«hai la patente?»
Bill:«ja piccola»

arrossì, e sorrisi.

Nel mentre che Bill guidava, vidi una mia ex compagna, o meglio, eravamo migliori amiche, e ora i rapporti si sono persi, per colpa sua.

Bill:«che hai?»
Brit:«niente, sono preoccupata»

sorrise dispiaciuto, e mi accarezzò la coscia e ciò mi mandò alle stelle, sussultai al suo tocco, era davvero caldo e piacevole.

Bill:«eccoci, io vado a cercare parcheggio, tu vai entra»
Brit:«no, entro con te»

mi sorrise e ricambiai anche io.

Bill parcheggiò la macchina, era davvero strano trovare parcheggio molto facilmente, ricordo che mio padre saliva su tutte le furie quando non trovava parcheggio... andiamo Brit, non posso pensare a mio padre ora

dissi tra me e me

Entrai in Hotel, e cercai subito l'ufficio.
Entrai nell'ufficio e mi sedetti, con accanto Bill.

«salve, come posso aiutarla?»
Brit:«la sig. Vanessa, mi serve, dov'è?»
«all'ospedale, perché?»
Brit:«come ci è finita un ospedale?»

«mh, allora vediamo, stava servendo a dei clienti, e ad un tratto le è cascato tutto, facendo cadere il cibo addosso i clienti, e poi... è svenuta, si»
Brit:«ha mangiato qualcosa?»
«no, non aveva fame, mi ha detto che non aveva neanche fatto colazione, io le ho chiesto il perché e mi ha detto perché non aveva fame, e non aveva voglia di mangiare»

Bill:«e ora dov'è?»
«mhh, abbiamo chiamato un ambulanza è venuta a prenderla»

«l'hanno portata via, ora credo sta in ospedale»

Brit:«o-ok, grazie»

salutai, ero ancora spaventata, avevo un vuoto dentro, tutto questo era molto strano, tutto era... strano, c'è qualcosa sotto...

Decidi di andare in ospedale per vedere mia madre, e nel mentre io e Bill salimmo in macchina, per rompere il ghiaccio chiesi:«non ti sembra strano?»

Bill:«mh?» balbettò lui
Brit:«che... tutto questo non è strano?»
Bill:«parli del fatto che tutto succede a noi?»
Brit:«esatto, è come se queste cose non venissero per caso, non accadessero per caso, ci deve essere qualcosa sotto, qualcuno che ha il controllo di questa situazione»

Bill acese la macchina e disse:«beh, me lo chiedevo sempre io, ma se il destino vuole così, non possiamo farci nulla»

Brit:«no Bill, non penso sia destino, e poi il destino non avviene mai per caso...»

Bill:«sai, ho visto un uomo, nella mia mente, ti avevo sognata una notte, mi ero risvegliato, e mi ero ritrovato te davanti, poi... penso avevi in mano dei bigliettini eh-»

lo interruppi

Brit:«dei bigliettini? avevo una calligrafia strana?»
Bill:«si, spaventosa...»

la mia mente si illuminò

Brit:«prossima direzione. Cimitero di Fionn»

Brit:«continua, cosa hai visto altro?»

Bill:«avevo iniziato a rincorrerti, ma più correvo più tu ti allontanavi, fino a poi finire in un vicolo cieco, ma quando mi girai, vidi un uomo»

Brit:«un uomo...? descrivimelo»

Bill:«era davvero sospetto, misterioso, beh, aveva sempre una sigaretta in mano, sulle labbra, e portava un guanto solo sulla mano destra...»
Brit:«per caso ha un neo gigante sulla mano sinistra?»

Bill si voltò stranito...
«che ne sai? come fai a saperlo?»

spalancai gli occhi, capendo tutto.

Brit:«Bill... forse è collegato...»
Bill:«che intendi?»
Brit:«quello che ci accade, non è per caso, ma è sotto controllato, e forse, proprio da quell'uomo»

Bill spalancò gli occhi annuendo e sorridendo

Brit:«forse, siamo dei geni»
Bill:«ja, ma cosa vuole quell' uomo da noi?»
Brit:«non lo so ancora, ma lo voglio scoprire...»

arrivammo in ospedale dopo poco, e mi diressi in ufficio.

Brit:«salve, Vanessa Clark»
«allora...» disse mentre sfogliava un registro

«trovata»
Brit:«in che stanza si trova?»
«bene, ha un certificato?»
Brit:«perchè?»
«non si entra senza»
Brit:«ma è mia madre! non posso, voglio vederla, anche solo per 5 minuti »
«le regole sono regole ragazzina, mi dispiace, se vuole entrare, serve un certificato»

poi intervenne Bill:

«e cosa ci permette questo certificato?»
«il permesso di entrare nella stanza del paziente, per avere il certificato bisogna pagare, o anche andare dalla macchinetta, e mettere tutto quello richiesto»
Bill:«è uno scherzo?»
«no, sono le regole, ho da fare ora, arrivederci»

A quel punto Bill si incazzò e sbattè le mani sul tavolo.

Bill:«si può entrare senza certificato?»
«si, portando un documento, ma è solo per le emergenze»
Bill:«le do il mio, va bene?»
«mi serve quello della signorina»

Brit:«non ce l'ho a portata di mano»
«torniate la prossima volta»
Bill:«ma questa è un'emergenza cazzo»

«per favore abbassi i toni, e li moderi soprattutto»

a quel punto Bill tirò dala tasca 4 monete e allungò la mano al signore.

Bill:«questi?»

il signore guardò e fece una risata.

«mh hahaha, cosa pensi di prendere con quelle 4 monete? ragazzino, ascolta, ho da fare, arrivederci»

ci cacciò fuori, e a quel punto ci cacciarono fuori dall'ospedale.

Bill:«scusa Brit, ci ho provato»
Brit:«non fa niente, c'è un altro modo»
Bill:«ovvero?»

lo guardai come per dire che è rischioso e lui capii subito...


IL DESTINO NON AVVIENE PER CASO~ TWINSKAULITZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora