Piccole Bugie

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LUI'S POV:

05:00
Decisi di recarmi all'ospedale, per un contratto firmato con il mio amico, o meglio... ex amico.

Quello non era un normale ospedale, non so neanche il perché lo soprannominavano ospedale, era tutto tranne che ospedale, è un posto da maniaci, un manicomio, era peggio di una prigione, li ho anche scoperto dell'esistenza di altre nuove e sconosciute torture...

Presi il mio cappello, un pacchetto di sigarette, una lunga giacca, era identica a quella di Sherlock Holmes, un paio di scarpe anni 80, e un paio di occhiali da sole, sempre a vecchio stile; salii in macchina e lasciai mia moglie Rosy a dormire, dato che mi ero svegliato molto presto.

Misi in moto la macchina e mi diressi verso "L'ospedale" sempre se così si poteva chiamare.

Ero finalmente all'entrata, la porta era di colore verde noia, non aveva un'aspetto granché, ma entrai lo stesso.
Chiusi la porta e mi incamminai verso il lungo buio e silenzioso corridoio, si sentiva il rumore dei miei passi ripetersi, l'eco...

Vidi una stanza, era la stanza principale, decisi di bussare, facendo 3 colpi, la porta si aprì da sola, non mi sorprende dato che ci si doveva aspettare di tutto da questo "meraviglioso" posto.

L'ufficio era silenzioso e cupo, ad un tratto sentii una voce provenire da dietro a una sedia, piano piano la sedia si girò rivelando l'uomo seduto su di essa.

«Luis... da quanto tempo»

rimasi immobile, mi faceva strano rivederlo, anche se in fondo era sempre un mio vecchio amico...

Luis:«amico, come ti sei ridotto»
«sapessi Luis, come ti va la vita? continui ancora a fare il cacciatore?»
Luis:«si, immagino tu abbia abbandonato»
«ooh! quel lavoro è una menzogna, mi andava di fare qualcosa di più interessante»
Luis:«interessante? uccidere è un "lavoro" interessante?«

«non tutti si accontentano di cose che altri reputano fantastico Luis»
Luis:«hm, capisco»
«vuoi fare un tiro?» disse mentre mi avvicinava una sigaretta, avevo già un pacchetto, ma potevo risparmiare.

La accettai e la posai sulle mie labbra, presi dalla tasca un accendino, misi una mano davanti mentre cercavo di accendere la sigaretta, misi via l'accendino e inizia a succhiare il fumo mentre lo fissavo, si era fatto così misterioso, quel gigantesco neo sulla mano sinistra lo rendeva inquietante, aveva sempre quei dannati occhiali da sole davanti agli occhi, anche il suo abbigliamento era davvero misterioso, con quel cappello e un guanto singolo, indossato sempre nella mano destra.

«hm Luis, ho saputo che hai salvato la vita di una ragazza dai capelli rossi»

Luis:«non lo nego, ma come fai saperlo?»
«sei rimasto ancora quello ingenuo di una volta, non sei cambiato affatto Luis»
Luis:«hm, questo lo pensi tu però»
«questo lo penso io perché è vero, e poi io so tutto, mi arriva tutto»

Luis:«certo, sai IVAN, ho anche saputo che hai bloccato due ragazzi dentro questo manicomio, sono dei ragazzi cazzo, perché lo hai fatto?»

«fermo, e tu come fai a saperlo?»
Luis:«me l'ha detto uno dei tuoi uomini»
«chi?» mi domandò con tono che sembrava stesse iniziando a salire la rabbia, perciò per prenderlo in giro gli risposi:«era vestito di nero, con maschera nera e bianca»

«hmmm» ci mise poco a realizzare che lo stessi prendendo in giro

«HA- HA- HA-, complimenti, bella battuta Luis, davvero, non hai di meglio da dire oltre a questa stronzata appena sparata a cazzo?»
Luis:«te l'ho semplicemente descritto, come hai chiesto tu»
«pensi di essere divertente?»
Luis:«senti, tralasciando questo, voglio che tu liberi qui ragazzini»
«quei ragazzi sono affare fratello, non potrei mai, ora per favore, esci prima che mi trasformi»

Luis:«solo perché hai un potere non significa che tu sia il superiore per comandare»
«potere? e quale sarebbe?»

venimmo interrotti da delle urla, appena capii il mio sangue si gelò...

«oh, non te l'ho detto? questa è la fine di tutti quelli intrappolati qui»

Luis:«è uno scherzo?»
«no, non vedo il perché lo dovrebbe essere»
Luis:«immagino che anche i ragazzi facciano la stessa fine»
«l'hai capito finalmente, bravo»

spalancai gli occhi e rimasi deluso.
«e-e... c'è un modo per uscire? per uscire da questa specie di "condanna"?»

«non scegliamo le nostre vittime a caso, c'è sempre un lungo e profondo motivo dietro a ciò che facciamo»

Luis:«loro hanno un motivo per stare qui?»
«i ragazzini intendi?»
Luis:«si»

«un motivo c'è, ma non penso siano affari tuoi»

Lui:«invece si»

tirò fuori una pistola e me la fece vedere;
«la vedi? è carica, funziona benissimo, come tutte le altre 500 armi che ho, vuoi farti risparmiare o... il grilletto verrà premuto»

Luis:«quando eravamo amici non eri così, eri tutta un'altra persona, ora ti sei ridotto non so come così, non è troppo tardi, possiamo riparare dai nostri errori, ti prego Ivan, devi capirmi, lo dico anche per il tuo bene»

«è tutta colpa tua»
Luis:«m-mia? si lo so, è colpa mia, ma ormai è passato, non possiamo farci più nient'altro»
«invece qualcosa che posso fare c'è» disse avvicinandosi a me con la pistola puntata sempre verso il sottoscritto, stavo sudando, ma dovevo avere sangue freddo...







SPAZIO AUTRICE
scusate se non ho più pubblicato, ma sto affrontando un momento difficilissimo, non lo auguro a nessuno quello che sto passando io.
Nel prossimo capitolo svelerò anche il motivo per cui l'amicizia tra Luis e l'uomo misterioso, che ormai ha anche un nome, è finita...

IL DESTINO NON AVVIENE PER CASO~ TWINSKAULITZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora