CAPITOLO 13

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Questa mattina la sveglia suona, apro gli occhi e i ricordi sfocati invadono la mia mente. Non riesco a ricordare molto, solo brevi frammenti.
Cos'è successo dopo che Sebastian mi ha lasciato da sola sulla pista da ballo?
«Ho un mal di testa terribile» mi lamento.

Mentre cerco di alzarmi, ogni muscolo del mio corpo sembra protestare. Prendo il telefono e vedo diverse chiamate perse e messaggi.
Alcuni sono da parte di Lucas e Isolde preoccupati, altri di persone che non riconosco.

"Sei a casa?" Scrive Lucas.
"Dove sei finita ieri sera?" Chiede Isolde

Respiro profondamente cercando di mettere insieme i pezzi della notte precedente.
Mi alzo dal letto e cammino lentamente verso la cucina, sperando che un bicchiere d'acqua e una tazza di caffè possano aiutarmi a chiarire i miei pensieri.

Mentre bevo, immagini sfocate della notte scorrono nella mia mente: luci, risate e musica assordante.
Poi un vuoto, dopo che Sebastian mi ha lasciato sola.

D'improvviso, un'immagine più chiara emerge: un viso sconosciuto, qualcuno che mi porge una mano, aiutandomi a lasciare la discoteca. Chi era?

Scrollo la lista dei messaggi sul mio telefono e trovo uno sconosciuto: «Spero tu stia bene. Mi hai fatto preoccupare ieri.
Ti ho accompagnato fuori dalla discoteca quando ti ho vista in difficoltà.»

Il mio cuore batte più velocemente. Chi è questa persona? E perché non ricordo nulla?
Decido di rispondere al messaggio, sperando di scoprire di più sulla notte passata e su chi potesse essere.

Decido di prepararmi velocemente per la scuola, ma la curiosità su questo numero sconosciuto continua a tormentarmi.
Mentre affronto la routine del mattino, cerco di concentrarmi sulle lezioni, ma la mia mente è occupata da domande senza risposta.

La mia curiosità prende il sopravvento, prendo il telefono e rispondo al messaggio: "Grazie per l'aiuto ieri sera. Posso chiederti chi sei? Non ricordo molto."
In quel momento il telefono vibra, indicando una risposta immediata.
"Dovresti riconoscermi Pimpi."

Le mie gambe sembrano vacillare per un attimo. Sebastian.
Quel nome, mi lascia senza fiato, non mi aveva lasciato li da sola?
O mi aveva portato via? Devo scoprire cosa è successo la notte precedente, potrebbe gettare luce su questi frammenti di ricordi nebulosi.

Mentre esco dalla classe, penso a voce alta: «Eppure si era allontanato».
Una voce familiare risuona nelle mie orecchie, attirando completamente la mia attenzione.
Lucas è fermo dietro di me.

«Chi si era allontanato?» domanda in modo scherzoso.
«Nulla, nulla.» Dico velocemente girandomi e lasciandogli un sorriso gentile.

«Comunque sia, hai da fare ora?» Mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di rispondere.
«Devo provare con il pianoforte, sai il progetto.» Lucas sta per rispondere, ma il mio telefono inizia a vibrare.

«Chi è?» faccio spallucce mentre prendo il telefono tra le mani, leggendo sul display un numero che non ho registrato.
«Non ho il numero salvato, sarà qualcuno che chiama per offerte.» Ripongo il telefono nella tasca destra e riporto la mia attenzione su di lui.

«Possiamo prendere un caffè se vuoi.» Con la questione "sconosciuto" non ho fatto colazione e la mia pancia ne sta risentendo.
Lucas acconsente subito e quando stiamo per andare verso il bar, qualcuno ci interrompe.

«Dovresti rispondere alle chiamate, Amelie.» È una delle poche volte che quella voce mi chiama con il mio nome.
«Ma adesso capisco il perché della tua non risposta.» Continua, avvicinandosi a noi che nel frattempo ci siamo girati a guardarlo.

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