Capitolo 15

920 36 7
                                    








-Ti prego spingi piano...- Una smorfia di dolore si forma sul mio viso.
-Senti tanto dolore?-
-Si, soprattutto dove hai le mani-
-Va bene...cercherò di fare piano-
I suoi massaggi sono intensi, i primi giorni non sentivo niente di niente, ho pianto dicendo che non volevo continuare perchè le mie gambe non rispondevano.
Fabio però non è arreso con me, cerca sempre di spronarmi a dare sempre il massimo e non perdere la speranza.
Sono tre settimane che papà mi accompagna in ospedale per la fisioterapia e fino ad ora abbiamo ottenuto poco, riesco a muovere le dita dei piedi, leggermente ma è già qualcosa.
Solleva il ginocchio cercando di portarlo verso il mio petto, prima uno poi l'altro e io stringo i denti quando arrivano le fitte.
-Possiamo riposarci un poco? Non ce la faccio più...-
-Hai detto la stessa cosa cinque minuti fa-
-Sono stanca Fabio...veramente-
-E va bene, ti lascio giusto un paio di minuti- Il suo cercapersone suona e lui esce dalla stanza, e io ritorno a respirare.
Fabio vuole che inizi a fare gli esercizi alla sbarra, ho paura di non riuscirci e di cadere al primo tentativo. Ho perso il ballo di Anna, al mio posto c'era Nina il video me lo ha fatto vedere Serena e i commenti su di lei, non erano per niente belli.
Tutte hanno detto che ha approfittato del mio incidente per riprendere il posto che le spettava dall'inizio, alla scuola.
Non sono triste per non aver partecipato, infondo già non volevo farlo, solo...mi dispiace per Anna, lei contava sulla mia presenza.
In ospedale è venuta a trovarmi e quando le ho chiesto scusa lei non ha voluto saperne niente, disse che le interessava di più la mia salute.
Forse spera che un giorno io ritorni.
Non credo però che lo farò, non perchè io non voglia, semplicemente perchè non penso di poterlo fare.
-Pronta per andare alla sbarra?- Dice Fabio rientrando in stanza.
Roteo gli occhi e sbuffo, non credevo che i minuti passassero così in fretta.
-Devo proprio?-
Lui annuisce mi aiuta a mettermi seduta. -Si, se vuoi tornare a camminare-
-E va bene...- Guardo le sbarre tremando leggermente.
-Tranquilla, basta un passo alla volta, e se proprio non ci riesci allora ci fermiamo-
Lui mi prende in braccio e mi porta alle due sbarre, stringo le mani sopra il legno chiaro cercando di reggermi in piedi.
Solo un paio di volte sono riuscita veramente a stare in piedi, poi sono caduta e il panico si è impossessato di me.
-Adesso con calma come ti ho già fatto vedere, prima un piede poi l'altro-
Annuisco e cerco di fare come dice, mi concentro sui miei piedi, cerco di muovere quello destro in avanti ma non ci riesco. La voce di Fabio entra nelle mie orecchie, mi sprona a non mollare, forse ottengo un piccolo movimento...
-Hai visto che c'è la puoi fare?-
È dietro di me, una mano dietro la mia schiena e l'altra sopra la mia spalle.
-Adesso prova con l'altro piede-
-Sono stanca...- Gli dico respirando a fatica, a dirlo sembra facile ma non lo è per niente.
-Solo un altro poco, dai che c'è la fai-
Stringo i denti e ci riprovo adesso, con l'altro piede, faccio come prima concentrandomi sul sinistro. Il sudore gocciola dalla mia fronte, mordo il labbro inferiore e quando sembra che c'è l'ho fatta le mie gambe non mi sostengono più, si piegano e io chiudo gli occhi lasciando anche la presa sopra le sbarre. Fabio però mi afferra in tempo prima che io possa cadere, mi ritrovo tra le sue braccia, mi tira indietro facendomi sedere sopra il lettino.
-Va bene, mi sa che hai strafatto un pò oggi...-
Annuisco con gli occhi socchiusi e il fiatone, lui sorride tenendomi per le braccia, sposta una ciocca di capelli sfuggita alla coda mettendola dietro l'orecchio.
-Dimmi che abbiamo finito, per favore...-
Riapro gli occhi ritrovandomi vicina a lui, la distanza che ci separa è davvero minima, non indossa nessun profumo ma potrei giurare che profuma tantissimo.
Fabio annuisce. -Abbiamo finito...per oggi-
Tiro un sospiro di sollievo provocando la sua risata, lo guardo prima un poco male e poi mi unisco a lui.
-Ti viene a prendere qualcuno?-
-Mio padre forse...o mio fratello, in realtà non lo so ancora. Puoi prendermi la borsa?-
-Se ti vuoi ti riaccompagno io...ho una visita a domicilio tra poco, credo di essere di strada-
Lui si allontana per prendere la borsa nella quale cerco il cellulare, ci sono vari messaggi. Papà dice che farà tardi e non può venire, mio fratello è impegnato, e Carmine...
-Allora accetti?-
Sto per rispondere quando qualcuno bussa alla porta, questa si apre una testa riccia sbuca dal corridoio.
-Ehi, che ci fai quì?- Sorrido a Carmine, stavo per chiamarlo e farmi venire a prendere, l'idea di andare insieme a Fabio mi ha sfiorato solo per un paio di secondi.
-Ciro mi ha chiesto di venire a prenderti, lui doveva andare da Teresa-
Carmine si avvicina al lettino dove sono seduta, accarezza il mio viso leggermente accaldato per gli sforzi fatti prima, e poi mi bacia.
-Com'è andata fatto progressi?-
Scuoto leggermente la testa, cerco di sistemare i miei capelli ribelli.
-Diciamo bene...credo che la strada sia ancora lunga-
-Ci riuscirai amore mio-
Sorrido a Carmine, sposto lo sguardo oltre le sue spalle Fabio ci guarda mentre infila dei documenti nel suo zaino.
-Rosa è molto brava, se continuerà a seguire i miei consigli in pochi mesi sono sicuro che riprenderà a camminare-
-Come prima?- Chiede Carmine stringendo la mia mano.
-Forse anche meglio di prima, ma questo dipenderà solo da lei-
-Io faccio del mio meglio...- Bofonchio mordendomi il labbro.
Carmine ride appena vede il mio broncio, mi bacia e sussurra sopra la mia bocca quanto è fiero di me. Fabio tossisce, si avvicina ad entrambi, il suo umore è cambiato prima era rilassato adesso sembra quasi infastidito.
-Ascolta la settimana prossima non ci vedremo, ho pensato di far venire un mio amico...-
Carmine lo interrompe, si offre al posto dell'amico di Fabio.
-Non credo tu sia un esperto nel mio campo-
-No, ma imparo in fretta e poi ho visto come lavori. Posso farlo io per il tempo che tu non ci sarai,
così lei non deve per forza venire quì...-
I due si guardano per un tempo indefinito, non so cosa passa nella testa di entrambi, ho quasi il presentimento che possano scontrarsi ma poi Fabio sorride e accetta.
-Ti ricordi come facevo con la ginnastica?-
Carmine annuisce. -Si, ricordo tutto...-
-Bene, allora ti lascio una serie di esercizi da farle fare e mi raccomando, se ti dice che è stanca tu insisti-
-Ehi, guarda che sono quì...-
-Per questo lo sto dicendo davanti a te...farà di tutto per astenersi dagli esercizi, ma sono
importanti-
-Va bene, non mi farò corrompere- Risponde Carmine carezzando la mia schiena.
-Ci vediamo- Fabio lascia la stanza, restiamo io e Carmine da soli.
-Hai fame? Se vuoi ti porto a mangiare in un pub quì vicino-
-Vorrei fare un bagno...-
Detesto tenere addosso i vestiti quando sudo, lui annuisce, avvicina la sedia a rotelle al lettino mi lascio prendere in braccio, credo che gli piaccia farlo perchè ogni volta dice che ha una scusa in più per palpeggiarmi.
-Allora ti porto a casa-
-Sicuro di voler restare in mia compagnia? Non hai niente di meglio da fare?-
Lo dico scherzando invece lui la prende sul personale, prende le mie cose e usciamo dalla stanza, nel corridoio resta in silenzio.
-Carmine...t' si offes?- Chiedo girando la testa per guardarlo.
Fuori il sole mi acceca, non indosso il cappotto e per questo tremo ed inizio a starnutire, per fortuna però la sua macchina è parcheggiata proprio davanti all'ingresso dell'ospedale.
Infatti ci basta attraversare la strada per fermarci accanto ad essa, lui apre la portiera davanti, mi riprende in braccio e io allaccio la cintura.
-E ja parlm...-
Lui si gira a guardarmi solo quando il semaforo è rosso, appoggio la mia mano sopra la sua che è sul cambio.
-Pcchè te cumpuort accussì?-
Mi lascio andare contro il seggiolino, non so perchè lo faccio, detesto così tanto la mia situazione che dipendere da qualcun altro non mi piace.
-Nun voglj vivere accussì...-
-A me nun m' pesa-
-Pcchè o' problem nun o' tien tu...-
-Ij te voglj ancor chiù e primm...-
Annuisco e solo in quel momento lui ricambia la mia stretta, lascia un bacio nel palmo della mia mano, il semaforo torna verde e così può ripartire. 

E poi...mi innamorai di te [Piecurosa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora