CAPITOLO 39

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Solo noi due e la stanza N5.

Il destino, forse giocando con le carte in mano, ha deciso di metterci insieme per questo progetto. Mi hanno ripetuto mille volte che non sono il massimo con i rapporti umani, ma la verità è che...

Magari è banale scrivere su questi pezzi di carta queste parole, che forse nemmeno leggerai mai. Ti tengo così distante da me, come se la distanza fisica potesse cancellare il tumulto di emozioni che ribolle dentro di me.

Evito gli sguardi prolungati, cerco di tenere la mente occupata per non pensarti, ma quando ti ho vicino è inevitabile farlo.

Non so se è paura, incertezza o uno stupido modo per proteggerti. Ma quel che è certo è che la tua presenza regna sovrana nella mia mente.

..La verità è che, il plettro l'ho fatto cadere di proposito, avrei così tanto voluto che tu lo tenessi.

Ho compilato una Playlist, che mi ricorda te.

'Sweet
'Daddy Issues
'Cheri Cheri Lady
'Style (Taylor's Version)
'21 Guns
'Wonderwall
'La Vie En Rose
'Icaro
.

Piego anche quel foglio, senza versare una lacrima; sul mio viso appare un piccolo sorriso. Mi ha notata fin da subito. Non sono stata io a provare sentimenti per prima; lui mi ammira dal primo giorno.

Prendo la scatolina che ho di fianco, la apro, e quel bellissimo plettro giace su un morbido cuscinetto grigio. Non è più un semplice pezzettino di plastica; ora è una collana stupenda. Il plettro bianco rispecchia la luce del sole.

Lo porto con cautela al collo, allacciandomelo e alzando i capelli per coprire la catenina. Lo accarezzo per qualche istante prima di farmi coraggio e leggere un'altra lettera.

Passo il tutto il tempo a leggere, molte lettere mi fanno commuovere, non riesco ad abituarmi, non voglio abituarmi al fatto che lo potrei perdere da un momento all'altro.

Resto ferma a guardare l'orizzonte, l'acqua si muove lentamente, senza turbolenze. L'aria è fresca, prendo un profondo respiro come se fino a quel momento fossi stata in apnea.

Afferro il telefono, digitando quelle canzoni, sento le varie melodie e i vari generi. Lui le ha ascoltate pensando a me. «Non piangere», me lo dico da sola, cercando di farmi forza.

Perché fa così male, perché?
Mi lascio cadere all'indietro sul prato, e guardo il cielo, le nuvole bianche contornano il dolce azzurro.
Il sole splende indisturbato, è una bella giornata.

Il cielo è così bello che mi mette calma, calma che però dura solo pochi istanti. La dolce melodia della canzone si blocca, facendo posto solo al suono assordante del mio squillo.

Il terrore ritorna in me quando leggo il numero non registrato. «Signorina, Sebastian...» quelle parole, insieme ad altre venti, mi fanno scattare.

Mi alzo in piedi, non so quanto io stia distante dall'ospedale, ma corro, corro più veloce che posso. Nessun taxi è nei paraggi, nessuno passa per quella strada.

Sento la gola bruciarmi per lo sforzo. Non so per quanto tempo, ma riesco a correre fino alla struttura.
Entro, ancora con qualche respiro affannoso.

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