CAPITOLO 11

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Il mattino inizia con un mal di testa allucinante, amplificato dai ricordi freschi degli eventi di ieri. L'abbandono della festa, Sebastian, e le discussioni sulle mie insicurezze mi hanno lasciata stordita e confusa.

Inizio la mia routine quotidiana: una doccia rinfrescante, un trucco leggero e, infine, l'attività di scegliere i vestiti per la giornata. Scelgo un semplice pantalone lungo e morbido di colore nero, abbinato ad una maglietta dello stesso colore a maniche lunghe.

Scendo lentamente le scale della mia palazzina e mi ritrovo tra le strade di Vienna.
Nonostante sia presto, la città è già viva e attiva.

Improvvisamente, il mio telefono inizia a squillare. Guardo il display e rispondo alla chiamata.
"Amore della mamma, come va la tua prima settimana all'università?" La voce di mia madre risuona dolce e familiare all'altro capo del telefono.

Le racconto tutto: i nuovi amici, il progetto universitario, la festa a cui ho partecipato. Nascondo però, la mia fuga con Sebastian. Conosco mia madre; mi avrebbe sommerso di domande fino a farmi soccombere.

Continuo a camminare, mantenendo l'orecchio attaccato al telefono, ascoltando la voce di mia madre che sembra far sparire il mio mal di testa.
Mi manca, e non posso negarlo.

Lei mi parla del giardino, del fatto che ha finalmente piantato i girasoli.
Mi dice che quando verrà a trovarmi, porterà con sé un girasole per me.
L'idea di avere un pezzetto di casa con me, mi scalda il cuore.

La saluto a malincuore, sapendo che deve andare a lavorare.

Per fortuna, sono già all'ingresso del campus.
Prima che abbia il tempo di osservare intorno, due ragazzi si avvicinano verso di me.

Lucas ed Elias.
Elias, il biondo, è occupato a bere il suo caffè da asporto, mentre Lucas si sistema il maglione che indossa.

«Buongiorno» dico, dando loro un caloroso sorriso.
Entrambi rispondono al saluto.

«Cosa hai fatto ieri?» Lucas mi chiede con un tono di voce preoccupato.
«Giusto, sei sparita, Lucas temeva che ti avessero rapito.» L'osservazione di Elias mi fa ridere e non lo nascondo.

«Sì, sono stata rapita dagli alieni, non te lo ricordi, Elias? Ti avevo detto che li conoscevo.» Elias mi regge il gioco e inizia a prendere in giro Lucas.

«Ah sì, quell'affascinante alieno che cerca di conquistarti.» Elias mi lancia un'occhiata complice, poi si volta verso Lucas.
«Mi dispiace, amico, devi fare la fila.» La mia risata si spegne, l'osservazione di Elias era troppo diretta.

Lucas lancia un'occhiataccia a Elias e capisco a cosa si stanno riferendo.
Forse Lucas stava cercando di avvicinarsi a me? La domanda mi balza in testa.
Ricevo la conferma poco dopo.

«È evidente.» Elias aggiunge, finendo l'ultimo sorso della sua bevanda.
Fingo di non capire, non volevo imbarazzare Lucas che già sembrava a disagio.

«Elias, non dovresti essere in classe?» La voce di Lucas non è più amichevole come prima.
Suona seria, quasi irritata.

Elias sgrana gli occhi e poi mi guarda.
«Madame..» mi tende la mano e io la prendo.
«Oggi abbiamo una lezione insieme.» Annuncia infine.
Lo guardo sorpresa, come può essere? Lui frequenta un corso diverso dal mio ed è anche più grande.

«Cosa intendi? È possibile?» Chiedo curiosa.
Lui annuisce, lasciando la mano ancora sospesa a mezz'aria.
«Hai due lezioni di produzione musicale. Dato che la mia classe ha vinto le competizioni scolastiche, ci uniscono spesso ad altre classi per lavorare con chi ha meno esperienza.»
È un'ottima iniziativa, penso.

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