Panico 🌸

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VIC

Ero a casa della famiglia di Carldan da sola e senza notizie ormai da troppe ore.

Il mio cervello stava per esplodere e il cuore non la smetteva di battere ad un ritmo talmente forte da sembrare un ronzio nella cassa toracica. Persino il mio fagiolino era agitato e non la smetteva di fare capriole su capriole nella mia pancia cosa diamine stava succedendo?
Le domande nella mia mente erano milioni, ma la più importante era: "starà bene Elia?"
Stavo malissimo e non la smettevo di colpevolizzarmi.
Un rombo di motore proveniente dal parcheggio privato della casa mi fece sobbalzare e correre alla porta, strinsi l'occhio e guardai dallo spioncino del portone vedendo un uomo alto e massiccio scendere dalla moto e avvicinarsi, suonò il citofono e sobbalzai, avrei dovuto aprire? Chi cavolo era quell'uomo?
Me la stavo facendo sotto dalla paura!

Calma, calma, calma!
Devi pensare al bambino e proteggerlo da chiunque voglia farci del male.

Presi una boccata d'aria ossigenando la mente e tornando stranamente lucida, raggiunsi l'angolo del camino e presi il bastone di ferro che si usava di solito per smuovere il carbone, se il tizio fosse entrato se ne sarebbe pentito amaramente!
《Apri! Non puoi scappare per sempre lo sai 》 gridò quel colosso d'uomo, lentamente e cercando di far il meno rumore possibile tornai vicina allo spioncino del portone di casa per controllare le sue mosse ma proprio in quel momento urtai un vaso facendolo schiantare sul pavimento 《merda! 》 il cuore tornò a galopparmi nel petto, potevo essere più goffa di così?
Iniziai a sudare freddo per il panico, troppe emozioni in una sola giornata.

E se quell'uomo ci combinava qualcosa con la scomparsa di Elia?

《Dai che ti ho sentito...apri! 》 sbuffò annoiato 《Chi sei? Cosa vuoi da me? 》 gridai nel panico più totale, le mani strinsero ancora più forte il bastone di ferro tenendolo pronto all'uso e poi finalmente riconobbi il motore dell'auto della mamma di Carldan, era la stessa auto che aveva preso il mio amore per tornare alla camera dove alloggiavo con Elia
《Figlio di puttana! 》 gridò il colosso a Carldan 《Torni in città e non passi a trovarmi? 》 mi affrettai a controllare di nuovo dallo spioncino e li vidi abbracciarsi calorosamente.
Fu in quel preciso momento che mio corpo si fece molle come gelatina al sole e mi lasciai scivolare sul pavimento sedendomi e respirando affannosamente, era un suo conoscente per fortuna!
E io che stavo per colpirlo con un bastone per la brace! Sorrisi per un attimo, la porta si aprì e non appena Carldan mi vide seduta per terra corse da me 《Bimba stai bene? 》 mi prese tra le sue possenti braccia e mi issò senza mai smettere di sorreggere il mio corpo 《oh si, adesso che ci sei va decisamente meglio 》 lo baciai dolcemente e lo sentii irrigidirsi 《Ehm... 》 si schiarì la voce 《Ti presento, Phil 》 mi mise a terra e si voltò verso l'uomo che stavo per picchiare selvaggiamente, avrà avuto un paio di anni più di Carldan, un uomo alto moro e dall'aria autoritaria. Era vestito con jeans blu scuri e una camicia nera semi sbottonata, nell'insieme era pure un bel ragazzo peccato per la sua prepotenza
《Ciao, mi dispiace averti spaventata...credevo che Derek fosse in cas... 》 non finì neppure di parlare quando i suoi occhi scuri come la notte mi ispezionarono fermarsi più del dovuto sul mio pancione 《Non dirmi che... 》 le sue mani si strinsero in due pugni e gli vidi una vena della fronte gonfiarsi e pulsare con arroganza.
Carldan rimase in silenzio e l'imbarazzo piombò su di noi come rugiada sulle foglie 《Non dirmi cosa scusa? 》 ero confusa a dir poco
《Phil...abbiamo molte cosa da dirci 》 disse con voce bassa Carldan facendo un passo verso questo tizio 《Ti ho fatto una fottuta domanda... 》 rispose digrignando i denti e bruciandolo con lo sguardo 《Ok ragazzi, vi lascio da soli 》 sussurrai per lasciargli tempo di parlarsi, non so chi fosse ma era molto arrabbiato e di emozioni forti ne avevo già avute abbastanza per oggi

《Chi sei? Di chi è quel bambino? 》 disse afferrandomi per il polso e affondando le sue dita nella mia pelle 《Phil toglile le mani di dosso oppure... 》 vidi l'espressione di Carldan trasformarsi da triste a feroce in un lampo 《Sono Vittoria, e questo è quanto saprà da me...adesso mi tolga subito  la mano dal polso 》
posai l'altra mano sulla sua per allentargli la presa e il mio sguardo si posò su un piccolo tatuaggio sul dorso della sua mano.
Mi si gelò il sangue nelle vene e capii subito perché Carldan aveva reagito così.
《Oh, scusami di nuovo Vittoria, non era mia intenzione spaventarti né tantomeno farti del male 》 i suoi occhi diventarono vuoti e tristi e un senso di colpa mi strinse le viscere.
Aveva agito d'impulso e capii benissimo
il perché, quindi non feci molta fatica a perdonarlo subito 《Non si preoccupi Phil, mi scusi ma adesso vi lascio soli ho bisogno di riposo... 》
E così feci, dirigendomi mantenendo una finta calma verso la camera
《Hey Phil, ti offro qualcosa da bere...abbiamo molte cose da dirci 》

abbiamo molte cose da dirci 》

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NO NAME - Un cuore al centro del mirino IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora