Capitolo 12

1.3K 38 14
                                    







È quasi mezzo giorno ieri siamo tornati tardi dal locale, pochi di noi si reggevano in ancora in piedi, siamo andati direttamente nelle nostre stanze per dormire. Nina non mi guardava nemmeno in faccia ne quando siamo usciti dopo la festa, ne quando siamo rientrati a casa.
C'è l'ha con me, però nel frattempo si è fatta scopare da Totò.
Sto cominciando a pensare che le ragazze abbiano ragione su di lei, però allo stesso tempo mi manca e continuo a sentirmi uno schifo per quello che ho fatto.
Carmine mi ha trascinata in camera mia dato che mio fratello si è portato Teresa nella sua, Edoardo l'ho visto seguire Silvia, erano entrambi brilli ma consapevoli di quello che stavano facendo.
Stanno tutti ancora dormendo, credo si sveglieranno più tardi, andremo a fare un giro sopra la montagna e poi domani torniamo a casa. Taglio la frutta dentro una ciotola, ho preparato un caffè latte per riprendermi dalla sbornia di questa notte, e ho fatto un paio di frittelle come le prepara papà, la sua ricetta è infallibile.
Affondo il coltello dentro la banana tagliandola a fette medie, poi passo alla banana e ad alcune fragole e poi frutti di bosco trovati in frigo.
-...giorno...-
Carmine arriva in cucina, un bacio contro la mia guancia, la sua bocca odora di dentifricio si siede su uno sgabello e io prendo l'altra tazza con il caffè latte.
Lui strofina gli occhi poi sbadiglia, lo bacio.
-Buongiorno- Sorride prendendo la tazza dalle mie mani, torno al bancone, apro il barattolo della nutella per spalmarla tra le frittelle, aggiungo qualche pezzetto di frutta tagliata.
Lui mi guarda sorseggiando il caffè latte.
-Bella felpa...mi è familiare-
Sorrido continuando a dargli le spalle, ho preso in prestito una delle sue mi piace avere addosso il suo profumo.
-Mi passi lo scottex?-
Ne strappo un pezzo dal rotolo, senza girarmi allungo il braccio ma mi sento tirare e mi ritrovo la mia bocca sopra la sua, mi siedo in braccio a lui con la lingua lecco la schiuma dal suo labbro
superiore. Carmine infila le mani tra i miei capelli, io circondo il suo collo, all'improvviso sentiamo un colpo di tosse, mi giro e mio fratello ci sta guardando.
-Nun ve bastat stanott, pur quand mang aggia guardà comm stat azzeccat?-
-Come sei noioso...- Dico a mio fratello scendendo dalle gambe di Carmine, prendo un piatto pulito ci metto dentro due frittelle farcite e lo passo a Ciro.
-...tiè mangia queste, cos' hai la bocca piena e nun dic strunzat-
Carmine soffoca una risata.
Preparo un piatto anche per noi, lui mi tira di nuovo vicino a se, iniziamo a mangiare la colazione, nel frattempo arriva anche Teresa già vestita e profumata.
-Eccomi, ho proprio fame-
Carmine ridacchia da sopra la mia spalla, Teresa lo guarda male.
-Non è come pensate, non è successo niente-
-Come niente?- Chiedo curiosa, mio fratello invece si fa i fatti suoi mangiando senza dar peso alle nostre chiacchiere.
-Si, perchè...si è addormentato- Rivela Teresa e Ciro tossisce, deve bere un pò di caffè latte per smettere di tossire.
-Ma pcchè dici tutt' e fatt nuost a chisti cà?-
-Questi qua come li chiami tu, sono tua sorella e tuo cognato-
Teresa scherza ma alla mente ripenso alle parole di Don Pietro, deglutisco smettendo anche di ridere. Carmine porta il braccio intorno al mio fianco, lascia un bacio contro la mia guancia.
-Non glielo ricordare Terè, se facess accirer per non unire le famiglie-
-Ij voglj sul o ben e sorem-
-E po Rosa a ritt ca cu mmè nun e vo fà e figli- Dice Carmine dandomi un pizzicotto, Teresa sconvolta e Ciro sul punto di scoppiare.
-Perchè non li vuoi? Guarda che è una cosa bella-
-Si è accussì bell pcchè nun e faj tu?-
Teresa guarda mio fratello, arrossisce un poco, resta in silenzio e non ribatte prende un piatto servendosi con le frittelle farcendole come vuole.
Ad uno ad uno arrivano anche i nostri amici rigorosamente in pigiama, i capelli arruffati e affamati.
-Buongiorno Rò...- Gemma mi da un bacio sopra la guancia.
-Mangia qualcosa-
Lei annuisce, apre il frigo e prende il contenitore del latte, Silvia con dietro di lei Edoardo si siedono al tavolo, sopra ci sono cornetti e una caraffa di caffè. Non ho preparato tutto io, ho chiamato l'hotel vicino e ho fatto portare un pò di cibo sapendo che di lì a poco si sarebbero svegliati tutti.
Carmine avvicina alla mia bocca un pezzo di frittella, sorrido e la apro giro la testa strusciando il naso contro il suo viso, lui mi bacia. I nostri amici non badano a noi, è come se fossero abituati a vederci stare insieme, infondo lo abbiamo sempre fatto anche quando non eravamo ancora una coppia.
Dal corridoio una persona ci guarda resta in disparte non avvicinandosi, ha le braccia incrociate, lo sguardo fisso che se potesse ci incendierebbe. Sentendomi osservata giro la testa ma non vedo nessuno, però il senso di inquietudine lo sento sopra la pelle.
-Hai freddo?- Sussurra Carmine al mio orecchio.
Io che sembra sia appena scesa dalle nuvole, mi rigiro per poi corrucciare la fronte.
-...cosa hai detto?-
Mi sistemo meglio sopra le sue gambe, lui indica le mie braccia.
-Hai la pelle d'oca-
-Oh...no, non ho freddo, è che...-
-Cosa?- Chiede lui attendendo una mia risposta.
-Niente...quando andiamo a sciare?-
Il sorriso di lui si allarga, mi fa alzare prende la mia mano conducendomi al piano superiore.
-Che vuo fa?- Gli dico ridendo.
-Una doccia...vestirmi e poi uscire- Dice elencando con le dita toccandosi il labbro.
Lascia la mia mano apre la stanza sua e di mio fratello, io resto in corridoio con le braccia conserte.
-Se vuoi venire non mi dispiacerebbe-
-No, grazie faremmo prima a farci la doccia separati-
-Pccat...-

Gli do le spalle ed entro in camera, ad un certo punto sento la testa girare e di nuovo quel senso di inquietudine attraversarmi lo stomaco, guardo la porta del bagno, è semi chiusa, la luce al suo interno è spenta il mio telefono è sopra il comodino, lo prendo e vado dritta nella stanza di fronte. L'acqua scorre in bagno un fumo esce quando apro la porta, Carmine è di spalle e non mi sente entrare, lascio felpa e pantaloni su uno sgabello, sfilo l'intimo ed entro in doccia.
Lui non si spaventa quando lo abbraccio da dietro, anzi stringe le mie mani intrecciandole gira il viso, i nostri nasi si sfiorano.
-O sapev ca venivi...-
-Nun te fa strani pensieri, m' voglj sul lavà-
Con un movimento secco lui mi rigira tra le sue braccia, tocco le mattonelle con le spalle e quasi scivolo se non mi avesse tenuta.
-A chi e cunt chesti chiacchiere?-
-Non mi credi?-
Lui scuote la testa, un sorriso malizioso si apre sul suo viso, cinge i miei fianchi le sue mani dietro la mia schiena, le mie intorno al suo collo, annulliamo la distanza con un bacio.
Mi accarezza lentamente fino a fermare le mani intorno alle mie chiappe, sorrido mordendo le sue labbra e alzo le sue mani, lui mi guarda con intensità.
-Veramente mi voglio solo lavare...-
Osserva i miei movimenti sposto i capelli da un lato, socchiudo leggermente gli occhi i suoi invece perlustrano il mio corpo da cima a fondo.
Quando eravamo bambini e facevamo il bagno insieme, non ci fermavamo mai a guardarci il corpo o almeno se capitava, era solo per curiosità.
E quando iniziammo a crescere smettemmo, sua madre ci diceva che non eravamo più piccoli e che i nostri corpi stavano fiorendo.
Ricordo solo che ci guardammo senza capire veramente il significato di quelle parole, e quando ebbi il primo ciclo e lui cominciò a conoscere il suo corpo, capimmo i discorsi di Donna Wanda.
Ci fu un periodo di intenso imbarazzo tra noi due, c'erano giorni in cui a malapena riuscivo a guardarlo in faccia, mi vergognavo troppo.
Lui invece era sempre tranquillo, più o meno, lo nascondeva bene. Tempo dopo iniziò ad uscire con la prima ragazza.
La odiavo, voleva passare tutto il tempo insieme a lui sottraendolo a me.
Ricordo di una domenica pomeriggio quando Carmine venne a casa mia e mi raccontò della sua prima volta, ricordo che piansi tutta la notte.
Credevo che da quel momento lo avrei perso per sempre, perchè se c'erano altre ragazze nella sua vita, io che posto avrei avuto.
-A cosa pensi?- Chiede Carmine appoggiando la mano nell'incavo del mio collo, io riapro gli occhi, l'acqua calda scorre sui nostri corpi deliziandoci.
-Ti ricordi quando facevamo il bagno insieme da piccoli?- Gli dico mordendomi il labbro, magari lui ha dimenticato quei momenti, ed io invece schiocca li porto dentro di me custodendoli gelosamente.
Carmine ci pensa e poi sorride.
-Usavamo la vasca da bagno in camera di mia madre, perchè la sua era più grande e poi faceva le bolle-
-E quando ci disse che non potevamo più farlo?-
Bacia la mia fronte. -È stato il giorno più brutto di tutta la mia vita...-
-Esagerato...- Gli dico sfiorando i nostri nasi. Le sue mani tornano ad accarezzare il mio fondoschiena, questa volta le lascio lì.
-È over...erm pccerill, ma ij nun capev pcchè ess nun vulev-
-Pur ij nun capev...poi è stato tutto chiaro. Noi stavamo cambiando, chest ce vulev dicer mammet-
-Certe volte mi mancano quei momenti...sol ij e te-
Carmine mi bacia il mento, indietreggio fino a toccare le piastrelle, riprendiamo a baciarci con intensità, facciamo scontrare le lingue, infilo le mani tra i suoi capelli, lui invece accarezza il mio interno coscia.
-Ah...aspetta...- Gli dico tra i mugolii, giro la testa e la sua bocca bacia l'incavo del mio collo, finge di non sentirmi continuando a provocarmi.
Sfiora il mio fiore con le dita fino ad introdurre prima un dito, poi un altro poco dopo, circondo il suo collo ritrovandomi a sospirare nelle sue orecchie.
-Quand erm criatur...chest nun o putevm fà...-
Prende una delle mie mani la porta in basso tra i nostri corpi, so cosa vuole, appena lo faccio lui sospira socchiude gli occhi non smettendo di darmi piacere.
Muovo i fianchi verso la sua mano chiedendo di più lui bacia la mia guancia accontentandomi, appena le due dita scorrono in profondità porto la testa indietro, l'acqua scorre dalla mia fronte coprendomi il viso, lungo il collo incontrando la bocca di Carmine.
Quando anche io muovo la mano più veloce i suoi gemiti aumentano, entrambi li attutiamo con i baci, di certo non vogliamo che qualcuno possa sentirci dal corridoio.
-...girati...-
È quasi un sussurro il suo, apro gli occhi per essere certa di aver capito bene, magari ho solo immaginato la sua voce, invece Carmine mi guarda sfila le dita dalla mia intimità e io mi giro dandogli le spalle.
Sposta i miei capelli da un lato in modo da avere la mia schiena a sua completa disposizione, appoggia il suo corpo al mio e in quel momento le mie guance si colorano di rosso, il vapore dell'acqua calda però, le nasconde bene.
Quando eravamo bambini non pensavamo di certo al sesso, a quanto sia bello che due corpi si uniscano per diventare un solo essere, alla potenza che si sprigiona durante l'amplesso.
Carmine appoggia la sua guancia alla mia, le mani sopra i miei fianchi.
-...t'aggio semp vulut bene pccrè...-
Sussurra piano le mie mani contro le mattonelle, i miei fianchi in balia delle sue mani e poi i nostri corpi si uniscono.
I suoi sospiri diventano i miei e viceversa, intreccia le nostre mani appena trova il ritmo giusto, sussurra al mio orecchio dolci parole, ne morde piano la pelle quando lo supplico di andare più veloce.
Ho bisogno di sentirlo e lui di sentire me.
Siamo sempre stati molto uniti da che ne ho memoria, tutto questo serve solo ad unirci ancora di più, a tornare quelli che eravamo un tempo.
-...vieni per me...-
Il mio corpo freme, non ce la fa più, accelera e io mi sento quasi di svenire.
Lui appoggia la testa contro la mia, inarco la schiena e qualche spinta più tardi veniamo entrambi gridano il nome dell'altro in un perfetto amplesso.
Carmine abbandona il mio corpo, ma resta vicino i nostri respiri piano piano tornano regolari, lascia un bacio tra i miei capelli, mi giro in modo da poterlo guardare.
Racchiude il mio viso tra le sue mani, con tenerezza come fa tutte le volte.
-Ij te cunosc bon tarantè...-
Annuisco mordendomi il labbro, accarezzo i suoi avambracci e di comune accordo decidiamo che dobbiamo seriamente lavarci soprattutto perchè ad un certo punto, sentiamo grossi colpi alla porta e la voca incazzata di mio fratello.
-Oh, ma ve sit azzeccat rind a stu cess? E jamm-
Rido insieme a Carmine, un ultimo bacio e prendo la spugna. 

E poi...mi innamorai di te [Piecurosa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora