Capitolo 5

896 26 5
                                    






-Ti ha davvero chiesto questo?-
-Mh mh...è incredibile, vero?-
-È da pazzi Rò...e tu cosa le hai detto?-
Alzo le spalle, aspiro il fumo della sigaretta e poi lascio che esca fuori liberandosi nell'aria. Io e Gemma siamo sedute sulle scale antincendio a fumare, come facciamo sempre durante l'intervallo oppure prima delle lezioni.
Infatti mentre gli altri studenti sono nel cortile, noi siamo sedute quì, Serena non è ancora arrivata e nemmeno Nina, mentre Silvia l'ho vista insieme ad un ragazzo del secondo anno.
Io e Gema ci siamo guardate, abbiamo entrambe immaginato dove sarebbero andati.
-Le ho detto...che gli sarei stata lontana- Ammetto non riuscendo a capacitarmi ancora delle mie parole.
-E pensi di riuscirci?-
-Non lo so Gè...siamo tutti amici, come potrei solo pensare di stargli davvero lontana?-
Lei ci pensa, aspira ancora una volta e poi spegne la sigaretta sul passamano.
-Nina non avrebbe dovuto chiedertelo, se è davvero tua amica, non doveva farlo-
-Beh ormai è tardi...indietro non si torna-
-Rosa fidati di me, parlale ancora e dille che questa cosa non si può fare. Si rovineranno i rapporti tra tutti noi, con la cazzata che ti ha chiesto di fare-
Gemma non ha tutti i torti.
Come ho potuto solo pensare che avrei tenuto le distanze da Di Salvo, frequentiamo le stesse persone, abbiamo anche le lezioni insieme, lui frequenta mio fratello e casa mia, è praticamente impossibile evitarlo.
Ma per Nina, per la sua amicizia potrei fare uno sforzo e non parlare con lui, se solo ci riuscissi...
-Oh, mio dio guarda lì...-
Gemma indica l'ingresso della scuola, mi giro proprio nel momento in cui vediamo entrare Nina mano nella mano con lui, Di Salvo. Tutti li guardano mormorando, non si aspettavano di certo di vederlo in compagnia di una sola ragazza.
Edoardo e Ciro sono seduti sopra il muretto, il primo sgrana lo sguardo appena vede il suo amico.
Certo Edo ha appena perso la sua spalla, porta le mani alla testa, mentre mio fratello gira il viso e guarda nella mia direzione.
Nina lo aveva detto, e lo ha fatto.
Si è dichiarata a Di Salvo, e adesso sono arrivati insieme a scuola.
Sfilano nel cortile come se fosse la loro passerella privata, scuoto la testa e spengo la sigaretta ormai consumata.
-Come stai?-
Gemma appoggia la mano sopra il mio braccio, la guardo senza dire niente, non saprei cosa dire in realtà.
-Sto bene- Dico semplicemente, senza aggiungere altro.
-Dovremmo entrare, la campanella suonerà a momenti- Lei si alza e io anche, scendiamo le scale per poi entrare nell'edificio.
-Senti in classe ti va se...ci sediamo vicine?-
-Ma ti piace sederti accanto alla finestra...-
-Oggi no, passo...allora?-
-Ma certo che si, anzi preferisco più te che la ragazza che si scaccola, infatti il bidello ha cambiato i nostri banchi. Giuro che schifo, ogni volta che mi sedevo dovevo prima disinfettare entrambi i banchi-
-Dio che schifo...-
Entrambe ridiamo tenendoci a braccetto, nel corridoio poco distante dalla nostra classe vediamo Nina e Carmine.
Lei mi guarda sorridendo io ricambio, ma non con il suo stesso entusiasmo, lui le da un bacio e poi Nina entra in classe. Carmine ha lezione con noi, quando si gira fa per venire verso di noi, ma entrambe affrettiamo il passo ed entriamo in aula.
Seguo Gemma fino al suo banco, quando anche Di Salvo entra mi guarda con curiosità, forse si sta chiedendo perchè non mi siedo al mio solito banco.
Abbasso la testa sui miei libri e lo ignoro appena il prof chiude la porta alle sue spalle. 


-Ti sta fissando...- Sussurra Gemma al mio orecchio.
Prendo appunti dicendole di ignorarlo, per quanto mi sia possibile farlo e anche lei dovrebbe.
Il prof si gira più volte verso di noi, se ci becca a parlare ci chiamerà alla lavagna, e io vorrei evitare di andarci, preferisco lasciare il posto al secchione della classe.
-Il suo sguardo è così perforante Rò...- Gemma trattiene a stendo una risata, le do un piccolo calcio da sotto il banco.
-Mi hai fatto male-
-Così impari a non dargli corda-
-Secondo me dopo la lezione verrà a parlarti-
Ignoro anche Gemma per continuare a prendere appunti, ma devo darle ragione di tanto in tanto fingo di prendere qualcosa dallo zaino solo per buttare un occhio al mio ex banco, e ogni volta distolgo lo sguardo poco prima che lui mi becchi.
Che situazione di merda.
Arriva il bidello e dice al prof che il preside vuole parlargli, per cui interrompe la lezione ed esce momentaneamente dalla classe. Tutti sospirano, iniziano a camminare nella stanza facendo gli scemi.
-Addo vaj?- Guardo Gemma allarmata lei si alza dal banco accanto al mio.
-Voglio parlare un attimo con Sonia, adesso arrivo...-
Sbuffo contro la sedia, prendo il telefono guardando i messaggi nella chat di gruppo. C'è ne solo uno di Silvia, chiede se andiamo al bar dopo scuola, nessuno le ha ancora risposto.
Ma tanto ci andremo comunque è una tappa fissa per noi.
-Pcchè te assettat ca?-
Sussulto e accanto a me c'è Di Salvo.
-Mi piace cambiare ogni tanto...- Dico vaga, non mi è venuto in mente nient'altro, infatti lui non ci crede ed è plausibile.
-Ja qual'è o' problem?-
-Nient...-
-T' laggia tirà a vocc e parol?- Lui sorride leggermente, Gemma ci osserva e adesso capisco perchè si è allontatana.
-Di Salvo non devi ripassare la lezione?- Gli dico indicando i suoi libri ancora chiusi sopra il suo banco.
-Ij sperav ca cumpagna mij e banc, m' aiutass nu poc-
-No, chesta vot nun te facc ij e compiti-
-Guard ca so brav...-
-Si, quand ric tu...-
Nel frattempo sentiamo dei passi frettolosi dirigersi verso la nostra aula e tutti riprendono i propri posti.
Carmine nasconde uno sbuffo e torna al suo banco, nel momento in cui Gemma si siede il prof rientra, e la lezione riprende.
-Meno male che dovevi ignorarlo...- Dice Gemma ridendo piano.
-Colpa tua che mi hai lasciata da sola...-
-Gli avresti parlato comunque Rosa, non potete farne a meno voi due-
La guardo e poi osservo Di Salvo, è chino con la testa sul quaderno, sta scrivendo ma non sembra seguire la lezione.
Mi piacerebbe sapere cosa fa, distolgo lo sguardo concentrandomi sui miei appunti.
Forse se continuo a parlare con lui e...Nina non lo saprà, non ci resterà male.
È un idea stupida.
Il prof chiama due persone alla lavagna, una di esse sono proprio io, sbuffo ma devo alzarmi comunque.
Appena passo accanto al banco di Carmine lui sfiora la mia mano, con la coda dell'occhio lo guardo, mima un andrà bene, tranquilla.
Mi dispiace Nina, scusa. 

E poi...mi innamorai di te [Piecurosa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora