Capitolo 9

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Esco dalla casa dei Di Salvo con furia, prendo il cappotto e la borsa, non voglio più restare un minuto di più lì dentro.
Ma c' sann mis ngap tutt'quant?
Ij nun song a scema loro.
Fratm ne era al corrente però ma mentit pur iss non dicendomi come stavano realmente le cose.
Ca so spusass iss a Di Salvo, accussì papà e Pietro stesser frisc.
-Rosa e aspiett nu mument-
Carmine mi rincorre nel vialetto, io non mi fermo e ci pensa lui a farlo, mi strattona fino a farmi piantare i piedi dentro l'erba corta.
-Pcchè te ne vaj?-
-E t' domand pur pcchè?-
-Chell ca ritt papà...è sol o' pensier suoj, nun l'amm rispettà p' forz, iss o' sap-
-E pcchè chesti belli parol nun ce le ritt primm a patet? Eh?- Lo spingo facendolo indietreggiare. -Te mis a ber insiem a loro comm si nun foss nient e important, tant avit già decis a sorta mij, no?-
-Ma c' staj ricenn? Ij nun agg decis proprij nient-
-Tant nun te crer...-
Gli dico voltandogli di nuovo le spalle, esco in strada perchè le chiavi della nostra macchina le ha mio padre e lui di certo non me le darà mai, anzi mi costringerebbe a rientrare in quella casa.
Non mi resta che tornare a casa a piedi, stringermi nel cappotto perchè l'aria gelida di questa notte mi colpisce il viso, smuove il mio vestito insinuandosi tra il vertiginoso spacco.
Un clacson suona dietro di me, i fari illuminano la mia schiena, io non mi fermo la strada è
deserta non voglio incidenti, ma quando l'auto accosta riconosco il guidatore.
-Di Salvo vattenn...- Urlo queste parole dopo averlo riconosciuto, lui non lo fa mi dice con insistenza di salire in macchina.
-Nun ce penz proprj...preferisc e turnà a cas a per...-
-Nu fà a scem, nun ce sta nisciun miez a via-
Alzo il dito medio contro di lui, continuo a camminare ignorandolo. Lui ferma la macchina sbatte lo sportello e mi segue, sento i suoi passi frettolosi alle mie spalle e non serve a niente affrettare il passo, lui mi ferma ancora una volta.
Nonostante le mie urla e gli schiaffi contro la sua schiena, riesce a trascinarmi in macchina
chiudere la portiera e partire.
-Fermati e lassm scenner- Gli dico furiosa.
-Statt zitt primm ca facimm n'incident- Sbraita lui con le mani sul volante, mordo l'interno della guancia per non mandarlo a fare in culo. Incrocio le braccia al petto decidendo di non parlargli più, non ho nemmeno idea di dove stia andando.
Però anche se adesso sono furiosa allo stesso tempo, sono tranquilla, è Di Salvo non uno stupratore assassino.
Guardo fuori dal finestrino cercando di calmarmi, spingere fuori i brutti pensieri e la tensione accumulata durante la cena.
-Nun addà ij p' forz comm hann ritt loro Rò-
-Ah, no? E comm altrimenti?-
-E pat nuost avrann pur decis ra vita nost, ma erm pccerill...mo simm gruoss, e decidimm nuj chell ca vulimm fà-
Carmine mi guarda per qualche secondo distogliendo lo sguardo dalla strada, le sue parole hanno un fondo di verità.
I nostri padri hanno deciso di fare questo patto scellerato, ma adesso noi siamo adulti e in grado di prendere delle decisioni da soli, non possono costringerci a fare ciò che non vogliamo.
-Pcchè nun e ritt nient a cena?-
-Fors pcchè a me...nun m' dispiac...-
Guardo il suo profilo alla guida, non stringe più il voltante con forza come quando mi ha trascinata quì dentro, perchè non volevo seguirlo. Trattengo un sorriso nascondendolo dietro i
capelli, smetto di guardarlo nel momento in cui lui si gira.
Tutta la rabbia che avevo dentro è sparita, non ho più voglia di tirare dei pugni contro qualcuno per sfogarmi.
-Addò stamm jen?-
È un pò che guida, e fino a poco fa non me ne fregava niente, ma adesso sono curiosa.
-Mò lo vedi...ce simm stat tanti vot-
Carmine guida attraverso diverse curve fino a fermarsi poco dopo in un grande spiazzo, non usciamo dall'auto non c'è ne bisogno perchè le luci della città illuminano il panorama, regalandoci una vista spettacolare.
Carmine mi ha portata alla terrazza degli innamorati, dove le coppie si incontrano per scambiarsi i primi baci, dove proclamano il loro amore e dove sperano che duri fino all'eternità.
In passato ci siamo stati così tante volte che forse...solo adesso ne comprendo veramente il significato.
-Vien...-
Carmine porge la sua mano apre la portiera invitandomi ad uscire.
In un primo momento non lo faccio, e poi decido di seguirlo, accetto la sua mano lasciandomi portare dove tutti si affacciano godendosi il panorama.
-E nott è ancor chiù bell...- Dice lui guardando lontano, mi stringo nel cappotto cercando di stare al caldo.
-Ja Di Salvo so sicura ca chesta vista l'è vist a tutte le ore...chissà cu quanti guaglion si venut- Gli dico scherzando, lo prendo un pò in giro per sdrammatizzare la situazione.
Lui china la testa, sorride ma non è una risata divertita, anzi tutt'altro.
-Pienz chest e mè?- Dice lui guardandomi nel buio della notte, i pochi lampioni presenti creano effetti di luci e ombre sul suo viso, lo rendono così misterioso e affascinante.
-Che cagn guaglion comm si nient foss? Comm fà Eduard? Ij nun so commè iss...-
-Scusa...-
Non volevo che si offendesse, non penso assolutamente che è come Edoardo, oppure com'era mio fratello prima di Teresa.
-L'unica che voglj...nun a pozz avè...-
-Pcchè?- Chiedo scioccamente, come se non conoscessi la sua risposta, oppure voglio solo sperare che sia come ho sempre desiderato.
-È sfuggente...nun se fid e mè...-
-Nun ce crer...-
Lentamente si avvicina mi ritrovo schiacciata tra il suo corpo e la ringhiera, le sue mani intorno ai miei fianchi, mi tengono stretta come se volessero proteggermi.
-Ogni vot ca m'avvicin...ca sto ad un passo da lei...- Con le labbra sfiora la mia fronte. -Ess s'alluntan e ij...a perd-
-Ne si proprj sicur?-
Alzo leggermente la testa e ora le sue labbra baciano la punta del mio naso, le mani salgono lente fino alle spalle, si infilano tra i miei capelli per solleticare il mio collo spingendomi a sorridere dopo aver incontrato i suoi occhi.
-Ij e te, tenimm bisogn e nuj...p' sta buon-
Se dovessi scegliere tra lui e chiunque altro, io sceglierei lui.
Ogni volta...tutte le volte...sempre...
Chiudiamo gli occhi nello stesso momento baciandoci subito dopo, assaporo la sua bocca non riuscendo a farne a meno, chiedendo sempre di più. Questa volta i sensi di colpa non si fanno sentire come le altre volte, l'unica cosa che sento in questo momento è uno sfarfallio allo stomaco.
Ci accarezziamo le labbra con tenerezza, sfiorandole appena come se fosse il nostro primo bacio, quando pochi secondi fa ci siamo mangiati a vicenda.
-Vuò turnà a cas?- Sussurra lui con un sorrisetto furbo.
Scuoto la testa. -No, nun voglj turnà là...-
-Allor addò vuò ij?-
-Un posto ci sarebbe...-
Stringo la sua mano e questa volta sono io a trascinarlo in auto, chiedo le chiavi indicandogli il sedile del passeggero, la notte è ancora lunga e io ho voglia di guidare.

E poi...mi innamorai di te [Piecurosa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora