Con un asciugamano asciugo il sudore dietro il collo, oggi abbiamo fatto una lezione più lunga di ginnastica. Il prof di matematica mancava alla prima ora e quello di ginnastica ha pensato bene di prendere la lezione e rigirarla a suo favore.
Mi sono ritrovata a fare flessioni, correre per tutta l'area della palestra e in ultimo ho giocato a
pallavolo con le mie compagne di classe. Non mi piace particolarmente come sport, però per scaricare le tensioni va più che bene.
Il prof ci ha divise in squadre, mi sono ritrovata contro Nina, non è la prima volta ma oggi mi è sembrata un poco turbata. Ha messo la rabbia dentro la palla le volte in cui ero io a riceverla, ma io non sono stata da meno e l'ho rispedita al mittente con altrettanta forza.
Da un pò di giorni credo che c'è l'abbia con me.
Il motivo?
Sempre lo stesso, eppure ormai sono settimane che non ci parliamo più come facevamo prima. Il nostro rapporto si è freddato, tutti i nostri amici lo sanno, che quando Nina è nei paraggi è meglio stargli alla larga.
La palestra è collegata da un corridoio vetrato che conduce all'edificio scolastico, quando è inverno lo usiamo per non dover uscire in cortile, ci ammaleremmo altrimenti.
E quando percorriamo questo corridoio ci fermiamo sempre a guardare il campo da calcio, le volte in cui le lezioni di ginnastica combaciano con quelle dei maschi.
Come adesso che mio fratello sta giocando insieme ai ragazzi che frequentano la squadra.
Siamo tutte ferme ad osservarli prima di recarci dentro le docce, toglierci il sudore e poi rivestirci. Tampono il viso con l'asciugamano ascoltando gli apprezzamenti delle mie compagne.
Il mister fischia annunciando la fine dell'allenamento, mio fratello e alcuni ragazzi gioiscono tra loro e poi si tolgono le magliette per restare a petto nudo.
-Mio dio- Esclama una delle ragazze.
-Che fisico ragazze, dio me li farei tutti su quel campo- Ridacchia un'altra provocando poi una risata generale.
Stringo l'asciugamano tra le mani, il mio sguardo viaggia tra i ragazzi che fanno gli scemi colpendosi con le magliette, per posarsi su un unica persona.
I suoi capelli grondano sudore, come la sua pelle glabra. Ride e corre dietro gli altri ragazzi, senza maglietta il suo fisico risalta più di tutti gli altri, le braccia muscolose e il petto possente.
-Comm'è frisk Di Salvo, e che fisico...-
Mi giro verso la persona che ha pronunciato queste parole, prima di vedere la rabbia sul viso di Nina, viene fermata prima che colpisca la ragazza che ha fatto il commento. Passa accanto a noi colpisce la mia spalla, non si gira ne mi chiede scusa.
-Ma che l'è pigliat a chell?-
-Nun o' saj ca sta cu Di Salvo?-
Fingo di non ascoltare le loro chiacchiere, prendo la borraccia dell'acqua e faccio per andare via, correrle dietro e cercare di rassicurarla, ma le ragazze mi fermano.
-Rosa o' sap l'amica tua che hanno visto Di Salvo nei bagni del terzo piano?-
-Ma che staj dicenn?-
-Forse lei pensa di essere l'unica per lui, ma non è così. Come si dice ragazze?- Sorride guardando le nostre compagne.
-Il lupo perde il pelo, ma non il vizio- Risponde un'altra facendo ridere tutte.
-E quindi? Non è affar mio...- Rispondo loro cercando di apparire neutrale. Avevo avvisato Nina su di lui, ma non ha voluto ascoltarmi.
-Eppure eri così affiatata con lui, tutte pensavamo che c'è lo avresti portato via. Quì nessuna si sarebbe messa tra di voi...-
Gliel'avrei fatta pagare ecco perchè sarebbero state buone.
-Non è andata così, non m'importa con chi va a letto-
-Eppure dovrebbe, è la tua migliore amica-
Però se è stupida che colpa ne ho...
-Sa vedersela da sola- Dico loro prima di voltare le spalle, le lascio continuare a guardare i maschi prima che anche loro tornino dentro gli spogliatoi.
Quando ha deciso di mettersi con lui, lo sapeva com'era fatto, davvero pensava di poterlo cambiare.
Povera illusa.
Nina è mia amica è vero, ma certe volte non riesco a comprenderla.
È troppo difficile per me capirla, inoltre partendo è come se avessi perso un pezzo di noi, non riuscendo più a recuperarlo.
Senza accorgermene sono arrivata davanti agli spogliatoi maschili, faccio un passo indietro chiedendomi che cosa ci faccio quì, dovrei andare a fare la doccia e cambiarmi.
Invece i miei piedi mi portano nella direzione opposta, appoggio le spalle al muro e aspetto che i ragazzi escano, loro mi lanciano delle occhiate curiose, alcuni di loro abbastanza divertiti già immaginano la mia presenza lì.
Poi vedo mio fratello uscire e mi nascondo, se mi vedesse non potrei più entrare e io devo farlo.
E quando tutti escono finalmente posso entrare.
Gli spogliatoi maschili sono molto simili a quelli femminili, solo meno ordinati e direi anche profumati.
Passo accanto all'armadietto di Di Salvo, è semi aperto, vedo i suoi vestiti ben piegati prendo la felpa, si apre tra le mie mani.
La porto al viso tuffandoci il naso dentro, è impregnata del suo odore, chiudo gli occhi sorridendo.
Ma mi riprendo subito ricordando il motivo per il quale mi trovo quì, ripongo la felpa nell'armadietto, appoggio la borraccia e l'asciugamano sopra la panca e vado verso lo scrosciare dell'acqua.
Lui è di spalle, sta facendo la doccia.
Sono quasi tentata di tornare indietro e rubare i suoi vestiti, così che quando uscirà dalla doccia non potrà rivestirsi. Caccio via però, quest'idea, mi sono già messa nei guai quando ho picchiato Viola, un altro richiamo e mi gioco la baita.
Non si è accorto di me che sono ferma alle sue spalle, l'acqua scende sul suo corpo mentre le sue mani insaponano i riccioli, abbasso un istante gli occhi sentendo un'improvviso calore espandersi dentro il mio corpo.
-Te piac chell ca staj verenn?-
La sua voce mi colpisce in pieno come se avessi appena ricevuto una secchiata d'acqua. Alzo subito la testa per vederlo completamente girato verso di me, con il suo solito sorriso malizioso ad impreziosire il suo viso.
Meno male che a separarci vi sono delle ante, altrimenti sarei arrossita come un peperone e il motivo sarebbe stato così palese, che non avrei potuto mentire.
-Nu sto ca p'chest- Gli dico deglutendo, adesso non sono molto sicura di aver fatto una giusta scelta a venire quì dentro.
-E allor p' che cos?- Appoggia entrambe le braccia sopra le ante delle porte, si muovono leggermente aprendosi e chiudendosi, mi impongo di non abbassare lo sguardo nemmeno di un millimetro.
-Si stat o' terz piano cu una?-
Lui preme un dito sopra il mento, finge di pensarci e poi sorride.
-E pur si foss? Qual'è o' problem?-
Sbotto in una risata nervosa. -Qual'è? E to chied pur? Tu stai cu Nina, nun so merita-
-E pcchè nun ce sta ess o' post tuoj? Si l'avvocat suoj?- Sbotta lui smettendo di sorridere.
Assottiglio lo sguardo sentendo una rabbia improvvisa dentro di me, un formicolio che si espande lentamente, dio vorrei prenderlo a pugni.
-Pcchè ij te sacc ess no, a voglj ben...-
-Ah si?-
E prima di ribattere lui apre un'anta e mi trascina letteralmente dentro la doccia, finisco sotto il getto d'acqua bagnandomi completamente. La maglietta diventa trasparente così da mostrare il mio reggiseno in pizzo e anche i pantaloncini non sono da meno, mi copro come meglio posso mentre lui mi guarda avvicinandosi.
Mi intrappola contro la parete non permettendomi di fare un altro passo per uscire dalla doccia.
-E sentimm...a vuò ben pur quand stamm accussì vicini?-
Carmine annulla la distanza tra di noi, giro il viso nascondendo l'imbarazzo e anche qualcos'altro appena mi rendo conto che la sua intimità preme sopra la mia coscia.
Sposta i miei capelli bagnati dalle mie spalle, per scoprire il collo e appoggiarci sopra la bocca.
-Pienz a ess quando facc accussì?-
Bacia un punto preciso del mio collo, con i denti morde la mia pelle, risale lento fino all'orecchio.
Le sue mani sfiorano i miei fianchi, la maglietta è completamente appiccicata alla mia pelle, ma lui non fa nessuna fatica ad alzarla e ad infilarci le mani dentro.
Socchiudo gli occhi cercando di ignorare le sensazioni dentro di me, è tutto così sbagliato, proibito, ma terribilmente eccitante.
Carmine ha quell'odore che hanno i diavoli, profuma di proibito, ed io ne sono inevitabilmente attratta, tanto da non riuscire a resistergli so che prima o poi anche se sbagliato, mi lascerò andare completamente a lui.
La mia maglietta finisce sul pavimento della doccia, lui si lecca le labbra guardando i miei seni coperti solo da un leggero pizzo bianco.
-A vuò ben pur quand saj ca nun putimm sta luntan ij e te?-
Mi bacia premendo i denti sopra il mio labbro inferiore, costringendomi a schiuderle per infilare la sua lingua dentro la mia bocca.
Incapace di reagire e di schiaffeggiarlo, allontanarlo da me seppur so che tutto questo non va bene, non faccio altro che staccarmi dalla parete, avvolgere le braccia intorno al suo collo e andare incontro ai suoi baci.
Nel frattempo qualcuno entra negli spogliatoi maschili, cammina attraverso gli armadietti ed è quasi giunto alle docce, quando si ferma.
L'occhio cade su di una panca accanto ad un armadietto specifico, tocca l'asciugamano lasciato lì e sfiora la borraccia di un rosa tenue tendente all'azzurro.
Tira un pugno ad uno degli armadietti riconoscendola, e affretta il passo per uscire dagli spogliatoi, ma i rumori che provoca attirano la mia attenzione, nonostante sia assuefatta da Carmine, mi rendo conto che non siamo più da soli.
Le sue mani stringono il mio sedere avvicinando ulteriormente i nostri bacini, l'altra dietro la mia schiena cerca di sganciare il mio reggiseno, mi ritraggo prima che possa farlo.
-Fermati p' favor...-
Con le labbra gonfie dei suoi baci sciolgo l'abbraccio, riappoggio le spalle alla parete, infilo le mani tra i capelli dandomi della stupida.
Carmine appoggia la bocca contro la mia fronte, lascia piccoli baci carezzando il mio mento.
Cerca di baciarmi ancora ma io mi scosto.
-Rosa...-
-È sbagliat e' ò saj pur tu...-
-Allor pcchè si venut? Si saj ca tra me e tè nun ce pò maj sta nient...nun venì chiù a me cercà. Mann a cumpagna toj si m'adda ricer coccos-
Carmine raccoglie la mia maglietta dal pavimento, me la passa aspettando che io la prenda, il suo sguardo è indecifrabile, non l'ho mai visto così.
-Carmine...-
-Vatten- Dice lui a denti stretti. Mi da le spalle continuando a lavarsi e ad ignorarmi, non mi resta che uscire dalle docce, strizzo la maglietta dall'acqua in eccesso e riprendo l'asciugamano e la boccaccia per correre fuori da quì, non mi chiedo nemmeno cosa ci facciano entrambi sopra il pavimento quando ero sicura di aver appoggiato entrambi sopra la panca.
Una volta fuori guardo se c'è qualcuno nel corridoio e non vedendo nessuno esco di corsa per andare negli spogliatoi femminili, chiudo la porta alle mie spalle ed entro dentro la doccia per lavare via ogni traccia di Di Salvo.
E poi minuti dopo rendermi conto che non è possibile farlo, perchè lui si è radicato dentro di me
troppo in fondo, per riuscire a tirarlo fuori.
Dovrei solo accettarlo...
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E poi...mi innamorai di te [Piecurosa]
FanfictionRicci e Di Salvo, sono sempre stati dalla stessa parte, fin dall'inizio per far funzionare tutto il sistema. Mio padre e Pietro Di Salvo, sono amici da adolescenti, i loro genitori erano alleati hanno costruito un impero con la speranza che i loro...